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CARACREMADA



Regia: Lluis Galter
Lettura del film di: Adelio Cola
Edav N: - 2010
Titolo del film: CARACREMADA
Titolo originale: CARACREMADA
Nazione: SPAGNA
Anno: 2010
Presentato: 67. Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia - 2010 - Orizzonti

Quando l’Anarcosindacalista Confederazione Nazionale Del Lavoro della Spagna in esilio comanda ai guerriglieri di deporre le armi e di por fine alla guerra, uno di essi, quello ricordato dal titolo del film, continua in solitudine (prima parte) la sua battaglia antifranchista. Con un seghetto d’acciaio taglia alla base i tralicci elettrici e crea danni e pericoli al suo paese. S’arrampica sulle montagne, ne scala i fianchi innevati, vive di espedienti, dorme all’addiaccio o in rifugi di fortuna. Non si ferma di fronte alla ‘necessaria’ eliminazione di qualche cittadino che potrebbe impedire o compromettere l’esito della sua missione. Ad un certo punto (parte seconda) compare nel film una misteriosa giovane, che, quantunque di famiglia borghese (si evince la sua estrazione dall’abbigliamento), condivide le idee e l’impegno del protagonista. Diventa sua complice. E’ la circostanza nella quale udiamo finalmente che il nostro non è muto! Argomento dell’esternazione all’alleata: “Per quest’anno abbiamo qualche patata ancora, poi per il futuro si vedrà!” Le guardie civili gli danno la caccia e in un’imboscata lo eliminano. La giovane, almeno per il momento, si salva.

Film con fotografia bellissima, interpretazione degna di applausi, visibilità delle immagini sullo schermo spesso difficoltosa. Musica e dialoghi quasi assenti. Rumori e scoppi accompagnano tutta la prima parte, dedicata alle ‘imprese’ del protagonista; la seconda è avvolta dal silenzio minaccioso della solitudine, dal vento che fa stormire i boschi, dai tuoni che, come antecedentemente, spesso scoppiano con fragore.

Ho definito bellissimo il film, e il superlativo è ben meritato. Il regista tuttavia non sfugge al sospetto di aver voluto voluto approfittare dell’occasione offertagli per esibire i risultati d’una professionale prova di abilità fotografica. Quasi tutto il film inquadra l’eroe Caracremada. Le fotografie non sono mai in piena luce, talvolta nella semioscurità, spesso notturne lasciando corpo e dettagli sospesi, per così dire, nel mondo dei fantasmi: profili appena segnati, particolari intravisti e riconoscibili quasi per caso. Gli effetti fotografici sfiorano l’arte e non si compiacciono mai autoammirandosi.

La politicità del film è dichiarata soltanto dalla didascalia iniziale dedicata al ricordo di colui che nel film fa la figura dell’eroe, ma il protagonista potrebbe benissimo essere uno qualsiasi che per motivi da lui non dichiarati si comporta in quel suo modo caratteristico. Facendo ricorso ad una metafora, il film si potrebbe definire la storia della caccia al lupo, che, inseguito dai cacciatori per il danno che provoca nel gregge, dopo essersi alleato con un lupicino che non verrà catturato, rimane vittima d’un’imboscata. 

Il regista rimane estraneo a qualunque scelta di tipo ideologico: né approva, né disapprova la condotta del protagonista. La scelta di risparmiare la complice suggerisce riflessioni circa il futuro. (Adelio Cola)

 


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