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I’M CAROLYN PARKER: THE GOOD, THE MAD, AND THE BEAUTIFUL



Regia: Jonathan Demme
Lettura del film di: Adelio Cola
Titolo del film: I’M CAROLYN PARKER: THE GOOD, THE MAD, AND THE BEAUTIFUL
Cast: regia, sceneggiatura e fotografia: Jonathan Demme – montaggio: Ido Haar – Musica: Zafer Tawil – colore – durata: 91’ – produzione: Clinica Estetico, Jacob Burns Film Center e American Documentary/Pov – origine: USA, 2011
Sceneggiatura: Jonathan Demme
Nazione: USA
Anno: 2011
Presentato: 68. Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia - 2011 – Orizzonti

Film documentario sulla vita della protagonista, intervistata sulle vicende della sua vita, le sue convinzioni religiose e sociali e indirettamente sulla sua fede politica. Circa quest’ultima è presto detto: lei diffida dei profittatori alto locati, conosce le leggi ed esige che vengano rispettate e applicate. Il disastro provocato dal tifone Katryna nel 1995, crollo della grande diga artificiale, conseguente ‘tsumani’ che inondò e distrusse il quartiere dei poveri, i cosiddetti ‘bassifondi urbani’, aveva divorato anche la sua casa, modesta fin che si vuole ma …era “la sua”. Il governo ha promesso la ricostruzione entro un ragionevole periodo di tempo. Anche in quella lontana periferia americana, come succede anche altrove, i superstiti vengono ricoverati provvisoriamente in metallici container. Quando lei si presenta ai responsabili della legge con quel suo tono sicuro e deciso: «Io sono Carolyn Parker», che tutti conoscono e “temono” per la sicurezza e decisione nell’esigere il rispetto dei suoi giusti diritti, chi la ascolta non può illudersi che Carolyn ‘deponga l’osso’ prima d’averlo ben rosicchiato e consumato. Tre anni è durata la provvisorietà. Adesso basta! Con l’intervento decisivo di squadre di operai volontari, dopo aver minacciato e allontanato un impresario che, invece di comportarsi con onestà, faceva i suoi sporchi interessi, dopo due anni la casa distrutta torna a ‘rivivere’, bella e comoda com’era prima. Ora la proprietaria è proprio felice: «Una cosa sola mi resta da fare, ringraziare Dio. Voi lo sapete quanto ho pregato. Egli mi ha esaudita!» l’avevamo vista, infatti, frequentare devotamente la chiesa cattolica, messa e funzioni religiose. Ma quel luogo di culto non era il suo, quello di prima dell’inondazione. Esige ciò che otterrà contro il parere di gente potente ed influente nelle decisioni politiche: la “sua chiesa” viene restaurata e riaperta ai fedeli. Il film offre all’ammirazione del pubblico la forza di volontà e di solidarietà civile d’una persona che non si arrende di fronte a qualunque ostacolo tenti di impedirle di raggiungere lo scopo della sua lotta giusta e pacifica per far valere i suoi diritti civili, anche a beneficio e vantaggio degli abitanti della sua zona già duramente provata da calamità naturali. (Adelio Cola)

 

 


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