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RAAVANAN



Regia: Mani Ratman
Lettura del film di: Adelio Cola
Edav N: - 2010
Titolo del film: RAAVANAN
Titolo originale: RAAVANAN
Nazione: INDIA
Anno: 2010
Presentato: 67. Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia - 2010 - Fuori Concorso

Il film coniuga musical e tragedia. Soltanto eccezionalmente i protagonisti danzano e cantano, come di solito avviene negli spettacoli musicali. I cori e le danze acrobatiche sono eseguiti da cosiddetti selvaggi e da cosiddetti civili, nel nostro caso militari. Magnifici abbigliamenti asiatici con smaglianti colori dipingono lo schermo e strappano l’applauso. La trama del film è semplicissima. Dopo che “l’ispettore Dev” (ufficiale dell’esercito regolare, presente sul luogo per garantire l’ordine e la pace), ha portato scompiglio e danno durante le cerimonie del matrimonio d’una signorina indiana, sorella di colui che si sente un “Veera”, giustiziere (ispirato dal suo dio) che sta dalla parte dei poveri a dispetto della legge, quest’ultimo, ripresosi dopo la grave ferita al collo (ne porterà la cicatrice tutta la vita) procuratagli da Dev, per vendicarsi  rapisce la sua gentilissima sposa e la tiene prigioniera per 14 giorni, malgrado che il marito avesse promesso che nel giro di 14 minuti l’avrebbe liberata da quei ‘selvaggi’. Egli non sapeva con chi aveva a che fare per chiudere i conti con Veera. Non possiamo dire che nel film ci troviamo di fronte al buono contro il cattivo: sono tutti e due a modo loro buoni e cattivi. (come tutti noi, del resto, con il mutare delle circostanze della vita!). Chi farà la brutta, anzi pessima figura nella storia!, sarà l’ispettore. Le avventure si susseguono con la logica e la credibilità d’un musical: spettacolo e spettacolo. Ammirevoli sono i balletti ambientati nel folto di foreste, su barche inghirlandate, su viali di variopinti giardini, su sfondi e scenari di lussuosi palazzi; deliziosi i cori alternativamente ritmici e melodici a seconda delle situazioni. Per dare un’idea di ciò che succede, riferisco la sequenza d’apertura del film. Chi ha visto il film ‘La foresta dei pugnali volanti’, rivede nel nostro atletici ballerini, truccati da soldati e muscolosi fuori legge, compiere salti ‘mortali’ e librarsi in voli ‘fantascientifici’ sopra gli edifici e tra gli alberi della foresta, tali da fare invidia agli animali qaudrumani. Le difficoltà per portare a termine le rispettive imprese da parte dei due ‘nemici’ animati da spirito di vendetta, sono pretesti per offrire agli spettatori un affascinante spettacolo musicale che finirà in tragedia con il massacro del capo ‘selvaggio’ e dei sei suoi alleati e contemporaneamente dei soldat al comando di Dev. Ritrovata e liberata la moglie prigioniera, egli non presta fede alle sue parole quando lo rassicura circa il rispetto che nei 14 giorni di prigionia aveva caratterizzato la condotta dei sequestratori.

La bella figura nel film la fanno le donne, ammirate e rispettate da Veera e dai ‘delvaggi’ per il loro “coraggio e fedeltà alla parola data”.  

Gli spettatori che applaudono (“Film magnifico, il più bello visto qui al festival! Lei, poi, era bellissima, una dea!…) ed escono di sala senza ascoltare la voce fuori campo che durante lo scorrere del cast di coda sullo schermo propone una triste riflessione, perdono forse la morale della favola secondo il regista: ”La vita è come lo scarabocchio d’un bambino. Che senso ha?”

Indimenticabili sono la grinta del capo ribelle e l’eccellente prova offerta dalla ballerina che interpreta la parte della moglie dell’ispettore. (Adelio Cola)

 


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