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Prove scientifiche alla tesi che l'uomo della Sindone sia Gesù dei Vangeli

Introduzione audio:


Sangue Post-Mortale

L’esame dell’impronta somatica ha fatto affermare con certezza che l’uomo avvolto nel lenzuolo vi era stato messo già cadavere

Crocifissione romana

Basta osservare la posizione dei piedi: In un soggetto disteso, le punte dei piedi risultano parallele o addirittura divergenti. Sulla Sindone invece si osserva che le punte dei piedi sono in posizione innaturale derivata dall’inchiodatura sulla croce con i piedi sovrapposti.

Esame del Tessuto

L’esperto tessile Virginio Timossi, esaminando la Sindone nel 1931, constatò che il lino presenta una manifattura rudimentale. Il lino è un filato molto resistente a tutte le alterazioni degli agenti atmosferici.
Una volta tessuta, la pezza di lino era resa bianca col papavero eracleo. Dopo questo trattamento, la stoffa prendeva il suo colore naturale.
Il lino usato per la fabbricazione della Sindone fu filato a mano. Ogni filo del tessuto, composto di 70 – 120 fibrille, presenta un diametro variabile e la torcitura “Z”, in senso orario, opposta a quella a “S”, antioraria, più comune nell’antico Egitto.
La tessitura è in diagonale tre a uno, ottenuta facendo passare il filo trasfersale della trama alternativamente sopra tre e sotto uno di quelli longitudinali dell’ordito.

Gabriel Vial ha approfondito lo studio tessile della Sindone e sostiene che il primo tessuto conosciuto in lino veramente simile come tessuto al telo conservato a Torino, anche se non identico, è della seconda metà del XVI sec. E’ una tela conservata a Hrentals. Nessuna traccia invece di fibre d’origine animale: ciò fa pensare ad un ambiente ebraico dove il rispetto della legge mosaica prescriveva di tenere separata la lana dal lino.

L’Identificazione Generica Del Sangue

Sulla Sindone sono evidenti alcune zone rosse; per stabilire l’eventuale presenza di sostanza ematica furono condotte indagini. I primi risultati diedero esito negativo per difficoltà tecniche. Gli studi proseguirono con tecniche molto più avanzate e giunsero indipendentemente a dimostrare che le macchie esistenti sulla Sindone sono formate da sangue.

Dopo l’identificazione generica del sangue Baima Bollone giunse alla dimostrazione che si trattava di sangue umano. L’anno successivo risultò che il sangue presenta sulla Sindone appartiene al gruppo AB: il meno comune.

Il Processo di Coagulazione

I fenomeni di coagulazione del sangue sono ben evidenti in numerosi rivoli di sangue presenti sulla Sindone. Il medico statunitense Gilbert Lavoie ha dedotto dallo studio della Sindone che fino a poco prima del decesso fluiva sangue dalle ferite e che non più tardi di due ore e mezza dopo la morte il corpo è stato avvolto nel lenzuolo

I Segni di una Crocifissione Romana

La flagellazione se veniva inflitta come preambolo alla crocifissione, il numero di colpi doveva essere una ventina perché la vittima non doveva morire prima di finire in croce. Lungo il cammino essi subivano strattoni e venivano oltraggiati, maltrattati, pungolati e feriti per indebolirne la resistenza. Veniva poi appeso alla croce per le braccia con chiodi, anelli di ferro o corde, come pure i piedi, che talvolta venivano lasciati liberi.
Con la crocifissione i Romani volevano provocare una morte lenta e dolorosa. La vigilanza presso la croce era severa per impedire interventi di parenti o amici.

La Flagellazione

L’uomo della Sindone fu flagellato nudo, perché sulle regioni glutee sono chiaramente visibili delle lesioni. La testa dell’uomo della Sindone presenta numerose ferite provocate da oggetti appuntiti. I rivoli di sangue che bagnano tutto il capo e la fronte sono chiari segni di una coronazione di spine, fatto singolare e al di fuori della normale procedura.

Il Volto

Il viso dell’Uomo della Sindone è, fra le parti del corpo quella che ha subito più traumi. In esso appaiono segni evidenti di feroci maltrattamenti.

 La Crocifissione

I suoi polsi e i suoi piedi sono stati trafitti. Egli presenta le mani incrociate sul basso ventre; la sinistra passa sopra il polso destro nascondendolo, ma in essa è evidente la piaga prodotta dal chiodo. Barbet riuscì a provare che il chiodo infisso nel polso sinistro era penetrato fra gli otto ossicini che formano il carpo. Numerosi medici hanno confermato che un’inchiodatura al palmo non consentirebbe ai tessuti di reggere un peso corrispondente a quello di un uomo.

Le Cause Della Morte

Le prime ipotesi degli studiosi sono asfissia e il collasso. Cause concomitanti ed aggravanti, possono essere anemia o arresto cardiaco.
Dopo il suo decesso gli venne scagliata una lancia per verificarne la morte.

L’Emopericardio

L’Uomo della Sindone potrebbe essere morto per una rottura  del cuore in seguito ad infarto seguito da emopericardio. E’ un’ipotesi che risponde ad ogni quesito, sia sindonico sia evangelico, ed è sostenuta da molto medici.

Esame del C14

Secondo il risultato dell’esame il lenzuolo è datato tra il 1260 e il 1390. La datazione corrisponde quindi al periodo in cui si anno le prime documentazioni storiche sull’esistenza della Sindone.

Esame Palinologico

Un biologo svizzero ha esaminato i pollini presenti sul tessuto. Egli ha riscontrato la presenza di pollini di piante tipiche palestinesi, della Turchia, della Francia e dell’italia.

Terriccio e Aragonite

In corrispondenza di un tallone dell’Uomo della Sindone si nota che il tessuto è impolverato e ciò sta a significare che l’Uomo della Sindone ha camminato scalzo. Un cristallografo ha trovato l’aragonite: un terreno presente anche a Gerusallemme.

I Pollini

Ne troviamo traccia sul telo sindonico. Gli studiosi che anno studiato la Sindone hanno prelevato da essa, con nastri adesivi o aspirandoli, i pollini che sono stati in un secondo momento catalogati e studiati. Questi materiali sono stati analizzati soprattutto dal botanico criminologo svizzero Frei e, in minor quantità, del medico legale e sindonico torinese Baima Bollone, nonché dal gruppo di studio USA sulla sindone.

Attraverso i pollini (lasciati dal vento o dagli insetti posatisi sul telo sindonico), è possibile risalire al paesaggio, all'agricoltura, al contenuto in componenti vegetali di cibi, derrate, profumi, prodotti ad uso farmaceutico. Ecco spiegato perché il botanico e criminologo Frei propose negli anni settanta una ricerca sui pollini della Sindone che fu sostenuta dal Centro di Sindonologia di Torino. Ma questo permise non solo di analizzare i pollini prelevate dal sacro telo ma anche di confrontarli con archivi di pollini delle piante del Vicino Oriente.

I risultati ottenuti sono i seguenti:

  • una notevole parte dei pollini analizzati appartengono a specie della Palestina, della regione arabica o dell'Anatolia;
  • una parte dei pollini appartengono a vegetazione centro europea e corrispondono a vegetazione di aree montane alpine. Questi pollini appartengono a piante dell'Europa Continentale e, specificamente in Savoia e Piemonte;
  • per quanto riguarda le piante della Palestina e dell'Anatolia si è notato che in maggioranza pollini trovati sul telo sindonico non sono del tipo depositati dal vento ma bensì dagli insetti. Ed è molto difficile pensare che degli insetti percorrano migliaia di chilometri per depositare il polline, tutto questo fa pesare che il sacro lino sia stato custodito nelle regioni della Palestina o dell'Anatolia.

Teorie sulla formazione dell'immagine

Questo tipo di studi fu effettuato per la prima volta nel 1901 da Paul Vignon, professore di biologia, che introdusse la metodologia del contatto e vaporigarfica, in seguito si formularono di verse teorie che andremo ora a precisare. Le principali metodologie sono le seguenti: teoria del contatto, teoria vaporigrafica, teoria dell'energia radiante.

  • Teoria del contatto. Con questa teoria si cercò di riprodurre figure di viso e di corpi umani, usando calchi di gesso imbrattati di polvere e di liquidi colorati messi a diretto contatto con vari tele. Furono ripetute diverse prove ma tutte ebbero risultati negativi e le immagini impresse si dimostrarono alterate e mostruose.

Prove eseguite con l'ipotesi del contatto.

  • Teoria vaporigrafica. Secondo questa ipotesi, le immagini negative del corpo dell'Uomo della Sindone si sarebbe impresso sul Lenzuolo per la reazione dell'aloe e della mirra, (che sono state trovate in maniera massiccia sul telo), e loro conseguente trasformazione in colore, con l'abbondante emanazione di vapori ammoniacali, prodotti dalla alterazione dall'urea contenuta nel sangue e nel sudore.

Prova con l'ipotesi vaporografica.

  • Teoria dell'energia radiante. Questa teoria si bassa sul fatto che gli organismi viventi sono in grado di assorbire e rendere energia elettromagnetica. Il corpo dell'Uomo della Sindone, prima di morire, rimase al sole nudo, le sue cellule avrebbero così assorbito radiazioni che sarebbero state poi emesse dopo la morte dall'organismo.

Prova con l'ipotesi dell'energia radiante.
Oggi come oggi si stanno continuando a studiare le tre teorie per capire come si è formata l'immagine su quel telo tanto venerato.

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