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BUMAZNYJ SOLDAT (Paper soldier)



Regia: Aleksei German Jr.
Lettura del film di: Franco Sestini
Edav N: 363 - 2008
Titolo del film: BUMAZNYJ SOLDAT (PAPER SOLDIER)
Titolo originale: BUMAZNYJ SOLDAT
Cast: regia: Aleksei German Jr. - scenegg.: Aleksei German Jr., Vladimir Arkusha - scenogr.: Sergei Kakovkin, Eldar Karhalev - fotogr.: Alisher Khamidhodjaev, Maxim Drozdov - mont.: Sergei Ivanov - mus.: Fedor Sofrnov - cost.: Elena Malich - suono: Tariel Gasan Zade - interpr.: Merab Ninidze, Chulpan Khamatova, Anastasya Sheveleva - durata: 118' - colore - produz.: Phenomen Films - origine: Federazione Russa, 2008 - distrib.: Elle Driver
Nazione: FEDERAZIONE RUSSA
Anno: 2008
Presentato: 65. Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia - 2008 - In Concorso - LEONE D'ARGENTO (REGIA), Premio OSELLA MIGLIOR FOTOGRAFIA

E’ la storia di Daniel, un capitano medico in servizio presso il cosmodrono di Alma-Ata, in Kazakistan, durante le prove e gli allenamento per il lancio del primo uomo nello spazio; il medico assiste con trepidazione a tutte le stressanti attività dei cosmonauti rimasti in lizza e – pur certo della storicità dell’evento e quindi dell’importanza per il proprio paese – è anche conscio della pericolosità dell’evento e dei rischi cui vanno incontro i militari già nella fase degli allenamenti.

Daniel è sposato a Mosca con una collega, Nina, ed ha una relazione ad Alma-Ata con una ragazza, tenera ma complicata, dal nome di Vera, che si prende cura di lui che già comincia ad accusare lancinanti mal di testa ed altre mancanze che si presentano sempre più spesso.
Continuano gli allenamenti dei giovani che aspirano a diventare cosmonauti e Daniel matura sempre più l’idea che la pericolosità della situazione non sempre è ripagata dalla grandiosità dell’evento; in occasione di una sua visita a Mosca, parla di questo con Nina e con gli amici e la moglie si dichiara a favore delle sue idee ed anzi lo invita a recedere dall’impresa, ma Daniel non l’ascolta ed anzi si allontana da lei.
Rientrato alla base, assiste impotente alla morte di uno dei candidati cosmonauti che rimane bruciato in occasione di una simulazione all’interno della capsula che entrerà in orbita; l’acuirsi del male sembra in relazione allo scioccante evento e Daniel comincia ad avere colloqui – ovviamente fantastici – con i propri genitori, morti, il padre un celebre chirurgo e la madre una gran donna che stette sempre vicina al marito: entrambi gli dicono che si vedranno presto e staranno insieme, in quanto anche lui morirà e li raggiungerà in quel luogo dove loro già si trovano, nel quale peraltro “si sta proprio bene”.
Nel frattempo l’addestramento dei giovani astronauti è giunto alla fine e viene prescelto – come è noto – Juri Gagarin; Daniel però non ha la soddisfazione di vedere la partenza della capsula spaziale e tanto meno il rientro, con il cosmonauta incolume, in quanto l’ennesima crisi lo porta alla morte: è assistito fino alla fine dalla moglie Nina che, pur avendo appreso della relazione con Vera, non si interpone in questi momenti finali che vedono Daniel insieme ad entrambe le donne della sua vita.
Dopo la morte di Daniel e passata la “sbornia collettiva” per la conquista dello spazio, vediamo le due donne, che sono andate a vivere insieme a Mosc: le ritroviamo insieme ai vecchi amici di una volta, mentre parlano delle solite cose, dei soliti sogni che però non si avverano mai, della solita politica; e Nina e Vera si comportano come due sposi – lasciamo stare l’aspetto sessuale che nel film non c’è assolutamente – e l’ultima preoccupazione della “coppia” è quello di rifare le tendine per la cucine: che colore usare? Alla fine entrambe concordano per un giallo; appare evidente che le due non si risposeranno in quanto entrambe continuano ad essere innamorate di Daniel.
Gli argomenti presente nella narrazione sono diversi, ma almeno tre sono molto evidenti: il primo è l’interrogativo che l’autore si pone sul fatto se sia giusto che questi giovani, in tempo di pace, si sottopongano a rischi altissimi in nome della gloria della patria e, in particolare per la supremazia nella gara dello spazio: è un argomento che l’autore sviluppa abbastanza facendo apparire che Daniel non è d’accordo su questa forma di sacrificio.
L’altro argomento è la difficoltà di superare la presenza “incombente” di un genitore, autorevole, bravissimo e stimato da tutti: nel film sono diversi i momenti nei quali alcune persone – amici o semplici conoscenti – si rivolgono a Daniel per ricordare l’illustre padre, la sua grande “mano” come chirurgo ed anche la sua estrema umanità nei confronti dei pazienti; Daniel incassa e apparentemente “subisce” questi apprezzamenti in una tensione psicologica che forse è anch’essa importante per la malattia che lo condurrà alla morte.
Il terzo argomento che ho avuto modo di rilevare è la descrizione del rapporto che Daniel instaura con le due donne: così come l’autore ce lo descrive, sembrerebbe che Daniel subisca la loro presenza ma al tempo stesso ne abbia bisogno: le due donne sono totalmente diverse ed infatti, alla professionalità ed alla preparazione di Nina, bella, brava, spiritosa e professionalmente competente, fa riscontro Vera, con la sua ostentata superficialità e l’atteggiamento a pazzerella della ragazza: a questo proposito è significativo l’acquisto di una vasca da bagno, con il rifiuto di farsela recapitare a domicilio ed il trascinamento della stessa culminato con la domanda che la ragazza pone a se stessa: “ma ora che ci ripenso, che me ne faccio di questo oggetto?”, frase che, se osserviamo bene, contiene tutte le caratteristiche della ragazza che ho sopra elencato.
C’è poi, aleggiante sull’intera narrazione, la descrizione del “nuovo” atteggiamento dei russi che rinnegano totalmente l’epoca staliniana e sperano – ora che è cambiato sistema di potere – di approdare ad un nuovo stile di vita: la conquista dello spazio in anticipo sugli altri paesi “capitalisti” (l’America “imperialista” in testa) è una prima vittoria del nuovo corso politico nel quale la gente, dall’umile contadino, al soldato ed anche al laureato, ostenta di credere ciecamente.
Il problema è che queste “idee parziali” non si coagulano in nessun modo e rimangono assolutamente ognuna a se stante, senza neppure che una prevalga sulle altre, in quanto sono proprio delle idee alle quali l’autore conferisce lo stesso peso strutturale.
Per il resto, il film avrebbe anche una sua dignità espressiva, in quanto è ben realizzato – sia pure in pretto stile “russo – con assoluta padronanza delle recitazioni degli attori e con ottimo utilizzo delle immagini che appaiono sempre costruite in forma espressiva. Però, mettere nella sezione “in concorso” questo film mi sembra che vada completamente contro la logica della manifestazione. (Franco Sestini)
 


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