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LOVE IS ALL YOU NEED



Regia: Susanne Bier
Lettura del film di: Adelio Cola
Titolo del film: DEN SKALDEDE FRISOR
Titolo originale: DEN SKALDEDE FRISOR
Cast: regia.: Susanne Bier – scenegg.: Susanne Bier, Anders Thomas Jensen - mont.: per mille Bech Christensen e Morten Egholm – fotogr.: Morten Seborg – mus.: Johan Soderqivst – scenogr.: Peter Grant – costumi: Signe Sejlund - interpr. princ.: Pierce Brosnam, Trine Dyrholm, Sebastian Jessen, Molly Blixt Egelind – durata: 112’ – colore – produz.: Sisse Graum Jorgensen, Vibeke Windelev – origine: DANIMARCA SVEZIA, 2012 – distrib. intern.: Teodora Film (30.12.2012)
Sceneggiatura: Susanne Bier, Anders Thomas Jensen
Nazione: DANIMARCA SVEZIA
Anno: 2012
Presentato: 69 Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia 2012 – FUORI CONCORSO

Ida e Philip sono rispettivamente madre e padre di due giovani alla vigilia del matrimonio. Lei è sposata con un uomo rozzo e ignorante che la tradisce con una giovane impiegata; lui è un facoltoso commerciante all’ingrosso di frutta e verdura, vedovo da anni, ma interessatamente seguito da una matrona con tutte le più ripugnanti prerogative(“sei la persona peggiore che io ho conosciuto!”). I prossimi sposini celebreranno il matrimonio in Italia dove risiedono i loro parenti. Incredibilmente Ida e Philip non si conoscono,non si sono mai incontrati. Un incidente di macchina li fa “scontrare”.

Con il tempo scoprono di piacersi a vicenda e si prevede come la storia andrà a finire. Incontri con numerosi personaggi invitati per le nozze dei fidanzati danno origine a episodi esilaranti, talvolta sopra le righe, interpretati con forzata naturalezza. L’umorismo contrasta e al tempo stesso tempera il clima teso dell’ambiente che via via accumula tensioni e litigi, dispetti e frequenti bugie esplosive. Per farla breve, ma la sceneggiatura tira molto per le lunghe!, il matrimonio non si farà perché….non s’era da fare: “non siamo fatti l’una per l’altro, confessa candidamente la fidanzata…vedo voi, dice rivolgendosi agli invitati, tutti vecchi e grassi e forse fedeli, ma io non voglio fare la vostra fine”. Il fidanzato che la conosceva da appena tre mesi, l’aveva sempre trattata con amorevole distacco e finto attaccamento, tanto da provocare la partenza di lei mentre s’allontana: “sono stanca delle tue bugie; dobbiamo deporre la maschera!”. In occasione di un incontro casuale, egli si scopre attratto dai giovani della sua età e non da lei.ì Il mezzo orso del marito di Ida tenta di riconciliarsi con la moglie (“senza di te non posso vivere”), ma lei lo allontana: il destino la fa incontrare definitivamente con Philip. “Mamma, le aveva chiesto un giorno fidanzata, quando e come hai capito che il papà sarebbe stato l’uomo della tua vita? E io come posso sapere che l’uomo della mia vita è il mio fidanzato?”; “con il tempo, risponde sua madre. E poi tu non sei cattolica e nel caso….”; “ma mamma ci vedi già divorziati!?”. Commento della madre: “la vita non offre garanzie. Il rischio esiste sempre!”.

Questo sottile dubbio/ minaccia è nel film spesso presente e si manifesta nelle numerose coppie di parenti e amici, invitati al matrimonio degli sposi promessi e finisce per diventare una indiretta esortazione a non contrarre impegni definitivi come quello di fondare una stabile famiglia, senza garanzia sul futuro felice che gli sposi, ad esempio, giustamente si aspettano.

Il film soprattutto nella prima parte non presenta particolari pregi di regia e di interpretazioni. Le riprese si susseguono raccontando con chiarezza e talvolta banalmente ciò che succede ai personaggi quasi tutti di estrazione “comune”. Il regista carica di simpatica attrattiva la madre della fidanzata che sfoggia un’abbondante parrucca bionda dopo la cura chemioterapia che le ha fatto superare (“ma chissà!”) il cancro. “Ma sarò veramente guarita? Chiede allo specialista. Ho scoperto un nodulo sul collo”; “il suo, risponde l’altro, è un nodulo psicologico; succede a molte persone. È veramente guarita, si sottoporrà a controlli periodici per precauzione”.

La simpatia degli spettatori per lei è assicurata! Anche Philip, molto provato da sventure passate e da circostanze crudeli presenti, è candidato a guadagnarsi un po’ di simpatia del pubblico: è gentile, generoso,umile con il figlio, riconoscendo di essere vissuto più piangendosi addosso che interessandosi a lui e alla fine si mostra umanamente molto più ricco di quanto lo sia sotto il profilo economico.

I valori e i limiti del film, bene evidenziati dalla condotta dei due protagonisti, sono evidenti e non presentano ambiguità di interpretazioni agli spettatori adulti che, del resto, in quest’ultimo tempo hanno constatato la frequenza in cui i film trattano temi e problematiche che riguardano la famiglia.

 


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