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SUMMER GAMES – GIOCHI D’ESTATE



Regia: Rolando Colla
Lettura del film di: Adelio Cola
Titolo del film: SUMMER GAMES – GIOCHI D’ESTATE
Titolo originale: SUMMER GAMES
Cast: regia: Rolando Colla – scenegg.: Rolando Colla, Roberto Scarpetti, Olivier Lorelle, Pilar Anguita-Mackay – fotogr.: Lorenz Merz – mont.: Rolando Colla, Didier Ranz – scenogr.: Paola Genni – cost.: Daniela Verdenelli – mus.: BerndSchurer – interpr.: Armando Condolucci, Fiorella Campanella, Alessia Barela, Antonio Merone – durata: 101’ – colore – origine: SVIZZERA, ITALIA, 2011 – distrib. intern.: Rezo
Sceneggiatura: Rolando Colla, Roberto Scarpetti, Olivier Lorelle, Pilar Anguita-Mackay
Nazione: SVIZZERA - ITALIA
Anno: 2011
Presentato: 68. Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia - 2011 – Fuori Concorso

Quando del film s’è detto che racconta una bella storia con al centro due preadolescenti, vittime innocenti dei rispettivi genitori, incapaci di educarli perché a loro volta ‘maleducati’ e impreparati al loro dovere, storia bene diretta e altrettanto bene interpretata dai due protagonisti, nella quale il regista è riuscito a realizzare un film, ripeto, ben fatto, ma poco convincente a causa d’una sceneggiatura improbabile perché farcita di ingenuità narrative e quindi non credibile perché inverosimile, s’è detto tutto.

I due ragazzi, lui che si vergogna a dimostrarsi ‘sentimentale’ e vuole fare il duro «che non sente niente, e non teme né le ferite né il fuoco» (sono episodi della trama), ma che resta affascinato dalla spontanea innocente gentilezza d’una coetanea attendata come lui in un campeggio estivo, e Marie, iperprotetta dalla madre vedova, che non è insensibile ai gesti goffi ma sinceri di colui che vorrebbe essere, senza mai dichiararlo, suo amico di giochi estivi e di passatempi con altri colleghi di divertimento avventuroso, si cercano e si rifiutano a vicenda nei giorni felici e spensierati delle vacanze in riva al mare. I loro nemici e guasta feste sono i grandi: la madre di lei, che, come s’è detto, le vuole contare i passi tenendosela sempre accanto, e il padre di lui, manesco e offensivo con la moglie, che egli tratta come una schiava, facendole toccare più volte terra con potenti immotivati schiaffoni in faccia conditi di insulti verbali. Tutti e due anelano alla libertà e questo sentimento li rende colleghi e amici inseparabili, malgrado il carattere dell’uno molto diverso da quello dell’altra. Gli snodi della vicenda del film sono stati ‘costruiti’, come sempre del resto succede per i lavori cinematografici, a tavolino: questa volta, però, in modo da evidenziare la loro origine letteraria, lontana da circostanze e situazioni verosimili. Le ingenuità di molte scene, anche tra le meglio riuscite sotto il profilo registico, rende il film ben poco credibile. L’intenzione di dimostrare che i figli sono le vittime dell'inadeguatezza e degli errori dei genitori, è sempre lì a ricordare agli spettatori che il film è un atto d’accusa contro padri e madri ‘sbagliati’. (Adelio Cola)

 

 


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