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IL GRANDE SOGNO



Regia: Michele Placido
Lettura del film di: Franco Sestini
Edav N: 373 - 2009
Titolo del film: IL GRANDE SOGNO
Cast: Regia: Michele Placido – sogg. e scenegg.: Michele Placido, Doriana Leondeff e Angelo Pasquini – fotogr.: Arnaldo Catinari – mus.: Nicola Piovani – mont.: Consuelo Catucci – scenogr.: Francesco Frigeri – cost.: Claudio Cordaro – interpr.: Riccardo Scamarcio (Nicola), Jasmine Trinca (Laura), Luca Argentero (Libero), Massimo Popolizio (Domenico), Alessandra Acciai ( Francesca), Dajana Rncione (Isabella), Federica Vincenti (Rosa), Marco Brenno (Giulio), Marco Iermanò (Andrea), Laura Morante (Maddalena), Silvio Orlando (Colonnello) – durata: 95’ – colore – produz.: Pietro Valsecchi e Camilla Nesbitt per Taodue, Babe Film in collab. con Medusa Film e Sky – origine: ITALIA, FRANCIA, 2008 – distrib.: Medusa (11-09-2009)
Sceneggiatura: Michele Placido, Doriana Leondeff e Angelo Pasquini
Nazione: ITALIA, FRANCIA
Anno: 2009
Presentato: 66. Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia - 2009 - Concorso
Premi: Premio Marcello Mastroianni come miglior giovane attrice emergente (a Jasmine Trinca) alla 66ma Mostra Internazionale D'Arte Cinematografica di Venezia

È la storia di Nicola, un giovane agente di polizia che – nel periodo dei moti studenteschi del 1968 – viene utilizzato come infiltrato tra gli studenti dell’Università romana; il sogno del giovane sarebbe quello di fare l’attore, ma per il momento deve accontentarsi della paga statale per campare: vive in una pensione utilizzata da prostitute di basso livello e, al bisogno, va a letto con una di loro (senza il minimo coinvolgimento della donna).

In questa esperienza di infiltrato, conosce Laurea, una ragazza della buona borghesia e Libero, uno studente operaio, leader del movimento, iscritto al P.C.I., che ha sogni di aperta rivoluzione.

Dopo avere indicato ai capi della Questura i nomi e le attività dei maggiori esponenti dell’occupazione, Nicola ha una relazione con Laura e nel primo rapporto – consumato durante una carica della Polizia – scopre che la ragazza èp vergine; subito dopo il giovane rientra nei ranghi del poliziotto in divisa – il classico “celerino” – e partecipa ad una carica della Polizia durante l’occupazione dell’Università: sarà lui a “salvare” Laura dalla carica di un collega che la sta maltrattando, ma così facendo scopre la sua reale identità.

Laura, quindi,. Rivolge le proprie attenzioni a Libero che la porta in giro per l’Italia per partecipare a dibattiti politici ed a manifestazioni di vario genere; Nicola, dal canto suo, riscopre la sua passione per il teatro e – attraverso le “spinte” di una attrice famosa (conquistata a letto) – riesce ad entrare all’Accademia di Arte Drammatica; da questo nuovo palcoscenico Nicola cerca di riscoprire Laura e ci riesce, tanto che la ragazza lascia Libero e si rimette con l’ex poliziotto, pur continuando a frequentare la banda degli studenti contestatari.

Nel frattempo la famiglia di Laura – composta da padre, madre e due fratelli –entra in una grossa crisi, sia per le scappatelle pseudo rivoluzionarie dei due ragazzi (Laura vive fuori casa) e sia per le condizioni di salute del padre che viene ricoverato in ospedale.

Dalle lotte studentesche stiamo passando alla rivoluzione “mondiale” e, durante una marcia per la pace nel Vietnam, uno dei due ragazzi entra in contatto con altri giovani che stanno passando alle bombe molotov e, di conseguenza, viene ricercato dalla Polizia; scappato da casa, viene accolto da Nicola che lo ospita nella sua camera alla pensione, in attesa di trovare qualcosa di meglio.

Nicola, nel frattempo, sta frequentando l’Accademia ed anche in quel mondo comparirà la contestazione: gli attori, con Nicola in testa, si rifiutano di recitare una frase di Cecov con le stesse parole usate dal drammaturgo: come dire che in quel periodo si contestava proprio tutto.

Intanto precipita la situazione del padre, le cui condizioni di salute si aggravano, tant’è vero che i figli vengono tutti chiamati a raccolta per le ultime ore del genitore: Laura arriva, seguita da Giulio, ma Andrea – ricercato dalla Polizia – non è facilmente rintracciabile dalla famiglia; sarà Nicola a condurre una trattativa con un collega poliziotto per permettere al giovane di andare in casa a visitare il padre; ma la trattativa viene fatta saltare dalla Polizia che  arresta sia i due fratelli di Laura che Libero.

Al termine del film una didascalia ci informa che dei personaggi apparsi nella vicenda, Giulio, diventerà un onorevole, Libero sarà accusato di “terrorismo” e si rifugerà in Francia, mentre Nicola diventerà un attore (cioè lo stesso regista del film, Michele Placido); niente viene detto a proposito di Laura.

Il film affronta un periodo storico dell’Italia che è stato trattato varie volte dai nostri intellettuali; in questo caso abbiamo la “conversione” di un ventenne meridionale che da poliziotto – unico mestiere trovato – dopo aver manganellato diversi studenti universitari, comprende le loro ragioni di protesta e passa, sia pure informalmente, dalla loro parte; è quindi il film della vita di Michele Placido e qui c’è il problema principale: quanto amore c’è stato messo dall’autore per i personaggi che incontriamo che rappresentano il suo vissuto di 40 anni fa? E quanto questo amore ha stravolto non solo i personaggi, ma l’intera vicenda storica?

Di tutto questo non possiamo sapere, ma degli amori e dei “modi” di amare di quel periodo siamo buoni testimoni e diciamo che il regista mostra di essere veritiero, pur con un briciolo di commozione che in alcuni casi annebbia l’occhio (e l’obbiettivo); ed infatti – stando alle dichiarazioni di Placido – “quei moti hanno portato all’elezione dell’attuale Presidente Obama”, ma fare questo parallelismo mi sembra semplicistico e facilmente contestabile; diciamo invece che i protagonisti delle contestazioni di allora (forse sono gli stressi che hanno fischiato il film in sala??) li ritroviamo tutti in incarichi di prestigio (Università, Banche e politica) e che da questi scranni, se avessero voluto, forse qualcosa del mondo attuale avrebbero potuto cambiarlo, ma probabilmente questo avrebbe intralciato la loro carriera e questo non viene accettato facilmente; chiaro il concetto??

Bene gli attori, i due giovani – Scamarcio e Argentero – e la ragazza, la Trinca, a dimostrazione che Placido mostra maggiore disposizione per la direzione degli attori che nella scrittura del film, che infatti, sotto il profilo strutturale, mostra qualche pecca. (Franco Sestini)

 


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