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Corso di Lettura del film in una scuola media col film IL DIARIO DI ANNA FRANK - Giornata della memoria



Regia: George Stevens
Lettura del film di: Luciano Nicastro
Titolo del film: IL DIARIO DI ANNA FRANK
Nazione: USA
Anno: 1959
Chiavi tematiche: olocausto giornata della memoria

È stato presentato al termine del Corso introduttivo alla Lettura del film secondo la Metodologia Taddei in una 3° classe della scuola di secondo grado “Andrea Guardi” di Piombino come seguito al Corso Leggere il Film per formare la Persona tenutosi nella scuola per numerosi anni e seguito da molti insegnanti di varie discipline. La metodica utilizzata prevede la “lettura durante” permettere in evidenza la Struttura narrativa, seguendo come criterio il tempo dei fatti essenziali; successivamente, in uno schema ora ridotto, far emergere le azioni dei personaggi con l’individuazione del Protagonista. Questo film parla, naturalmente, in particolare della tragica esperienza di una adolescente coinvolta con la famiglia dalle persecuzioni antiebraiche durante la seconda guerra mondiale, ma dà di questa vicenda, una particolare prospettiva che, a mio avviso, dà valore al film e lo rende adatto ad un pubblico di ragazzi adolescenti.

Vorrei infine solo riportare un brano scritto da uno studente dopo il termine del lavoro svolto nella sua classe: “… questo, come molti altri film, se guardati con superficialità apparentemente sarebbe potuto sembrare senza alcun significato e alcuni elementi, che si trovano sulla scena, messi per caso, ma con il metodo, così efficace, della lettura dell’immagine, attraverso domande e passaggi, siamo riusciti a capirlo come un libro aperto. M.B.”

 

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LETTURA STRUTTURALE (secondo la metodologia Taddei): Modo di Rappresentazione

 

Il film emerge da un lungo buio (schermo nero con vari brani musicali).

La Struttura (come evidenziato nella sintesi della Vicenda) prevede:

un Prologo: il ritorno di Otto Frank all’Alloggio Segreto ed il ritrovamento del Diario.

Una Prima Parte: (inizia il lungo flash back) quella dello “svanire nell’aria” con la presentazione dei personaggi reclusi, mette in evidenza i loro caratteri e i loro rapporti, resi difficili dalla convivenza obbligata in un ambiente ridotto (ma fuori dal lucernaio è sempre presente un cielo aperto e libero). Soprattutto mette in evidenza i rapporti tra Anna i suoi genitori (chi “racconta” è il suo Diario) e Peter, introducendo l’elemento narrativo del “ladro” per creare suspense e spiegare la tensione alla quale sono sottoposti.

Una Seconda Parte: l’ultimo periodo di permanenza (siamo nel 1944) con il “grande cambiamento” di Anna, l’approfondirsi/svilupparsi dei suoi rapporti con Peter, il precisarsi della sua personalità (ambizioni, speranze, religiosità) il tutto sempre intrecciato alle vicende degli altri reclusi, dei loro soccorritori e scandito dai fatti di guerra che pervengono dall’esterno, oltre all’episodio di suspense che prosegue nei suoi effetti.

Una Terza parte: l’ultimo giorno di permanenza (4 agosto 1944) con la tensione che aumenta: nel sonoro il trillo insistito del telefono, poi la sirena della camionetta a volume sempre più alto; il rapporto tra Anna e Peter si fa idillio, lei apre se stessa mostrando insieme al suo amore per la libertà la sua grande speranza anche in un futuro (e quindi le sue ambizioni letterarie), la sua fede che le permette di vedere la bellezza del mondo e la bontà degli uomini nonostante tutto: “quando penso a tutto quello che è là fuori: gli alberi, i fiori, quei gabbiani…ritrovo me stessa e Dio”, “nonostante tutto io credo che la gente in fondo sia buona”. Parte che termina ancora con le parole “io spero” (si conclude il flash back).

Un Epilogo: nel quale Otto e i suoi amici ci mettono al corrente di che cosa sia successo ai vari personaggi del dramma, in ultima Anna e concludono la vicenda con la rivelazione di chi li avrebbe traditi. Alle parole di speranza di Anna, Otto risponde “Non più”. Ciò che ora sa sembra definitivo, ma restano le parole di Anna sulla bontà degli uomini, resta il suo Diario, resta quel cielo aperto e libero.

Poi tutto scompare nel buio con musica anche solenne.

Protagonista della storia è naturalmente Anna – (anche nel Prologo e nell’Epilogo si parla di lei) tutto è narrato dal suo punto di vista (il suo Diario, che il film “mette in scena”), quello che viene mostrato è questo periodo della vita di Anna (dal 6 luglio 1942 al 4 agosto 1944) intrecciato alla vita degli altri sette rifugiati, in particolare Peter, scandito dagli avvenimenti storici della guerra e delle persecuzioni antiebraiche che avvengono nel mondo esterno (minaccioso) rinchiusi nel loro piccolo mondo interno ( l’Alloggio segreto, precario e fragile) – la quale, animata dal suo grande desiderio di libertà e dalla sua profonda fede riesce, nonostante tutto, a mantenere la sua speranza per il futuro, la percezione della bellezza del mondo che è lì fuori e la convinzione nella fondamentale bontà degli uomini.

Il film ci dice anche che quella bellezza è vera e presente e quella libertà, rappresentata dal cielo aperto e libero (volo dei gabbiani), non può mai essere del tutto negata/soppressa dall’uomo.

Il buio dal quale proviene il film con quella musica elegiaca (dolente, malinconica), a volte solenne che cita alcuni temi musicali del film (la storia di Anna) e nel quale il film scompare dice che, nonostante una sua levità, questa storia emerge da un contesto di cupa tragicità, in un quadro di sofferenze e crudeltà quasi indicibili.

Anna è riuscita, nonostante tutto, a comunicare a tutti gli uomini (anche attraverso questo film) la sua storia e la ricchezza della sua giovanissima vita realizzando anche il suo sogno di diventare una grande scrittrice.

Una formulazione del Significato (mediato) può essere: Una vita, anche acerba, ma così ricca e piena di futuro non può mai essere cancellata in ciò che essa rappresenta da nessuna, per quanto indicibile, brutalità e crudeltà umana.

 

NOTE.

Nell’ultimo piano e sottotetto della fabbrica di Otto Frank, i rifugiati sono entrati il 6 luglio 1942 e sono stati scoperti il 4 agosto 1944. Non si è mai saputo da chi siano stati traditi.

Il Diario è stato pubblicato, nella prima edizione, in Olanda il 25 giugno 1947 con il titolo “L’Alloggio Segreto” (l’originale era in tartan scozzese rosso ed aveva una chiusura ad automatico).

 

 

LAVORO DIDATTICO ANALITICO:

 

Personaggi film: Otto Frank, Edith (moglie), Margot e Anne (figlie); Hans van Daan (Lou Jacobi), Petronella (moglie, Shelley Winters), Peter (figlio); Albert Dussel (dentista, Ed Wynn); Harry Kraler (dipendente della fabbrica di Otto Frank), Miep (segretaria);

Persone reali: Famiglia Frank; i van Daan nella realtà: Herman e Peter van Pels; Albert Dussel = Fritz Pfeffer; Harry Kraler = Victor Kugler; Miep van Santen = Miep Gies.

Dal buio musica con un tema musicale allegro, poi passa su altri più lirici e solenni al silenzio, poi Titoli di Testa su un cielo aperto con volo di gabbiani (musica di violini),

Prologo: dissolvenza su chiesa con scampanio festoso; poi rintocchi cupi di campane mentre un camion con molte persone a bordo si avvicina, un passeggero ha una divisa a righe verticali, ne scende un uomo che entra in un edificio, sale una lunga scala ed entra in un ambiente ora vuoto, raccoglie alcuni oggetti, poi piange. Due persone il signor Kraler e Miep (forse sua moglie), lo chiamano è il signor Frank che è ritornato a casa (siamo nel 1945, dopo la liberazione) e sta cercando il Diario di Anna, trovatolo lo sfoglia, legge una data: il 9 luglio1942. Mentre lo legge in dissolvenza si passa dalla sua voce

Prima Parte: a quella di una bambina (13 anni) che narra di essere nata in Germania, ma, essendo ebrea, si è dovuta trasferire in Olanda ad Amsterdam. Anche lì arrivò l’occupazione tedesca, la ragazzina parla delle limitazioni imposte, poi l’abbandono della casa e il tentativo di “svanire nell’aria”, la famiglia si rifugia di nascosto all’ultimo piano non utilizzato sopra la fabbrica di Otto con un’altra famiglia, i van Daan aiutati da cittadini olandesi, il sig Kraler e Miep, la sua segretaria, dipendenti del sig. Frank. Vivendo sopra la fabbrica devono restare in silenzio per tutto il giorno, dalle otto del mattino alle sei di sera, fuori si odono suoni paurosi di sirena. Anna vive con i genitori, la sorella Margot, i van Daan e il loro figlio Peter. Il padre regala ad Anna il Diario e lei racconta la sua storia, iniziando dal significato dello “stare nascosto”, Pan. fuori all’aperto voli e grida di gabbiani e bambini che giocano. Scrive (sett. 1942) anche notizie della guerra in Russia e Otto segna sulla carta la situazione di guerra dell’Europa. Le due sorelle fanno lezione, a loro si aggiunge anche Peter, Anna gioca con Peter, lei è sbarazzina mentre la sorella Margot è seria e posata. Si mettono in evidenza i caratteri delle persone costrette a vivere in uno spazio ridotto e sempre assieme, la madre di Peter è allusiva e manca di tatto, il marito scontroso e nervoso e bisticciano, quello che mantiene l’equilibrio è Otto, il padre di Anna. La ragazzina continua a stuzzicare Peter e i due litigano, la mamma la riprende e presenta sempre Margot come esempio provocando la reazione di Anna. Kraler e Miep alla sera portano aiuti ai reclusi, anche una radio che li aiuta a distendersi e ad informarsi (“sulle stazioni inglesi cerchiamo la speranza”, su quelle tedesche si ode la voce di Hitler) e Anna continua a confidare tutto al suo diario. Ma anche durante la notte ci sono momenti di tensione e paura: l’episodio del ladro, poi le sirene, di sopra nessuno può muoversi, finché alla mattina arriva Kraler. Tutti sono agitati, Van Daan vuole bruciare il diario di Anna, poi devono accettare un nuovo ospite, un anziano dentista il dott. Dussel. Aumentano i problemi, anche quello del cibo (tre carte annonarie per otto persone), e vengono a sapere che fuori “centinaia di ebrei scompaiono” deportati nei campi di concentramento (anche i De Vries con Sanne l’amica di Anna). Il dottore è allergico agli animali e molto maldestro. In dissolvenza sul volto di Anna a letto, immagini di donne nel lager con la sua amica, fuori rumori di spari, Anna terrorizzata grida, dalla strada un uomo la sente, ma c’è una donna lì vicino che ride; di sopra sono tutti in subbuglio. Difficili i rapporti di Anna con la madre, è invece molto attaccata al padre che le mostra sempre gli aspetti più positivi. Sente i problemi dell’età, la sua irrequietezza è sempre il padre a calmarla. 29 ottobre 1942 Anna parla di un suo scontro con il dottore; 9 novembre 1942 gli alleati sono sbarcati in Africa, dalla radio, nascosta in un libro, si ascoltano le parole di Churchill; i bombardamenti aumentano e le sparatorie; mentre ascoltano Radio Londra un forte scossone, un aereo è caduto, dalla finestra lucernaio osservano i bombardamenti, Mrs van Daan è terrorizzata, il lucernaio viene sfondato, dalla finestra osservano i fasci di luce della contraerea. Dai fasci di luce in diss. alla luce del cero, la tavola imbandita e la preghiera di Otto: si celebra la festa di Annuka è Mr. Frank che legge i testi dei Maccabei e accende i ceri (il Rito delle candele: se ne accende uno per sera, finché non ce ne saranno otto, e ogni giorno si fanno dei regali; dic. 1942) tutti sono attorno alla tavola imbandita con le loro migliori vesti. Anna ha preparato anche i regali, hanno così modo di ridere e vivere quasi normalmente con serenità. Anna intona un canto rituale. Ma poi di nuovo i rumori dabbasso, tutti si immobilizzano, qualcuno è di sotto nell’ufficio e attacca la cassaforte, il gatto di Peter si agita, per fermarlo Peter inciampa fa rumore, il ladro lo sente e fugge, il sig. Frank va giù a vedere, mentre la sig. van Daan perde la testa, anche Peter e Anna scendono (situazione di grande suspense, quindi anche di spettacolarizzaazione), passa un guardiano, vede la porta lasciata aperta dal ladro, si avvicina, arriva una pattuglia; Anna in cima alle scale sviene e Peter la prende in braccio. Il guardiano con la torcia e i soldati entrano mentre Otto, Peter con Anna tornano su e chiudono la porta segreta. I soldati perquisiscono ma guardano anche verso l’alto, dove si trovano immobili i rifugiati, un soldato sale nell’ufficio, illumina la porta mascherata da armadio/archivio illuminando, attraverso le fessure Anna e Peter; il gatto di sopra si agita, poi il soldato dice “Niente.” , il gatto fa dei rumori, i soldati sentono, tutti sono tesi, poi il gatto miagola, il soldato dice “Un gatto.”, la tensione si scioglie, dabbasso il guardiano li richiama, “C’è stato un ladro”, vanno via e chiudono la porta. Ma di sopra non si sentono più al sicuro, il Dott. Dussel dà la colpa, a Peter, tutti sono scossi, solo Otto li richiama “Abbiamo perduto la fede?” ringrazia Dio e fa riprendere il canto.

Seconda Parte: Fuori c’è la neve e i soldati, suono di campane; è sabato, 1 gennaio 1944. Anna scrive che sono ancora nel loro nascondiglio. ci sono da 1 anno, cinque mesi e 25 giorni, il gatto è scappato, i van Daan litigano sempre, lei e la mamma non si capiscono, rileva però che c’è un gran cambiamento in lei stessa, si è fatta più riflessiva e sta pensando al “grande miracolo che si sta compiendo in lei”, si sente ormai donna, il lucernaio della soffitta è rimasto senza vetro e un po’ di neve entra, lei e Peter guardano il cielo aperto, poi vengono interrotti da Otto, sono arrivati Kraler e Miep, questa ha portato un dolce auspicando la pace; ma anche questa è una occasione di discussioni per fare le parti tra i van Daan e Dussel, tutti mangiano la loro fettina, anche le briciole, ma il sig. van Daan vuole vendere la pelliccia della moglie alla quale lei è così attaccata, lui vuole delle sigarette. Kraler deve dire loro che un operaio sta cominciando a sospettare e ha chiesto un forte aumento, Otto suggerisce di aumentare ma in parte. Kraler se ne va e Dussel accusa ancora il gatto di Peter, Margot è depressa e Anna prende le sue parti difendendo i giovani che non hanno responsabilità in quello che accade. Anche Anna è snervata e si rifugia nel sottotetto all’abbaino, Peter la segue e Margot lo guarda. I due giovani parlano inquadrati nello spazio del lucernaio, fuori nevica, lui la invita a confidarsi quando vuole. Lei si rimira nella specchio e lui si fa la barba, lei si prepara per “andare da Peter” nella stanza di lui e parla con Margot, che si sente sola, intanto il dott. Dussel aspetta fuori della porta. La sig. van Daan si intromette sempre. Anna da sola con Peter gli confida che vorrebbe fare la scrittrice o la giornalista, le piace scrivere, Peter vorrebbe andare in Inghilterra ed entrare nell’esercito. Poi Anna solleva l’argomento Margot, in realtà per attrarre l’attenzione su di sé, il momento si fa romantico ma suonano le 9 e lei deve andare, gli promette di portargli il suo Diario, i due si baciano poi lei esce e prima di andare a letto bacia tutti, anche la sig. van Daan. Continua la narrazione nel diario, parla dell’invasione e della liberazione che si attende, ma sono stati arrestati quelli che avevano dato loro le carte annonarie e il sig. Kraler è in ospedale ora c’è solo Miep ad occuparsi della fabbrica e di loro. Fuori si vedono persone portate via dai soldati.

Anna sente che sta arrivando la primavera “se la sente addosso”, si sente inquieta, è nel sottotetto dove tendono i panni, ci sono anche delle piante, è con Peter, lui è pensoso, poi guardano dal lucernaio stando accanto. Durante la notte Hans van Daan viene sorpreso da Edith Frank a rubare il pane, lei esplode e caccia i van Daan (sono loro ospiti), Otto dice “non occorre che ci distruggano i nazisti, ci distruggiamo da noi”. Anna interviene a favore di Peter che sente alla radio che è iniziato lo sbarco in Normandia, mentre gli altri si litigano con Dussel le patate, arriva anche Miep a portare la notizia del giorno “D”, anche Kraler è venuto via dall’ospedale, si abbracciano e fanno festa ma alle otto tacciono perché arrivano gli operai; Hans piange di vergogna, Otto dice questo è un giorno da festeggiare e tutti riconoscono i loro difetti, le mancanze durante quel periodo, anche Edith chiede perdono a Hans. Aerei nel cielo dal lucernaio tutti li guardano e poi ascoltano la radio, notizie migliori ma c’è ancora la voce di Hitler. Immagini di combattimento sui vari fronti. Anna pensa che forse in autunno potrebbe ritornare a scuola, ma per le strade sempre le pattuglie tedesche. 2 luglio 1944 l’invasione sembra arenata, tutti sono più tristi – volo di gabbiani sui tetti – Radio Londra, Kraler è tornato in ospedale, Miep continua a pagare in più il magazziniere (anche se forse non sa nulla) E vedono dalla finestra altri olandesi arrestati perché nascondevano ebrei e la Gestapo ha ritrovato la macchina per scrivere rubata nell’ufficio sotto di loro, Dussel fa fosche previsioni ma Anna e Peter continuano a sentirsi felici insieme.

Terza Parte: Nell’ufficio vuoto il telefono continua a suonare, Anna scrive e desidera poter scrivere bene, dice “io desidero poter vivere anche dopo la mia morte”, Dussel rileva che da tre giorni Miep non viene a trovarli, forse al telefono è lei… e nessuno è andato a lavorare nella fabbrica (è il 4 agosto ’44) chiedono a Otto di andare a rispondere ma lui non vuole rivelare la loro presenza. I van Daan litigano, Anna e Peter si rifugiano nel sottotetto e Anna guarda il cielo, le belle nuvole e dice “che bella giornata”, rivela a Peter le sue fantasie, il suo immaginarsi all’aria aperta in mezzo alle bellezze della natura e gli dice che sarebbe bello se Peter avesse una fede, una religione e quando pensa a tutto quello che è là fuori (gli alberi, i fiori quei gabbiani), tutte le buone azioni compiute nei loro riguardi non ha neppure più paura “ritrovo me stessa e Dio” Peter dice “questo è bello ma io mi arrabbio, noi qui chiusi e aspettando che quelli vengano a prenderci”, lei parla della fede, è difficile con tanta crudeltà ma “io penso che il mondo stia attraversando un periodo, come me con la mamma e che passerà, io credo ancora, nonostante tutto, che la gente in fondo sia buona, se tu riuscissi a vedere in questo una parte di un grande disegno e che noi siamo solo un attimo della vita…guarda il cielo, quanto è bello, un giorno quando saremo usciti voglio andare…” ma viene interrotta dalla sirena di una camionetta sempre più forte mentre i due giovani (PM di spalle) guardano il cielo, poi si baciano ma ormai i soldati fanno irruzione nella fabbrica. Otto dice “in questi due anni abbiamo vissuto nel terrore, ora possiamo vivere nella speranza”. La porta segreta viene sfondata e Anna scrive le ultime parole sul diario “la nostra permanenza qui è finita, ci hanno dato solo pochi minuti per radunare le nostre cose, perciò, caro diario significa che debbo lasciarti qui, addio per ora. P.S. Se qualcuno dovesse trovare questo diario lo tenga in serbo per me perché un giorno spero…”.

Epilogo: “Non più” mormora il Sig. Frank; la mdp dal diario aperto panoramica verso l’alto, inquadrato il cielo con i gabbiani e poi il sig. Frank che legge nel 1945. Miep ricorda che era andata in campagna per trovare da mangiare, al ritorno ha trovato la polizia. Kraler dice che son riusciti a scoprire come hanno saputo: “È stato il ladro a denunciarvi” ma Otto dice “mi sembra strano, sa ma continuavamo a sperare, qui in Olanda le notizie erano buone, eravamo sicuri che inglesi e americani sarebbero arrivati in tempo. Ma a settembre ci mandarono in Polonia in un campo, uomini da una parte e donne da un’altra, da lì ci mandarono a Belsen, io rimasi ad Auschwiz. A gennaio fummo liberati, eravamo rimasti in pochi, la guerra non era ancora finita.” Otto si mise a cercare i familiari, chiedendo a tutti, di Belsen, Buchenwald, Mathausen se avessero visto i suoi familiari così ha saputo che sua moglie era morta e Margot, van Daan, Peter, Dussel ma per Anna sperava ancora (tema musicale dell’idillio) solo il giorno prima a Rotterdam ha incontrato una donna che era stata a Belsen con Anna: “Ora so.”. Si odono ancora le parole di Anna “Nonostante tutto io credo che la gente in fondo sia buona”, Otto dice “Mi fa arrossire”, in dissolvenza, dalla soffitta con i tre personaggi, si passa al cielo aperto con le nuvole bianche e il volo dei gabbiani con forte il tema musicale; sul volo il Titolo: “Il Diario di Anna Frank” poi buio, con la musica solenne che continua. FINE

 


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