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TERRAFERMA



Regia: Emanuele Crialese
Lettura del film di: Olinto Brugnoli
Titolo del film: TERRAFERMA
Titolo originale: TERRAFERMA
Cast: regia, sogg.: Emanuele Crialese – scenegg.: Emanuele Crialese, Vittorio Moroni – fotogr.: Fabio Cianchetti – scenogr.: Paolo Bonfini – cost.: Eva Coen – suono: Pierre-Yves Lavoué – mont.: Simona Paggi – mus.: Franco Piersanti – interpr.: Filippo Pucillo (Filippo), Donatella Finocchiaro (Giulietta), Mimmo Cuticchio (Ernesto), Giuseppe Fiorello (Nino), Timnit T. (Sara), Martina Codecasa (Maura), Filippo Scarafia (Marco), Pierpaolo Spollon (Stefano), Tiziana Lodato (Maria), Rubel Tsegay Abraha (Omar), Claudio Santamaria (Capitano della Finanza) – durata: 88’ – colore – produz.: Cattleya con Rai Cinema in associazione con regione Siciliana, Assessorato Turismo Sport e Spettacolo, Sicilia Filmcommission, Sensicinema – cooproduz.: italo-francese con Babe Films e France 2 Cinéma con la partecipazione di Canal+ e Cinécinéma di France Télévisions e del Centro National di cinéma et de l’image animée – origine: ITALIA, 2011 – distrib.: 01 Distribution (7.9.2011)
Sceneggiatura: Emanuele Crialese, Vittorio Moroni
Nazione: ITALIA
Anno: 2011
Presentato: 68. Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia - 2011 – Concorso
Premi: PREMIO SPECIALE DELLA GIURIA – Segnalazione cinema per UNICEF – Premio Francesco Pasinetti (SNGCI) –

La vicenda. Filippo Pucillo è un ragazzo di vent'anni che vive su un'isola dalla quale non è mai partito. Suo padre faceva il pescatore, come tutti gli uomini dell'isola, ma da tre anni Filippo è rimasto orfano: la barca del padre si è inabissata e dell'uomo non è rimasta traccia. Filippo continua a fare il pescatore assieme al nonno Ernesto, un uomo che conosce perfettamente il mare e le sue regole. La madre di Filippo, Giulietta, vorrebbe rifarsi una vita e vorrebbe che il figlio allargasse le proprie conoscenze per avere maggiori opportunità. C'è poi lo zio di Filippo, Nino, che ha capito che l'isola può diventare una grossa fonte di guadagno grazie al turismo e invita il padre Ernesto a disfarsi della barca per usufruire del premio di rottamazione offerto dallo stato. Giulietta inoltre ha deciso di sfruttare i due mesi estivi per affittare la propria casa a dei turisti, per poi partire per Trapani in cerca di lavoro. Ma un giorno Filippo ed Ernesto vedono in mare un gruppo di clandestini. Nonostante il divieto della Guardia costiera di intervenire, Ernesto si prodiga per salvarne alcuni tra cui c'è anche una donna, Sara, che sta per partorire. Ciò gli costerà il sequestro dell'imbarcazione per «favoreggiamento dell'immigrazione clandestina». Sara viene ospitata clandestinamente in casa di Giulietta in attesa di partorire. Dopo il parto nasce un conflitto tra Giulietta e Sara: Giulietta vorrebbe denunciare alla polizia la donna per evitare ulteriori grane e per poter mettere in atto i suoi piani. Ma, dopo che altri clandestini, ributtati in mare da Filippo durante una gita in barca, vengono portati dal mare sulla spiaggia, alcuni morti, altri sfiniti, Giulietta, Ernesto e Filippo decidono di portare con un furgone Sara sulla terraferma perché possa raggiungere Torino dove lavora suo marito. Ma la polizia perquisisce tutti i mezzi. Allora Filippo prende una decisione radicale: da solo toglie i sigilli alla barca sequestrata e porta Sara e i suoi figli verso la terraferma.

Il racconto, con struttura lineare, inizia con delle immagini emblematiche: un bellissimo mare dove vengono gettate delle reti che sembrano trasformarsi in una gabbia, una prigione. C'è poi tutta la prima parte del film che descrive l'ambiente non solo geografico, ma anche socio-economico dell'isola dove vive la famiglia Pucillo costituita da tre generazioni: il nonno Ernesto, legato alle tradizioni e a un codice d'onore antico e rigoroso; suo figlio Nino e la nuora rimasta vedova dell'altro figlio Giulietta, che cercano il cambiamento e il benessere; il nipote Filippo, che sente l'attrazione del mondo del nonno, ma anche le pressioni della madre e dello zio. Nella seconda parte il film introduce il tema dell'immigrazione clandestina. Come reagiscono i vari personaggi di fronte a quel fenomeno? Ernesto, come detto, conosce solo la voce della propria coscienza che non gli consente di abbandonare della gente in mare; Nino è completamente indifferente ed è solo preoccupato di rassicurare i turisti per evitare di perdere il guadagno; Giulietta è combattuta tra le proprie legittime aspirazioni e il senso di solidarietà; Filippo è inizialmente dalla parte del nonno, ma poi, viste le conseguenze, non esita a colpire crudelmente quei poveri disgraziati che si aggrappano alla sua barca provocando la morte di alcuni di loro e andando poi regolarmente in crisi. Nel finale c'è una grossa evoluzione soprattutto da parte di Giulietta che, di fronte a quella donna che dice di essere sua sorella, supera la tentazione dell'egoismo e decide di aiutarla, anche se di fatto non ci riuscirà. Così come una forte evoluzione c'è in Filippo che, pentito per quello che a fatto, decide di rischiare fino in fondo e di farsi carico del destino di Sara. Nel finale pertanto si può dire che prevale il senso di solidarietà nei confronti di altri esseri umani, anche loro desiderosi di vivere una vita dignitosa. Ma il film sottolinea anche le ragioni di tante sofferenze e ingiustizie. Esse sono dovute a delle leggi ingiuste che impediscono a delle persone di aiutare altre persone, sanzionando in modo crudele ogni gesto di solidarietà e creando così atteggiamenti crudeli e disumani (come quello compiuto da Filippo). Particolarmente significativa, in proposito, è quella sequenza (girata al ralenti e con una musica efficace) in cui la gente sulla spiaggia cerca di assistere i clandestini, mentre si vedono le uniformi dei carabinieri che intervengono per far rispettare la legge. L'ultima immagine, poi, diventa emblematica come la prima: la barca su cui si trovano Filippo e Sara (con i suoi bambini) viene ripresa con angolazione a piombo e sempre più da lontano risultando piccolissima in mezzo a quel mare infinito. Ce la farà a raggiungere la terraferma? In altre parole: un gesto umano di pietà, per quanto necessario ed encomiabile, può risolvere un problema così grosso se non supportato da leggi giuste e rispettose della dignità delle persone? (Olinto Brugnoli)

 


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