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SINAPUPUNAN - THY WOMB



Regia: Brillante Mendoza
Lettura del film di: Franco Sestini e Gian Lauro Rossi
Titolo del film: SINAPUPUNAN
Titolo originale: SINAPUPUNAN
Cast: regia.: Brillante Mendoza – scenegg.: Henry Burgos - mont.: Aniceto Serraon – fotogr.: Odyssey Flores – scenogr.: Dante Mendoza – cost.: Endi Truong Balbuena – mus.: Teresa Barroso – interpr.princ.: Nora Aunor (Shaleha), Bembol Rocco (Bangas) – durata: 100’ – colore – produz.: Brillante Mendoza – origine: FILIPPINE, 2012 –
Sceneggiatura: Henry Burgos
Nazione: FILIPPINE
Anno: 2012
Presentato: 69 Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia 2012 – CONCORSO VE69
Premi: 1. Premio Taddei MENZIONE SPECIALE perchè «riesce a cogliere i valori di una comunità che vive sospesa tra modernità e tradizione dove gli affetti devono venire sacrificati dagli obblighi sociali della religione». - 2. Premio La Navicella Venezia Cinema

È la storia di una coppia di coniugi: Bangas (il marito che fa diversi mestieri, fra cui il pescatore e il trasportatore marittimo) e Shaleha (la moglie che oltre a mandare avanti la casa, è la levatrice di quel gruppo di isole e fabbrica anche tappeti vegetali). La coppia sarebbe felice, se non fosse che Bangas ha un cruccio: non possono avere bambini (per colpa di lei) e, pur avendone adottato due, l’uomo sente la necessità di avere un «figlio suo». Ne parla con la moglie che si dichiara disposta ad acconsentire che il marito si sposi con un’altra donna e con lei riesca a coronare il suo sogno.  

Il racconto si sviluppa in questo modo:

1.La nascita di un bambino, documentata dal vero, mostra i due coniugi che svolgono funzione di levatrici, e sono felici di fare ciò, perché assistono alla venuta al mondo di una nuova vita;

2. Si susseguono diversi episodi che rappresentano la vita dei due coniugi in quei luoghi paradisiaci. Ma in questi luoghi in cui si vive in pace, secondo i dettami della religione (in pieno connubio con una natura incontaminata e tra persone estremamente gentili, rispettose e ricche di attenzioni verso il prossimo), si constata comunque la presenza di alcune barche su cui viaggiano dei rapinatori, che fanno irruzione e sparano per rubare le poche cose che gli abitanti hanno a disposizione. In uno di questi episodi Bangas, resta ferito, cade dalla barca ed è in pericolo di vita, ma, il soccorso della moglie che si getta in acqua, evita una tragedia;

3. La rappresentazione di un forte temporale estivo produce tanta paura, ma, terminata la pioggia, esce il sereno che fa insorgere il sentimento della speranza, agevolato anche dalla bellezza del paesaggio che si illumina di un azzurro terso, sintomo anche di una speranza per un domani migliore;

4. Vengono anche rappresentate diverse attività, semplici o importanti, dalla pesca alla confezione di tessuti artigianali, dalla realizzazione di un mercato fino alla cura delle reazioni amicali;

5. Segue poi la ricerca di una nuova candidata per soddisfare il desiderio del marito di avere un figlio proprio, procedura permessa anche dalla religione del luogo. Questa ricerca assume un significato notevole: Shaleha fa tutto questo per il marito, consapevole che poi lo avrebbe perso. Inizia la faticosa ricerca della candidata a nozze, poiché in quelle zone, la moglie, prima del matrimonio, esige dei soldi: la prima scelta cade su una donna troppo cara (200.000 pesos), la seconda, che richiedeva un prezzo piú modesto, non si riesce ad incontrarla, mentre la terza, al costo di 150.000 pesos, viene contattata e «fermata»; si tratta poi di recuperare il denaro: una parte li possiede la coppia, altri li ottengono da amici e parenti, e la rimanenza la recuperano vendendo il motore della barca. Si giunge cosí al giorno dell’incontro e la sposa – molto piú giovane di Shaleha e molto carina, impone delle regole: appena nascerà il primo figlio, la «vecchia» moglie abbandonerà la casa e lei ne rimarrà l’unica padrona; sia pure a malincuore, Bangas, anche con l’assenso della moglie, accetta questa clausola e si arriva cosí alla conclusione della cerimonia;

6. Infine, dopo il parto della nuova moglie (parto condotto dalla moglie/levatrice), Shaleha conferma al marito il sesso maschile del bambino che amorevolmente, ma sollecitata da Bangas, consegna alla «nuova» moglie. Non ci viene mostrato l’allontanamento da casa della ex-moglie, ma è facilmente immaginabile. Al momento della consegna del figlio, volge lo sguardo all’orizzonte dove uno stormo di gabbiani si allontanano verso un tramonto incantevole. Il volto della donna, levatrice e moglie allontanata, assume lineamenti particolari che, al tempo stesso, le danno un’espressione triste, gioiosa e serena. Da ciò scaturisce che Shaleha è la vera eroina del film: si prodiga per mandare avanti la coppia e quando il marito decide che vuole dei figli – che lei non può dargli – non esita a mettersi in cerca di una donna fertile che possa soddisfare questo suo desiderio.

L’idea centrale del film pare essere questa: «in una terra incontaminata, che fa pensare ad un paradiso terrestre, pur colpita da violenze prodotte dalla cattiveria umana, dove sono ancora presenti tradizioni secolari che considerano l’uomo piú importante della donna e dove si svolgono riti religiosi matrimoniali (pattuiti dai genitori e con congrue doti) arcaici, ma gioiosi, che caratterizzano questi popoli, viene presentata una donna che ha connaturato in sé un profondo senso dell’amore umano, che va oltre tale dimensione per avvicinarsi ad una forte spiritualità naturalistica, trascendendola».

Il film è positivo e gradevole, la fotografia è ottima e non si sbaglia a consigliarne la visione.

 


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