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COW



Regia: Hu Guan
Lettura del film di: Adelio Cola
Titolo del film: COW
Titolo originale: DOU NIU
Nazione: CINA
Anno: 2009
Presentato: 66. Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia - 2009 - Orizzonti

Il film racconta una bella storia orientale con stile favolistico, ambientata durante la guerra tra Cina e Giappone, anni trenta secolo scorso. Le scene di efferata violenza e di crudele vendetta si susseguono intercalate con altre di vita tranquilla dei poveri contadini d’un villaggio, dove la guerra non è ancora passata, in contrasto con un altro in cui ha lasciato desolazione e morte. “Tutti morti!”, constaterà il protagonista cinese trocandosi in mezzo a quel cimitero orrendo. È analfabeta e ingenuo, si caccia nei guai per bontà di cuore. Sperimenta anch’egli sentimenti di vendetta ma non passa mai ai fatti. Nel ruolo di quasi coprotagonista nel film vediamo nientemeno che una Mucca (notare che è di razza straniera e che alla fine del film sarà fecondata da un toro locale per significare nella favola il desiderio popolare dell’amicizia tra i popoli!), sopravvissuta al passaggio sterminatore delle truppe giapponesi. Il contadino se ne dovrà prendere cura: il latte della bestia è necessario per mantenere in vita gli abitanti del villaggio che, avvertiti dell’arrivo dei soldati, si sono messi in salvo nascondendosi sui monti. Quando però i nemici scoprono il ‘generoso’ animale, esigono che il latte venga somministrato ai militari feriti. Intanto il custode della mucca cerca di ricuperarla e ci riesce con stratagemmi ingegnosi, poiché… necessità aguzza l’ingegno. Alla pacifica bestia s’è affezionato, pur offendendola amichevolmente perché la considera causa dei pericoli che deve affrontare per salvarla. Essa corrisponde mirabilmente alla sollecitudine che le è rivolta. Più volte egli la salva, ricambiato dall’altra, che a sua volta lo allontana dal cadere negli agguati che i nemici gli tendono. La favola è addirittura ‘edificante’. Un elemento politico si intromette pesantemente nel racconto. Una giovane rivoluzionaria, convinta che il comunismo sarà motivo di salvezza per il suo villaggio, vorrebbe sposarsi e fare famiglia. Le circostanze la avvicinano ed al tempo stesso la allontanano dal fedele custode dell’animale. Pericoli ne incontrano tutti e tre ad ogni passo: i nemici hanno infatti seminato mine antiuomo un po’ dovunque e molte sono le vittime che rimangono insepolte sulle strade. Le avventure e disavventure narrate dal film sono numerose e le sorprese continue, anche se in verità esse per i gusti occidentali si susseguono in modo troppo lento. Il film è quindi troppo lungo per noi, anche perché si avvale di ripetizioni di circostanze pericolose fortunosamente superate (su direbbe che una specie di Provvidenza c’è anche per i cinesi!).. La mucca è costantemente in compagnia del protagonista e addirittura sembra che anch’essa subisca una sua istintiva evoluzione psicologica in forza degli eventi straordinari che la coinvolgono  insieme con il suo custode. ‘’Si capiscono!’’ e, a modo loro, ‘’dialogano’’, poiché l’intelligente animale reagisce positivamente alle provocazioni verbali e fisiche dell’altro, che la guida attraverso sentieri di pianura e di impervie montagne. L’episodio finale, nel quale due soldati degli opposti eserciti si sfidano e si eliminano a vicenda, introduce il rimpianto della bella vita d’un tempo da parte del bravo rozzo protagonista e l’aspirazione e l’augurio della pace universale.

La recitazione è ‘passionale’, i personaggi si calano con grande partecipazione nei ruoli loro assegnati dal regista, che li dirige con stile corrispondente all’antica cultura locale, mantenendo la grande tradizione classica del cinema cinogiapponese. La fotografia in B/N è conveniente al contesto bellico, seguito dal tristissimo risvolto finale nel quale la voce della radio preaanuncia la brutta notizia dell’inizio della prossima seconda guerra mondiale. (Adelio Cola)

 


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