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DI LA' DAL VETRO



Regia: Andrea Di Bari
Lettura del film di: Adelio Cola
Titolo del film: DI LA' DAL VETRO
Titolo originale: DI LA' DAL VETRO
Cast: regia: Andrea di Bari ­– scenegg.: Erri De Luca, Andrea di Bari – fotogr.: Giuseppe Lanci– scenogr.: Ettore Guerrieri– mont.: Marco Spoletini– cost.: Nicoletta Taranta – mus.: Daniele Sepe – colore – durata: 19’ – interpr..: Isa Danieli (Madre), Erri De Luca (Figlio)– origine: Italia, 2011 – Produzione: Pasta Garpfalo – produttore esecutivo: Gabrielle Orecchio – produzione esecutiva Bluedoor–
Sceneggiatura: Erri De Luca, Andrea di Bari
Nazione: ITALIA
Anno: 2011
Presentato: 68. Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia - 2011 – Giornate degli autori

Un uomo si sveglia al suono di una sirena d’allarme aereo e anziché riaddormentarsi, prende a sognare la madre come se fosse accanto a lui nella cucina e facessero insieme due chiacchiere su alcuni ricordi della loro vita. I ricordi dell’uomo prendono lo spunto dalla sirena d’allarme e riguardano i bombardamenti su Belgrado del ’99 eseguiti da aerei partiti da una base italiana, mentre quelli della madre ricordano i bombardamenti su Napoli della seconda Guerra Mondiale; entrambe le vicende fanno perno su un concetto: i bombardamenti indifferenziati sulla popolazione civile sono quanto di più inumano si possa concepire, forse – dice l’uomo – superiori alle azioni terroristiche.

Il dialogo tra l’uomo e la madre riprende e viene così ricordato quando lui ha avuto un infarto ed è stato sul punto di morire; la pena della madre che non si rassegnava a fare come Maria, cioè a seppellire un figlio, cosa che lei considera una “assurdità”, perché una madre non dovrebbe mai sopravvivere ad un figlio.

Tra i due il dialogo riprende e riguarda i lavori da fare alla casa, lo stato del tetto e delle pareti e infine l’ultimo libro che l’uomo ha scritto, anzi ha già finito e consegnato all’editore: si tratta di un racconto che prende lo spunto da un diario del padre, vergato su un libretto dalla copertina rossa, e che parte da quando l’autore aveva dieci anni e si conclude con la partenza del padre per l’America.

L’uomo non riesce a riprendere sonno e si aggira per la cucina, scalza il fuoco nel caminetto e poi si dirige alla portafinestra esterna, dalla quale rivolge un cenno della mano come se fosse un saluto, probabilmente alla madre che è scomparsa ed è ricomparsa solo per “consolare” il figlio, così come dovrebbe fare ogni madre.

 


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