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LES PLAGES D’AGNES



Regia: Agnès Varda
Lettura del film di: Franco Sestini
Titolo del film: LES PLAGES D’AGNES
Titolo originale: LES PLAGES D’AGNES
Cast: regia, scenegg.: Agnès Varda - scenogr.: Franckie Diago - fotogr.: Alain Sakot, Helene Louvart, Arlene Nelson - mont.: Jean-Baptiste Morin, Baptiste Filloux - mus.: Joanna Bruzdowicz, Stéphane Vilar, Paule Cornet - suono: Olivier Goinard - interpr.: Agnès Varda - durata: 110' - colore - produz.: Cine Tamaris - origine: Francia, 2008 - distrib.: Roissy Films
Nazione: FRANCIA
Anno: 2008
Presentato: 65. Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia - 2008 - Fuori Concorso

E’ la storia di Agnès Varda, raccondata da Agnès Varda e interpretata da Agnès Varda e dai suoi amici e parenti; mi spiego meglio: il film narra – all o scoccare degli ottanta anni per la grande regista franco/belga – come sono trascorsi questi anni e, soprattutto, insieme a chi e facendo cosa. è passato questo tempo.

La prima infanzia - quella che la fa innamorare della spiagge (les plages) - trascorre in Belgio, dove Agnès nasce da padre greco e madre francese; questo amore per le spiagge è un motivo – inizialmente solo paesaggistico, dopo qualcosa di più – che la seguirà per tutta la vita, e dal quale non si staccherà mai; i suoi film (più di trenta) hanno sempre qualche riferimento al mare ed alle spiagge e la regista commemora questo aspetto della sua vita con una mostra di foto realizzata sulla battigia, comprendente i volti di quasi tutta una popolazione del villaggio dove abitava.
Dopo la scuola approda al cinema transitando dalla fotografia dove si specializza e lavora assiduamente in uno studio; il passaggio al cinema è quasi d’obbligo e la vede subito trionfare con un film memorabile (CLEO DALLE 5 ALLE 7); da quel momento la sua attività è in discesa e non ha problemi a trovare finanziamenti e collaborazioni per gli altri suoi film.
Per mostrare questa sua attività, la regista utilizza un sistema assolutamente originale: in alcuni casi, dopo aver presentato una sequenza del film originale (in bianco e nero), ricrea la stessa sequenza adesso con nuovi attori o, in alcuni casi con gli stessi o con i figli dei collaboratori di allora.
E quindi è una carrellata di attori famosi che si vedono giovani e come sono adesso; farò solo alcuni esempi della lunga carrellata: si va da Depardieu (almeno cinquanta chili fa) a Resnais, dalla Deneuve a Jaques Demy, quello che è stato il compagno di una vita per la Varda; quest’ultimo, attore ma soprattutto regista famoso, ha diretto molti film – da notare che ha vinto anche un Leone d’Oro a Venezia – ed è scomparso nel 1991, stroncato dall’AIDS dopo una terribile agonia.
Le battaglie della Varda per il femminismo e per l’aborto, vengono ricordate con affetto e con immagini dell’epoca sempre molto belle; ed anche i suoi viaggi – a Cuba, in Cina e negli U.S.A. – risaltano con grande dovizia di particolari, il tutto sempre molto colorato e pieno di volti ripresi con affetto.
Fra le miriadi di cose che il film ci racconta – ricordiamo che sono quasi sessant’anni di attività, narrati da una mente ancora lucidissima – mi ha particolarmente colpito il racconto di come lei ed il marito girarono insieme, nella stessa strada – che poi era quella di fronte alla loro casa – due film, uno per ciascuno, con l’intesa che il set di Demy prendeva la strada a sinistra della porta di casa ed il suo la parte destra; adesso la Varda è tornata in quella strada ed ha ricreato il suo set, che manco a farlo apposta era rappresentato da una spiaggia, ed ha incontrato gli abitanti e i bottegai del luogo che l’hanno festeggiata e dai quali sono scaturiti gustosissimi aneddoti.
Al termine del film, scorrono i titoli di coda e – subito dopo – un avviso chiede al pubblico di non uscire perché c’è ancora qualcosa ed infatti si apre la porta di casa della Varda e si vede che di fronte c’è una nutrita schiera di persone che sono venute a festeggiare i suoi 80 anni, portandole ciascuno una scopa, per rispettare così il detto delle 80 scope che spettano agli ottantenni (per la verità qualcuno, in forma scherzosa, invece della scopa ha portato lo scopetto del water, cosa che ha suscitato l’ilarità di tutti, a cominciare dalla brava Agnès): anche questo è un modo per mostrarci come la Varda è ancora nel cuore di tutti, cinefili e gente comune,
Che dire del film nel suo complesso? A mio giudizio è una chicca, come una gustosa caramella della quale ti rimane in bocca il sapore per molto tempo.
Siamo in presenza di un’artista che ha avuto una vita artistica felicissima, che è stata molto ammirata da pubblico e critica e che al compimento dei suoi 80 anni – ancora perfettamente lucida, mi piace ripeterlo – si fa questo regalo che è nient’altro che una sorta di album delle fotografie – per noi comuni mortali – e diventa per lei questi 110 minuti di rappresentazione dei suoi ricordi, dei suoi amori, delle sue amicizie e dei suoi film.
Non a tutti è dato di raggiungere gli 80 anni così in forma – sia come testa che come fisico – e quindi possiamo affermare che alla regista franco/belga le cose sono andate bene sia come professione e sia nel privato: i tanti film realizzati, quasi tutti ammirati da pubblico e critica, e la bella storia d’amore con Demy, concretizzatasi in tanti anni vissuti insieme felicemente, è quanto ha avuto e la sua arte è quanto ci ha donato: difficile stabilire chi deve dare e chi deve avere; diciamo che siamo pari e, dop esserci associati agli auguri di Buon Compleanno, aspettiamo il prossimo film di Agnès Varda. (Franco Sestini)
 
 


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