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UN ÉTÉ BRÛLANT



Regia: Philippe Garrel
Lettura del film di: Gian Lauro Rossi
Titolo del film: UN ÉTÉ BRÛLANT
Titolo originale: UN ÉTÉ BRÛLANT
Cast: regia: Philippe Garrel – sceneggiatura: Philippe Garrel, Marc Cholodenko, Caroline Deruas-Garrel – fotografia: Willy Kurant ASC-AFC – montaggio: Yann Dedet – arredamento: Manu de Chauvigny – costumi: Justine Pearce – musica: John Cale – produzione: Edouard Weil (Rectangle Production), Conchita Airoldi, Giorgio Magliulo, Pierre-Alain Meier – interpreti: Monica Bellucci (Angèle), Louis Garrel (Frédéric), Céline Sallette (Elisabeth), Jérôme Robart (Paul), Vladislav Galard (Roland), Vincent Macaigne (Achille), Maurice Garrel (il nonno) – origine: FRANCIA / ITALIA / SVIZZERA, 2010 – colore – Durata 95’ - 2010 – distribuzione italiana: Wave Distribution
Sceneggiatura: Philippe Garrel, Marc Cholodenko, Caroline Deruas-Garrel
Nazione: FRANCIA / ITALIA / SVIZZERA
Anno: 2010
Presentato: 68. Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia - 2011 – Concorso

È probabile che il regista di UN ÉTÉ BRÛLANT desiderasse trattare un tema interessante, ma certo è che gli attori (in particolare la Bellucci) non sono stati all’altezza di una interpretazione decente, lo sviluppo narrativo è lacunoso e lento (senza significato tematico) e gli argomenti trattati sono scarsamente approfonditi.

 

La vicenda tratta l’amicizia tra Paul (attore da comparse) e Frédéric  (artista pittore), e si conclude con il suicidio di questo ultimo, dopo essere stato abbandonato dalla moglie Angéle. Angèle desidera riconquistare la propria libertà dal marito, compresa quella sessuale, andando con chi ritiene possa trasmetterle sensazioni forti. Tradisce, quindi, ma non sa di essere, a sua volta, tradita dal marito. Per Frèdèric, però, il dolore più grande, non è il tradimento in sé, ma il fatto che questo venga consumato con persone di maggior successo professionale e collocate ad un livello sociale, a suo dire, più elevato: Frédéric è un artista pittore privo di prospettive.

Paul, durante la preparazione di un film sulla Resistenza, incontra una attrice (Elisabeth). Tra loro nasce un vero sentimento d’amore che si concretizza poi con la nascita di una figlia. I quattro personaggi fanno conoscenza reciproca in Francia, ma l’intricata storia del rapporto tra le due coppie avviene a Roma, nell’appartamento di Frédéric e Angèle che avevano ospitato gli amici.

 

Il racconto così si struttura: 

 

-       All’inizio del film Frédéric, fermo davanti alla sua auto, immagina sua moglie Angèle nuda, sdraiata sul letto, che a bassissima voce invita il pubblico della sala a raggiungerla (significato di donna che si concede a tutti). Tormentato da tale visione, parte con l’auto a tutta velocità per cercare il suicidio (si schianta infatti contro un albero), ma l’incidente lo conduce alla morte solo dopo aver parlato, in ospedale con Paul (scene, queste, che si vedono alla fine del film). Con un filo di voce e con amarezza gli rivela la consapevolezza che il tempo delle rivoluzioni è finito, perché tutti si sono imborghesiti (oggi i valori di Frédéric sono l’arte, l’amore-matrimonio e i soldi) e perché il tempo delle rivolte dei Padri (entrambi partigiani) non si sarebbe riproposto per il diverso contesto sociale in cui ora vivono. Prima di morire Frédéric immagina l’incontro con il nonno, che gli ha fatto da padre, il quale gli racconta che, per un caso fortuito, non è stato ucciso, per cui ha potuto fare il partigiano. Anche lui, quindi deve sperare nella fortuna. Dopo questi due eventi si lascia morire, perché privo di ideali, abbandonato dalla moglie e con pochi soldi: la vita quindi si presenta a lui fortemente insignificante;

 

-       Il film viene raccontato da una voce fuori campo (la voce di Paul), che spiega l’incontro con l’amico Frédéric, di cui osserva l’evoluzione famigliare, dalla crisi matrimoniale fino al funerale che egli segue all’esterno della Chiesa, ascoltando il sacerdote in un sermone profondo sulla figura di Cristo e sulla sofferenza durante la crocefissione. Dopo aver sussurrato qualcosa alla sua compagna/moglie, che rimane in chiesa per seguire la funzione funebre, si allontana con passo sicuro e prospettico verso il futuro;

 

-       Paul, infine, nell’osservare e raccontare la storia dell’amico evidenzia l’importanza dell’amicizia umana, politica (entrambi sono di tradizione di sinistra) e storica (lotta dei rispettivi padri contro le dittature). Mette anche in risalto l’importanza di costruire il futuro con la propria compagna.

 

Da questi elementi emerge il tentativo del regista di veicolare una Idea Centrale che si può così sintetizzare «la amicizia è un sentimento forte e più importante dell’amore basato solo su erotismo e sesso, le uniche speranze che tengono ancora accesa una luce sul futuro sono l’idea del comunismo e quella cristiana, l’amore è tale se dà figli e il futuro lo si costruisce non con il suicidio, ma coltivando le speranze».

 

 Il regista ha voluto dedicare il film ad un amico morto, la cui scomparsa ha provocato in lui una forte sofferenza. Probabilmente quando ha iniziato a lavorare, le sue intenzioni erano lodevoli, il risultato finale, però, non lo porta all’altezza dei suoi precedenti films. Infatti, il film si presenta decisamente scarso, anche se le problematiche evidenziate, avrebbero potuto essere interessanti.  (Rossi Gian Lauro)

 


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