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GLI AMANTI PASSEGGERI



Regia: Pedro Almodóvar
Lettura del film di: Adelio Cola
Titolo del film: GLI AMANTI PASSEGGERI
Titolo originale: LOS AMANTES PASAJEROS
Cast: regia, scenegg.: Pedro Almodóvar – fotogr.: José Luis Alcaine – mont.: José Salcedo – mus.: Alberto Iglesias – scenogr.: Maria Clara Notari – cost.: Tatania Hernandez – interpr. princ.: Antonio de la Torre (Alex Acero), Hugo Silva (Benito Morón), Miguel Angel Silvestre (lo sposo), Laya Marti (la sposa), Javier Cámara (Joserra), Fajardo (Carlos Areces), Raúl Arévado (Ulloa), José Maria Yazpik (Infante), Guillermo Toledo (Ricardo), José Luis Torrijo (il dott Más), Lola Dueñas (Bruna), Blanca Suárez (Ruth), Cecilia Roth (Norma Bosch), Antonio Banderas (León), Penelope Cruz (Jessica), Paz Vega (Alba), Carmen Machi (la portiera), Pepa Charro (Hostess Piluca) ¬ durata: 90’ – colore – produz: Agustin Almódovar – origine: SPAGNA, 2013 – distrib.: Warner Bros Italia (21.3.2013)
Sceneggiatura: Pedro Almodóvar

(Quasi) tutto avviene all’interno d’un aereo di cartone. Il regista farà di tutto per convincere gli spettatori che il suo film è pura fiction “lontana da ogni riferimento alla realtà”. Perché, allora, e PER CHI dirige il film?

 

Campo d’aviazione. Gli addetti allontanano i ceppi che bloccano le ruote del grande velivolo che si prepara al decollo. Qualcosa s’inceppa e compromette il meccanismo del carrello dell'aereo… che però riuscirà a partire dopo un secondo incidente casuale. I due sposini incaricati del trasporto a bordo dei bagagli dei passeggeri discutono animatamente dopo che lei ha provocato involontariamente la caduta di valige e pacchi zeppi di oggetti personali. Lui è preso alla sprovvista quando lei gli confida d’essere incinta. Sono tuttavia felici dell’arrivo d’una nuova vita. Il loro ruolo termina lì e non vedremo più nel film i due interpreti, celebri star cinematografiche, qui soltanto specchietti per le allodole. Si parte. Tutto bene…solo fino a quando il personale di bordo viene informato delle conseguenze del piccolo incidente iniziale. L’aereo non può allontanarsi dalla città di partenza per il mancato funzionamento del carrello che non permetterà di atterrare in Messico. Assistiamo alla disperata ricerca d’un aeroporto attrezzato per un atterraggio d’emergenza. Quando la reale situazione di pericolo arriva a conoscenza dei passeggeri, distribuiti nei classici reparti di prima e seconda classe, i ricchi e i poveri!, si scatena il caos. Chi grida, chi protesta, chi si dispera, …e chi, i ricchi specialmente, dorme inconsapevole (o incosciente?) di quanto potrebbe succedere coinvolgendo tutti nel possibile comune disastro. L’occhio della cinepresa si sofferma sul personale di bordo. I tre assistenti di viaggio "sono" manichini umani con addosso divise del ruolo che interpretano, le hostess della seconda classe dormono saporitamente in compagnia dei loro assistiti ai quali hanno dato un sonnifero, i piloti sono personaggi di fiaba che discutono di sesso e di relative avventure galanti, ingollano bicchierini e manicaretti rifocillanti in attesa che dalla torre di controllo arrivino consigli e soccorsi. Nessuno dei personaggi dà segni credibili di angoscia, tutti ‘giocano’ a recitare. Qui chi trionfa è l’alcool in complicità con il sesso. Il comandante è conosciuto come bisessuale e come tale si comporta con i suoi ‘comandati’. I tre assistenti di volo danno spettacolo per “intrattenere piacevolmente i passeggeri affinché rimangano calmi” e interpretano come professionisti intermezzi comici di varietà d’avanspettacolo e allegri numeri di musical. Qualche passeggero confida ai vicini le sue prodezze extra coniugali mentre il regista con ritorni al livello terraferma le racconta nei particolari con personaggi gabbati e a loro volta protagonisti di intrallazzi amorosi sfioranti la fantascienza sessuale. L’unica femmina fatale, che si auto proclama la più celebre seduttrice del secolo, dimostra la sua preoccupazione di arrivare in ritardo all’appuntamento di chi l’attende in Messico…e non sospetta neppure che il suo nemico personale è proprio quell’elegante baffuto che le siete accanto, pagato per farle la pelle una volta atterrati in terra messicana. Quando il killer le svela l’incarico ricevuto, dà i numeri e rischia di…Ma, niente paura: “Io non ammazzo donne!”  È salva! Ma è il viaggio che non si sa come finirà. Intanto anche la distinta signora, che girava schifata gli occhi dagli amplessi di coppie disinibite, lascia andare i suoi freni personali e imita e…supera le imprese sessuali degli altri passeggeri amanti. Improvvisa arriva la notizia dalla torre di controllo: "Si è trovato il campo d’atterraggio pronto a ricevere l’aereo in difficoltà". Il regista risparmia allo spettatore la manovra pericolosissima di toccare terra senza carrello, scena sostituita dai rumori di ferraglie e grida di spavento delle persone pericolanti, che scivolano fuori dal fianco dall’aereo arrivando sulla terra ferma e si trovano in un mare di schiuma, che il regista inquadra come schiuma sporca di depositi inquinanti di solito trasportati dai maestosi fiumi nazionali. L’ultimo ad abbandonare l'aereo di cartone è, com’è consuetudine, il comandante, che incontra una brutta sorpresa. Il suo ‘compagno’, con il quale vorrebbe continuare a vivere 'da amico', rifiuta la proposta. Di solito alla fine della commedia gli interpreti si presentano al pubblico sul boccascena del palcoscenico per ricevere gli applausi e ringraziare: eccoli infatti, arrivano a passo di danza prima le hostess con l’equivoca compagnia d'un assistente di volo evidentemente di dubbia sessualità, poi i tre ‘divertenti’ (?) assistenti di volo, infine si presenta …non il comandante che avevamo già visto, ma dopo sussulti misteriosi da sotto la schiuma bianca vola, ripreso fermo in alto dall’occhio della macchina da presa, il berretto con il marchio della compagnia aerea.  FINE.

È l’ultima puntata di <Piloti>’”. Spiega il signore attempato alla signora accanto. “Non la conosco”, fa l’altra; “Comico, divertente! ”, secondo lui..  

Io dubito che lo spettatore, SE a un certo punto prende coscienza che su quell’aereo in avaria c’è anche lui tra i passeggeri, trovi divertente la situazione! Il film termina con un improbabile happy end di maniera, ma la realtà alla quale fa riferimento è tutt’altro che comica! È vero, lo spettacolo ha preso la mano al regista. Se l’autore fosse stato meno disponibile a cedere alla tentazione di esagerare raccontando una storia da favola, forse avrebbe colpito meglio il bersaglio di denunciare circostanze di vita reale nelle quali si dibattono nazioni e continenti. Ma anche le favole meno credibili hanno una loro morale. Il film non ignora motivi di speranza: gli sposini dell’introduzione godono della vita, che continua a trionfare sulle difficoltà umane; la signora, vittima designata dal killer che la risparmia, lascia tirare un sospiro di speranza; la fortunosa salvezza di tutti i passeggeri dal pericolo imminente che li minacciava e li riporta ancora una volta sulla terra ferma …anche se inquinata!, invita a ben sperare...ma in chi? E in che cosa?..

Dispiace non il film, che come tale forse potrà incontrare gli applausi dei fan del regista, ma il fatto che l’eccessiva esagerazione comica burlesca della regìa ne abbia indebolito molto il morso alla carne viva del pubblico.

È LA STORIA DEL PERSONALE DI BORDO D’UN AEREO IN AVARIA, piloti. hostess, assistenti di volo e passeggeri, I QUALI, dopo esperienze scelte ai limiti della follia disinibita in circostanze estreme, fortunosamente SI SALVANO atterrando incolumi malgrado l’avaria dell’aviogetto che li trasportava. 

L’IDEA CENTRALE, anche se indebolita dall’esagerata messinscena barocca, allusiva alle umane debolezze, esasperate oggi da circostanze esistenziali eccezionali, mette in guardia e vuole tenere desta l’attenzione di chi vive spensierato ai margini d’una realtà pericolosa che minaccia tutti, dai potenti agli umili.

*   *   *

Voglio ricordare ancora i particolari che rischiano di fare aggiungere il film all'elenco dei prodotti di consumo per sola vicenda.

"Come andrà a finire questo volo bizzarro e strampalato in chi lo guida?" È la prima domanda che lo spettatore, insieme agli ospiti dell'aereo in pericolo, si pongono, se non vogliono prendere la realtà, (forse qui) significata', soltanto come fiction d'autore al quale tutto ''è lecito''. Ed è proprio perché è d'autore che il film non può essere preso come storia 'sulle nuvole'. Non si possono permettere oggi le persone pensose di 'giocare' a vuoto e senza scopo. Il regista Almodovar ci ha abituati a film tutt'altro che stratosferici. Qui vediamo un aereo 'difettoso', a dir poco! Il rischio è che, trovandosi alto nel cielo, non riesca a riportare a terra sani e salvi i suoi passeggeri. Tra di loro, tutti nella stessa 'barca'!, c'è chi soffre il pericolo e, non sapendo come scongiurarlo, si dà da fare per sfruttare i probabili ultimi minuti di vita appagando ogni suo bisogno e istinto vitale; c'è chi si consola con partner occasionali compiacenti e disinibiti, tanto ormai chi ci potrà criticare? È vero che non manca chi dalla torre di controllo fa di tutto, a modo suo, per salvare gli ospiti della compagnia aerea 'Peninsola', consapevoli che purtroppo la sorte comune difficilmente sarà scongiurata. Ciò che particolarmente preoccupa è il fatto che tra i meno impegnati nel tentativo di salvataggio sono i responsabili della guida del velivolo. La tecnologia la conoscono e la sanno usare, hanno la perfetta conoscenza del comune pericolo che incombe su tutti, eppure, a modo loro e come meglio possono, se la passano allegramente. Antiche pulsioni e inconfessate tendenze, tenute a freno per riguardo al pubblico mentre camminavano sulla terraferma, ora lassù in aria, dove 'tutto è lecito', trovano sfogo fuori da codici etnici e convenzioni.

Se le circostanze di volo sono queste, come andrà a finire il viaggio aereo? Quando lo spettatore prende coscienza che un seggiolino di quell'aeromobile è occupato da lui, smette di divertirsi dello spettacolo 'esilarante' (?) offerto dai 'passeggeri amanti'. Ma siamo tutti matti? Vorrebbe forse gridare a chi guida e a tutti i guidati. Non avete altro da fare che prendere la cose per gioco? Qui c'è poco da stare allegri! E del resto, che cosa saprebbe suggerire il povero inesperto in guida aerea a coloro che si trovano nella cabina di comando? Se non sono loro sufficientemente saggi da prendere le giuste misure di sicurezza, a chi tocca allora? E gli esperti della torre di controllo dove sono? Cosa consigliano? Si rendono conto quelli laggiù che noi quassù siamo in pericolo di non riuscire a riportare i piedi per terra? Insomma, lo spettatore... si arrabbia! È il minimo che può fare!

Ecco, se il film è nei suoi particolari la metafora della "Penisola" del titolo, sia essa Iberica (così la vuole il regista), Italiana o qualunque altra, c'è poco da stare allegri! Se poi, com'è vero, tutta la terra emersa dagli oceani è 'penisola', fuori metafore, in condizioni precarie e pericolose, allora la fiction da comica diventa annebbiato specchio d'una realtà drammatica che potrebbe degenerare in tragedia.  

I riferimenti ai 'grandi della finanza' e ai potenti della politica non mancano nel film, ricordati soltanto dai giornali e dalle battute 'sciocche' degli ospiti della "PENINSOLA". (Adelio Cola, Torino 9 aprile 2013)

 


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