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VENGO



Regia: Tony Gatlif
Lettura del film di: Nazareno Taddei
Edav N: 284 - 2000
Titolo del film: VENGO
Nazione: FRANCIA / SPAGNA
Anno: 2000
Presentato: Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia del 2000

La Mostra 2000 di Venezia chiude in bellezza… cinematografica una rassegna ch'è stat piuttosto scadente proprio sotto questo profilo.

VENGO infatti può piacere o non piacere, anche perché tutt'altro che immune da difetti, ma è vero cinema. Per questo aspetto si accosta con l'altro film degno di questo nome: PALAVRA E UTOPIA del De Oliveira. Quello in concorso, questo fuori concorso.

Due soli film, per quanto validi, non sono certo sufficienti a salvare una Mostra d'Arte Cinematografica, ma questo è discorso che va fatto in altra sede.

Il film narra di Caco, un quarantenne andaluso, che non sa rassegnarsi alla morte della figlioletta e che cerca di annegare il dolore preoccupandosi del giovane nipote Diego, vittima d'un grave handicap motorio: cerca di fargli affrontare con piacere la vita.

La prima… buona azione che gli vediamo fare è quella di pagare una graziosa prostituta che lo introduca ai piaceri del sesso; ma alla domanda che lui gli fa se gli è piaciuto, Diego risponde «si», ma ripete con delusione: «Quello non è amore». Gli organizza poi qualche festa musicale in suo onore o lo fa partecipare dove queste feste già ci sono. Diego ne è contento.

Senonché il fratello di Caco aveva ucciso uno della famigliadei Caravaca e questi vogliono sapere dove quello si sia rifugiato per potersi vendicare, altrimenti ammazzeranno Diego, il figlio.

Caco cerca di parlamentare. Inutilmente. Un giorno, con l'evidente pensiero di sostituirsi a Diego nella vendetta si presenta da lontano a un posto di campagna dove i Caravaca stanno festeggiando. Questi insorgono e uno di loro gli pianta un coltello nel fianco. Barcollando, rientra in paese. L'immagine ne raffigura il cuore che batte e che si sta spegnendo come i pistoni d'un motore a scoppio. Poi, come vista da un automobile in corsa nella notte, si vede una strada che non finisce mai e scorrono i titoli di coda. Quest'immagine non sfuma, ma è troncata dal nero che sopraggiunge, mentre continua un canto andaluso quando lui giace ferito.

Il film inizia con un lunghissimo momento - ben più dei classici cinque minuti entro i quali deve apparire chi sarà il protagonista - in cui si presenta una manifestazione di canto e di danza andalusi; dopo, con fortissimo stacco si presenterà Caco, che finora non abbiamo visto. Il film poi finisce, come abbiamo già visto, con quel canto andaluso di amore e di morte. Durante il film, più d'una volta vengono mostrati momenti - prolungati - di canti e di danze andalusi.

Questa insistenza fin dall'apertura del film, che può sembrare perfino prolissa, è una chiara indicazione tematica che - ci accorgeremo - si andrà sviluppando e precisando nelle parole dei canti, a mano a mano che si sviluppa la storia di Caco.

Da notare anche una sorta di virato che ingloba tutto il visivo del film: questo è a colori ma d'un colore quasi decolorizzato sotto quella predominante giallo-arancione. Quasi a dire: «attenti, che la storia di Caco non è quella che domina, perché ciò che domina nel dare significato al film è quel virato che allude a qualcosa di non chiaramente definibile».

Quell'inizio e quel finale indicano cos'è quel qualcosa: la musica e la danza andaluse, calde, vigorose, scattanti, piene di passione senza tentennamenti (ed ecco quel finire per stacco sul nero e non per dissolvenza dell'ultima immagine del film). In poche parole: Andalusia terra di passione, nell'amore (non propriamente nel sesso) e nell'odio che poi significa morte. La passione di Caco è l'amore per la figlia: amore che è dolore; di qui l'amore (sia pur forse malinteso in certi aspetti) per Diego, che lo porta a parlamentare con gli avversari che, di per sé, non teme (la sequenza dove si autoferisce, gridando che non ha paura nemmeno di Dio, ma poi va a pregare umilmente la Vergine che lo aiuti), ma che vuole raddolcire nel loro bisogno di vendetta. La passione dei Caravaca è la passione di vendetta per l'onore e l'amore feriti, vendetta che si placherà solo con la morte.

Possiamo concludere che quello che l'autore ha voluto dire con questo film è: l'Andalusia è terra di passione d'amore e di odio e così sarà la sua corsa verso un futuro che non può cambiare, che però può essere troncato. Ma non si sa se e quando e come.

Film interessante anche educativamente per vari aspetti: da quello delle caratteristiche musiche e danze di flamenco, a tematiche più semplici circa i comportamenti umani del bene e del male (p.e. quel «e non è amore» può essere efficace spunto per trattare certi temi), a tipici usi e costumi di culture frammiste (come l'araba in quella andalusa), al fondo religioso corretto o non corretto nella concretezza della vita quotidiana e altri ancora. (Nazareno Taddei).

 


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