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JERICHOW



Regia: Christian Petzold
Lettura del film di: Olinto Brugnoli
Titolo del film: JERICHOW
Titolo originale: JERICHOW
Cast: regia, scenegg.: Christian Petzold – scenogr.: Kade Gruber – fotogr.: Hans Fromm – mus.: Stefan Will – mont.: Bettina Bohler – cost.: Anette Guther – arred.: Jutta Lilli Erasin – interpr.: Benno Furmann (Thomas), Nina Hoss (Laura), Hilmi Sozer (Ali), Andrè Hennicke (Leon), Claudia Geisler (amministratrice), Marie Gruber (cassiera), Knut Berger (poliziotto) – durata: 93’ – origine: Germania, 2008 – colore – produz.: Schramm Film Koerner & Weber, Br, Arte
Nazione: GERMANIA
Anno: 2008
Presentato: 65. Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia - 2008 - Concorso

Il regista. Nato nel 1960 e considerato uno dei talenti del Nuovo Cinema Tedesco, Christian Petzold ha ottenuto numerosi riconoscimenti in patria, ma anche fuori, come il Premio per la miglior sceneggiatura al Film Festival di Tessalonico e al Festival del film di Valenciennes assegnato al suo primo lungometraggio, il dramma politico Die Innere Sicherheit.

La vicenda. Dopo la morte della madre, Thomas, un ex militare giovane e forte che ha combattuto in Afghanistan e che è stato congedato dall’esercito con disonore, resta completamente senza soldi. I risparmi che aveva racimolato per ristrutturare la casa della madre, infatti, gli vengono sottratti con la violenza da uno strozzino. Thomas cerca un lavoro e deve accontentarsi della raccolta stagionale dei cetrioli. Un giorno, fatalmente, ha occasione di salvare da un incidente automobilistico Ali, un ricco uomo d’affari turco che controlla, con l’aiuto dell’affascinante moglie Laura, una catena di snack bar. Ali, cui è stata ritirata la patente per ubriachezza, offre a Thomas di fargli dapprima da autista, poi di aiutarlo nelle consegne e nel controllo dei suoi dipendenti. Nel frattempo la vicinanza di Thomas con Laura sfocia in una passione che diventa sempre più incontrollabile, e Thomas avrà occasione ancora una volta di salvare la vita al suo principale. Quando Ali finge di partire per la Turchia (in realtà si reca a Lipsia in una clinica per problemi cardiaci) l’amore tra Thomas e Laura esplode. La donna racconta la sua storia: è stata in prigione ed è piena di debiti. Ali l’ha “salvata” sposandola, ma la tiene sotto ricatto. I due decidono di organizzare un piano per eliminare Ali ed essere così liberi di amarsi. Ma quando Ali ritorna e confessa alla moglie che non gli restano che due mesi di vita ed esprime la volontà di lasciare tutti i suoi averi a lei, la donna cerca di fermare il piano. Ma Ali capisce tutto e, dopo aver imprecato contro i due, si lancia con la macchina nel vuoto, suicidandosi.
Il racconto procede con una struttura lineare e indaga sui tre personaggi che reggono tutta la storia. Emergono subito alcuni elementi tematici che acquistano un certo grado di universalità alla luce di certe immagini che ritornano spesso: sono le immagini della strada, delle automobili, del buio, che suggeriscono (senza tuttavia diventare un elemento strutturale portante) l’idea della vita, dell’andare verso una meta oscura e drammatica. I due elementi strutturali (e tematici) più importanti sono rappresentati dal denaro e dall’amore (inteso come passione e desiderio). Fin dall’inizio la sorte di Thomas sembra essere segnata dalla mancanza di denaro che condizionerà tutte le sue scelte. Ali è preoccupato solo dai soldi e vive in uno stato di continua tensione per paura di essere imbrogliato (dai dipendenti, dai fornitori, dalla stessa Laura). Laura è stata in galera per motivi di denaro e tuttora deve sottostare al marito a causa di un grosso debito che grava su di lei. Per quanto riguarda l’amore le cose non vanno decisamente meglio. L’amore tra Ali e Laura è un vero e proprio “contratto” che li lega indissolubilmente, ma che li porta anche a cercare di imbrogliarsi reciprocamente (Laura infatti “tradisce” il marito con un fornitore, solo per racimolare un po’ di soldi ed essere un po’ più indipendente). L’amore tra Thomas e la donna, che esplode inevitabilmente, è solo un amore passionale ed è condizionato dal denaro. «Fate gli eroi finché non servono i soldi», afferma Laura di fronte all’incapacità di Thomas di affrontare la situazione di petto. E ancora: «Non ci si può amare senza soldi». Ed ecco allora la necessità di organizzare il piano criminoso: per potersi “amare” i due devono eliminare Ali ed impossessarsi dei suoi averi. E non sarà più possibile tornare indietro, nonostante il tentativo di mandare tutto all’aria. Quando infatti Ali, forse nell’unico momento di grande umanità e di verità del film, manifesta il suo amore per la moglie decidendo di intestarle i suoi beni (e addirittura suggerendole di farsi aiutare da Thomas), riconosce anche il suo smacco, il suo fallimento:«Vivo in un Paese che non mi vuole, con una donna che ho comprato». Ali, nonostante la sua apparente sicurezza, è un vinto, un uomo votato in ogni caso alla morte, ma una morte che diventa disperata e preceduta da imprecazioni: «Bastardi!». Ma anche gli altri personaggi non risultano vincitori. L’ultima invocazione di Laura, che pronuncia il nome del marito, lascia intendere che è impossibile costruire la propria felicità a spese degli altri. In un mondo dominato dal denaro che inquina e rovina anche le cose più belle, in questo intreccio perverso di cinismo e di avidità, tutti sono dei vinti, perché non c’è più spazio per l’umanità. (Olinto Brugnoli) 
 


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