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NEWS - EDAV NOTIZIE


17/10/2011
ARCHIVIO PADRE NAZARENO TADDEI SJ

Il Ministero per i Beni e le Attività Culturali – Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Liguria con Decreto del 27 giugno 2011 ha dichiarato l’Archivio di Padre Nazareno Taddei sj di interesse storico particolarmente importante e pertanto sottoposto alla normativa vigente.

La rilevanza dell’Archivio è legata quindi alla storia della cultura italiana e al contesto in cui si sviluppò il pensiero e l’impegno dei cattolici anche nell’ambito della cultura di massa e dell’uso della comunicazione cinematografica e dei media.

11/01/2011
MORTA LIETTA TORNABUONI CRITICO CINEMATOGRAFICO A 79 ANNI

E' morta a Roma nella notte tra il 10 e l'11 gennaio al Policlinico Umberto I di Roma. Critico cinematografico de La Stampa e L'Espresso, aveva 79 anni, essendo nata a Pisa il 24 marzo 1931. Il nostro cordoglio alla famiglia.

 

10/01/2011
PREMIO TADDEI 2011 ASSEGNATO AL FILM TAO JIE

PREMIO PADRE NAZARENO TADDEI SJ 2011
La Giuria presieduta da Paolo Mereghetti ha assegnato il premio al film in concorso
TAO JIE (A Simple Life)
di Ann HuiPREMIO PADRE TADDEI 20
ritenuto capace di
«esprimere autentici valori umani
con il miglior linguaggio cinematografico».

Il film: esalta il valore della solidarieta' tra generazioni e l’amore per il più debole; il tutto con immagini molto ben realizzate e con una struttura cinematografica adeguata.

 

29/11/2010
TRISTE ADDIO A MARIO MONICELLI

29.11.2010. Il regista Mario Monicelli è morto stasera a Roma, a 95 anni, dopo essersi lanciato da un balcone dell'ospedale San Giovanni dove era ricoverato.

Il maestro italiano era nato nel 1915 da una famiglia di origine mantovana; laureato in storia e filosofia, si era accostato al cinema grazie all'amicizia con Giacomo Forzano. Insieme all'amico Alberto Mondadori, aveva diretto nel 1934 il cortometraggio "Cuore rivelatore". Seguito dal mediometraggio muto "I ragazzi della via Paal", premiato alla Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia.

L'esordio alla regia era avvenuto  con una serie di film che lui e Steno avevano realizzato con Totò, tra i quali spicca il celebre "Guardie e ladri" (1951). Nella sua lunga carriera aveva dato vita a numerosi capolavori. "I soliti ignoti" del 1958 è considerato il primo vero film della commedia all'italiana. L'anno successivo era stata la volta de  "La grande guerra", Leone d'Oro alla Mostra di Venezia del 1959 e sua prima nomination all'Oscar. La seconda nomination all'Oscar era arrivata nel 1963 con "I compagni". Nel 1966 era uscito "L'armata Brancaleone" e nel 1970 "Brancaleone alle crociate". Tra gli altri film vanno menzionati "La ragazza con la pistola" (1968), "Romanzo popolare" (1974), i primi due capitoli della trilogia di "Amici miei" (1975, 1982), "Un borghese piccolo piccolo" (1977), "Il marchese del Grillo" (1981) e, tra gli ultimi suoi lavori, "Le rose del deserto" e "Vicino al Colosseo c'è Monti".

12/11/2010
MORTO DINO DE LAURENTIIS

 

È morto ieri a Los Angeles (dove risiedeva da oltre 40 anni), all'età di 91 anni, il produttore napoletano Dino De Laurentiis. Con la sua scomparsa viene meno una delle ultime figure italiane e anche internazionali di produttore vecchio stile, vero e proprio padre-padrone della settima arte.

 

Il produttore era nato  a Torre Annunziata l'8 agosto del 1919, da padre titolare di pastificio. Istradato alla professione del padre, De Laurentiis aveva cambiato idea, scegliendo il cinema durante un viaggio di lavoro a Roma, nella quale - secondo quanto raccontano le biografie ufficiali - aveva visto per strada un annuncio del Centro sperimentale di cinematografia, allora in cerca nuovi talenti.
Nel 1941, dopo aver fondato la Real Cine, aveva prodotto il primo film di un certo successo, L'amore canta di Ferdinando Poggioli, passando poco dopo a lavorare per la Lux Film.  Negli anni del Neorealismo e della commedia all'italiana De Laurentiis si era definitivamente affermato come produttore di successo, finanziando nel 1948 la produzione di Riso Amaro (di Giuseppe De Santis), sul set del quale aveva incontrato Silvana Mangano che sarebbe diventata la sua seconda moglie e dalla quale ha avuto sei figli.
Nel 1972 si era trasferito a Hollywood, iniziando a produrre pellicole di un certo spessore come Serpico di Sidney Lumet. Tra i suoi ultimi film,anche prodotti commerciali quale Hannibal di Ridley Scott. Nel 2001 la consacrazione definitiva, con l'Oscar alla carriera.

 

Tra i film italiani più celebri prodotti da De Laurentiis ricordiamo anche: Totò a colori (1952) per la regia di Steno. Napoli milionaria (1950) di Eduardo De Filippo; Dov'è la libertà? (1954) di Roberto Rossellini; La strada (1954) e Le notti di Cabiria (1957) di Federico Fellini. Miseria e nobiltà (1954) di Mario Mattoli; La grande guerra (1959) di Mario Monicelli. Tra i suoi successi a stelle e strisce, vanno ricordati, tra gli altri, Il giustiziere della notte (1974) di Michael Winner, I tre giorni del Condor (1975) di Sidney Pollack e L'Anno del dragone (1985) di Michael Cimino. 

 



 




 

27/10/2010
LA VIA LATTEA: BUNUEL ATTUALISSIMO

LA VIA LATTEA sembra un film fatto oggi, ma è del 1969 quando Bunuel – il regista che disse «Io, per grazia di Dio, sono ateo» – lancio un grido spregiudicato e terribile ma pieno di amore e di angoscia per la Chiesa e a urlare la sua fede in Dio, in Cristo e nella Vergine.

 

 

25/10/2010
AVATI UNA SCONFINATA GIOVINEZZA

 

A proposito di UNA SCONFINATA GIOVINEZZA ci scrivono, chiedendoci un parere, perchè rimasti scioccati dalla banalità con cui viene affrontato il problema dell'alzheimer e che Avati non conosce minimamente cosa significa vivere con tale patologia e descrive ciò che pensa il malato, la sua giovinezza, i suoi ricordi.

Rimandiamo alla lettura del film ma precisiamo che Avati non intendeva fare un'analisi del fenomeno Alzheimer, e quindi esprimere un'idea documentaria. La sua, quella di Avati, è un'idea tematica che, partendo dal problema (che può essere esteso anche ad altre forme di malattia mentale) invita a considerare i malati come persone, degne di rispetto e di amore, pur nella consapevolezza della loro irrecuperabilità. Non è una ricetta su come "risolvere" il problema della malattia (che è irrisolvibile), ma su come, alla luce di una visione personalistica e cristiana, bisogna atteggiarsi nei confronti dei malati (per quanto possibile). Ed è anche una considerazione sul mistero della malattia, della morte e di quello che c'è dopo la morte. Naturalmente, si può non essere d'accordo con tale idea, ma non si può accusare il regista di superficialità. La sua è un'idea coraggiosa, anche se non facile e condivisa da tutti. Ma è un ideale che, come avviene in tanti passi del Vangelo, viene proposto, non imposto.
Un film non è la realtà ma è sempre e solo l’idea di un autore a proposito di qualcosa: quindi non confondiamo.

 


 


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