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HAI PAURA DEL BUIO



Regia: Massimo Coppola
Lettura del film di: Adelio Cola
Titolo del film: HAI PAURA DEL BUIO
Titolo originale: HAI PAURA DEL BUIO
Nazione: ITALIA
Anno: 2010
Presentato: 67. Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia - 2010 - Settimana della Critica

Eva è una ragazza romena arrivata in Italia. Vuole raggiungere  Foggia per incontrare la madre e il suo ‘protettore’, che la sfrutta facendole battere il marciapiede. S’impiega presso una famiglia ospitale facendo la badante della nonna ammalata. La giovane nipote lavora alla Fiat. Perde momentaneamente il lavoro dopo un incendio della fabbrica. Eva sa come funzionano le  cose in Italia: Le prime ad essere licenziate sono le donne e le ‘straniere’ come lei. Quando muore la sua assistita, perde anche lei il lavoro. Rimane sola.

Riassunta così, la storia di Eva è paradigmatica e illustra avventure e sventure simili che hanno per protagonisti, anzi per vittime, innumerevoli persone provenienti dall’estero (ma non soltanto!). Il film racconta i rischi e pericoli fisici e morali ai quali esse si espongono nella speranza di sopravvivere. In quanto alla crisi dei lavoratori nelle grandi fabbriche, la cronaca quotidiana ce ne informa molto di più del film. Quest’ultimo con un lungo piano sequenza inquadra madre e figlia romene: Eva rinfaccia alla madre la sua condotta passata. Ha abbandonato la famiglia, lei in particolare, facendo nei primi anni a Napoli da ‘tata’ ad una bambina (“forse ti chiamava anche ‘mamma’ “!: “No, questo no!”). Poi a Foggia un certo Mirco, italiano, da anni si arricchisce spingendola alla prostituzione. Eva l’ha incontrato, anzi “Ha tentato anche con me!”. “Per anni tu mi hai spedito soldi e soldi, con i quali sono vissuta acquistando anche molte sciocchezze voluttuarie. Ora te li voglio restituire tutti. Eccoti la prima rata, il compenso del mio ultimo mese come badante” (in regola?…).

Eva è ancora molto giovane: e adesso come vivrà e dove? L’amica che lavorava in fabbrica dovrà pure guadagnare per mantenere i genitori anziani e disoccupati. Dal film non riceviamo risposte a domande esistenziali di tale portata. Il quadro delle condizioni e conseguenze degli ‘estracomunitari e comunque immigrati in Italia è corrispondente alla loro generale situazione.

Il film elenca nel cast di coda le numerose fonti di produzione che ne hanno consentito la realizzazione, e tra di esse Il ministero competente italiano e l’organizzazione MEDIA europea, riconoscendo in esso una alto valore civile e culturale.

Senza molti meriti artistici, riconosciamo che l’argomento, degnissimo di rispetto e attenta considerazione, è diretto e interpretato con sincera convinzione. (Adelio Cola)

 


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