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TO ROME WITH LOVE



Regia: Woody Allen
Lettura del film di: Olinto Brugnoli
Titolo del film: TO ROME WITH LOVE
Titolo originale: TO ROME WITH LOVE
Cast: Regia e sceneggiatura: Woody Allen; fotografia: Darius Khondji; montaggio: Alisa Lepselter; interpreti principali: Woody Allen, Alec Baldwin, Roberto Benigni, Penélope Cruz, Judy Davis, Jesse Eisenberg, Greta Gerwig, Ellen Page, Antonio Albanese, Alessandra Mastronardi, Ornella Muti, Riccardo Scamarcio; distribuzione: Medusa Film; durata: 111'.
Sceneggiatura: Woody Allen
Nazione: ITALIA / USA / SPAGNA
Anno: 2011
Chiavi tematiche: vedi anche LETTURA di Franco Sestini in Edav n. 400/2012
Mancanza di ispirazione? Operazione commerciale? Un tentativo di rendere omaggio (dopo averlo fatto con l'Inghilterra, la Spagna e la Francia) al Bel Paese (e, in modo particolare a Roma)?

Forse tutti e tre gli elementi sono rintracciabili in quest'ultima opera del grande regista americano, cui di solito non difettano certamente arguzia, intelligenza e capacità creativa. Ma qui nasce subito l'impressione di trovarsi di fronte ad un'opera messa su in fretta, raffazzonata, sconclusionata.

La galleria di personaggi che fanno parte della vicenda è certamente ricca e variegata. C'è una coppia di studenti americani, Jack e Sally, in attesa di un'amica di lei, Monica, famosa per le sue capacità seduttive; c'è John, un famoso architetto che ritorna a Roma dopo trent'anni e “segue” Jack nel suo progressivo innamoramento di Monica; c'è Hayley, una giovane americana innamorata di Michelangelo, figlio di un impresario di pompe funebri, e i suoi due genitori, Jerry (regista di opere liriche in pensione) e Phyllis; c'è una coppietta di Pordenone che verrà travolta da una serie di equivoci e resterà separata per un giorno; c'è Leopoldo Pisanello, un uomo qualunque che verrà (non si capisce per quale motivo) travolto dalla notorietà e dalla persecuzione dei media, salvo poi essere dimenticato e riconsegnato alla vita monotona di tutti i giorni.

Sarebbe molto lungo – e forse inutile – raccontare tutte le peripezie cui questi personaggi vanno incontro. La significazione del film non nasce certamente dall'evoluzione dei protagonisti (ma chi sono e quanti sono?), ma piuttosto dal fatto di creare delle situazioni strane, ambigue, potenzialmente comiche che sono alla base di ogni spettacolo che si rispetti. Il tutto con alcuni riferimenti cinefili che non mancano mai nei film di Woody Allen (il vigile che dà inizio al film e che richiama tanto Alberto Sordi; la coppietta di Pordenone che fa venire in mente Lo sceicco bianco di Fellini, ecc.).

Si può parlare pertanto di un'opera spettacolare, senza particolari spunti tematici.

Ma il problema è che questa volta lo spettacolo segna la corda, non decolla, e si risolve in una serie di “invenzioni” che sanno tanto di improvvisato e di artificiale.

Peccato. Roma meritava qualcosa di più e di meglio.

 


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