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PUCCINI E LA FANCIULLA



Regia: Paolo Benvenuti
Lettura del film di: Eugenio Bicocchi
Titolo del film: PUCCINI E LA FANCIULLA
Titolo originale: PUCCINI E LA FANCIULLA
Cast: regia: Paolo Benvenuti - scenegg.: Paola Baroni, Paolo Benvenuti - scenogr.: Paolo Benvenuti, Aldo Buti - fotogr.: Giovanni Battista Marras - mont.: Cesar Meneghetti - mus.: Carlo Carignani (1912) di G. Puccini da "La fanciulla del West" - cost.: Simonetta Leoncini - suono: Mirco Mencacci, Alberto Amato - interpr.: Tania Squillario, Riccardo J. Moretti, Giovanna Daddi, Debora Mattiello, Federica Chezzi - durata: 84' - colore - produz.: Arsenali Medicei - origine: Italia, 2008
Nazione: ITALIA
Anno: 2008
Presentato: 65. Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia - 2008 - Fuori Concorso

La vicenda del film si rifà a un episodio drammatico e imbarazzante in cui è stato coinvolto il compositore Giacomo Puccini: il suicidio della sua giovane cameriera Dora Manfredi.

Benvenuti vuole fare chiarezza su quell'avvenimento storico in cui sono coinvolte più persone. Questo spiega l'assenza, nel film, di un vero e proprio protagonista o, semmai, la difficoltà dell'individuazione.
Forse ci si può tirare fuori dall'empasse affrontando personaggio per personaggio.
Uno dei principali è, senz'altro, Puccini.
Egli è impegnato nella creazione della partitura dell'opera La fanciulla del West.Sono diversi i momenti, nel corso del film, in cui il Maestro è al pianoforte intento a comporre.
In questo contesto egli prova una forte attrazione per una donna, Giulia, abito rosso, che si esibisce cantando nel locale "La terrazza di Emilio", una costruzione in legno a forma di capanna aperta, che, sorretta da palafitte, si affaccia sul lago, mentre dalla parte opposta è contigua al giardino della grande villa di Puccini. Da una delle finestre della propria casa Puccini può vedere Giulia, quando, nel corso di una canzone, si porta, con disinvoltura, presso l'ingresso.
Oltre alla attrazione amorosa, il Maestro vede in Giulia un modello ispiratore per i personaggi dell'opera che sta componendo. In particolare per la protagonista Minnie, la "fanciulla" che si rivela in grado di gestire un proprio locale.
Puccini riesce a stabilire appuntamenti segreti con Giulia grazie alla giovane domestica Dora (cugina di Giulia stessa) che viene comandata di portare furtivamente i bigliettini con le informazioni necessarie per l'incontro d'amore.
Puccini è in relzione stretta anche con un'altra donna, Sybil, che, in quanto soprano, esegue le sue arie.
La domestica Dora Manfredi sembra essere la coprotagonista del film. Infatti è lei che gioca il ruolo di messaggera d'amore. Compito che, richiedendo ammiccamenti con il padrone o atteggiamenti verso di lui che possono essere fraintesi, come di fatto avviene, la mette in sospetto agli occhi prima della figlia e poi della madre, la signora Elvira moglie di Puccini. Costei accecata dalla gelosia si convince che la giovane domestica sia l'amante di suo marito. La fa allontanare da casa, la isola in una inadatta costruzione da un'altra parte del lago. La accusa davanti al parroco che immediatamente sgrida la giovane e successivamente in chiesa, durante la messa, nega a questa la comunione.
Dora disperata, mentre Puccini è lontano, si avvelena. Il referto dei medici dice che la giovane servetta era "pura".
L'idea centrale di questo film va mutuata dalla tematizzazione della materia narrativa che vuole, facendo luce sui torbidi risvolti della storia, riabilitare l'innocente servetta. Un atto di giustizia (sempre che la ricerca storica e archivistica su cui si basa il film sia stata con competenza condotta). La materia narrativa inoltre contiene alcuni elementi di accusa circa l'andamento tragico di quei fatti. Benvenuti individua nella gelosia folle di Elvira, la moglie di Puccini e nella crudeltà vendicativa della figlia Fosca gli elementi attivi e scatenanti la tragedia. Ma bolla anche, in maniera impietosa, il sacerdote che forse per compiacere la signora Puccini non si preoccupa di ricercare la verità. E abbraccia la tesi della colpevolezza. (Eugenio Bicocchi)
 


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