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SNOW CANON



Regia: Mati Diop
Lettura del film di: Franco Sestini
Titolo del film: SNOW CANON
Titolo originale: SNOW CANON
Cast: regia: Mati Diop – sceneggiatura: Mati Diop, Judith Lou Levy – fotografia: Jordane Chouzenoux - montaggio: Ael Dallier Véga – scenografia: Colombe Gillet – costumi: Anne Billette – musica: Sylvain Coppans – produzione: Charlotte Vincent – origine: Francia, 2011– colore – durata: 33’- interpreti: Nilaya Bal, Gael Fouchet, Nour Mobarak, Chan Coïc, Alban Guyon – Distribuzione italiana: Aurora Film
Sceneggiatura: Mati Diop, Judith Lou Levy
Nazione: FRANCIA
Anno: 2011
Presentato: 68. Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia - 2011 – Orizzonti

È la storia di Vanina, una adolescente che sta trascorrendo le vacanze in uno chalet sulle Alpi Francesi; tutta sola in questa grande casa, ascolta lo scricchiolio del pavimento, e tutti gli altri suoni tipici di una casa, mentre accarezza il suo adorato coniglietto Souci; la giovane sta attendendo una baby-sitter inviata (presumibilmente dai genitori di Vanina) e quando questa arriva, scopriamo essere poco più grande della ragazzina: si chiama Mary-Jane e anche lei adora chattare con il telefonino, in particolare con un ragazzo che sembra interessarle molto, ma con il quale pare esserci qualche problema.

Le due ragazze fanno subito amicizia e dopo un iniziale «annusamento vicendevole», stringono una buona relazione: la prima uscita è una gita sui pendii più alti e scoscesi delle Alpi, dove – mentre la baby-sitter si ferma a parlare con il fidanzatino (e la telefonata appare abbastanza burrascosa), Vanina prosegue per il sentiero, cosicché Mary-Jane al termine della conversazione non riesce più a ritrovarla dove l’aveva lasciata. Apparentemente preoccupata, la segue e la chiama a voce altissima, finché non la trova poco distante, intenta a contemplare le magnifiche vedute alpine.

Al ritorno a casa, Vanina regala all’altra ragazza alcuni gioielli e capi di abbigliamento, come se fosse una sorta di impegno amicale che duri almeno fino a quando verranno utilizzati gli oggetti donati. E la frase che accompagna il dono («puoi prendere tutto quello che vuoi») e sintomatica della disponibilità di Vanina nei confronti dell’amica.

Arriva il momento in cui May-Jane deve ripartire – il film non dice quanti giorni dura la permanenza della ragazza – e l’addio tra le due giovani è bello e semplice allo stesso tempo: nessun arrivederci a… e neppure nessun appuntamento a…, ma solo un bacio sulla guancia ed un sincero ringraziamento reciproco.

Durante i titoli di coda si vedono alcuni spezzoni delle due ragazze che ballano in una discoteca: sono della vicenda temporalmente attuale o di un futuro nel quale Vanina e Mary-Jane si ritrovano? Non lo sappiamo, ma certamente un legame si è stretto tra le due donne.

In poco più di mezzora di narrazione, la regista Diop – non ancora trentenne – ci mostra uno spaccato di vita di due esponenti dell’attuale società giovanile: una è ricca e abita in questo magnifico chalet montano, mentre l’altra è una «normale lavoratrice» e per mantenersi fa la baby-sitter; eppure tra le due si instaura una sorta di legame che va oltre la condizione sociale e che forse potrebbe essere destinato a durare anche dopo la permanenza in quella specifica vacanza.

Il film è ben realizzato, con splendide vedute montane e ben interpretato dalle due ragazzine; credo che da Mati Diop, stante anche la sua giovane età, ci si possa attendere qualcosa di buono in un prossimo futuro; auguri! (Franco Sestini)

 


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