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COSMONAUTA



Regia: Susanna Nicchiarelli
Lettura del film di: Adelio Cola
Edav N: 373 - 2009
Titolo del film: COSMONAUTA
Cast: regia e sogg: Susanna Nicchiarelli – sceneggiatura: Susanna Nicchiarelli, Teresa Ciabatti – fotogr.: Gherardo Gossi – mus.: “Gatto Ciliegia contro il grande freddo”, Max Casacci – mont.: Stefano Cravero – scenogr.: Alessandro Vannucci – cost.: Francesca Casciello – interpr.: Claudia Pandolfi (Rosalba), Sergio Rubini (Armando), Miriana Raschillà (Luciana), Pietro Del Giudice (Arturo), Susanna Nicchiarelli (Marisa), Angelo Orlando (Leonardo) – durata: 85’ – colore – produz.: Domenico Procacci per Fandango in collaborazione con Rai cinema – origine: ITALIA, 2008 – distrib.: Fandango (11-09-2009)
Sceneggiatura: Susanna Nicchiarelli, Teresa Ciabatti
Nazione: ITALIA
Anno: 2009
Presentato: 66. Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia - 2009 - Controcampo italiano
Premi: Premio "Controcampo Italiano" alla 66ma Mostra Internazionale D'Arte Cinematografica di Venezia

Le due parti del film sono strutturate secondo modelli musicali (volontariamente o istintivamente?)

PRIMA PARTE: si presenta come un classico quartetto, (nel caso di strumenti a fiato, dal momento che i personaggi parlano!) con basso continuo. La famiglia Proietti: padre, quasi inesistente; madre, preoccupata d’una figlia rivoluzionaria; quest’ultima, LUCIANA, comunista fin da bambina; Arturo, epilettico. Mentre questi rimane eterno bambino nei gusti e negli interessi, la sorella minore evolve e matura giorno per giorno nella sua adesione convinta al suo comunismo. È lei la prima donna della commedia, anzi del ‘concerto’, mentre il ‘basso continuo’ è ritmato dal gruppetto dei giovani che si ritrovano sotto le bandiere ‘ideali’ del partito. Siamo negli anni dell’impresa russa con Gagarin che ‘prende in giro’ il mondo borghese circumnavigando il globo terrestre. ‘Fascisti’ sono definiti ‘gli altri’, il secondo marito della madre per primo, colui che ella «ha sposato soltanto per soldi». Del resto Luciana è sempre stata comunista: «il giorno più bello della vita», così definito da una sua compagna della prima comunione, educata e indottrinata dalle molto reverende suore della parrocchia, ella s’allontana, coerente con le sue idee politiche!

Quando qualche anno dopo la conquista russa dello spazio riempie giornali e TV di tutto il mondo, a dispetto dei reazionari americani, Luciana si sente realizzata nei suoi sogni di donna («sono una donna, non sono una ragazza», proclamerà a chi pretende di conoscerla!) Partecipa, e mette a disposizione tutte le sue energie fisiche e sentimentali, alle riunioni del PCI del Trullo, dove abita. Là si sente a casa sua, più che in famiglia, con quella madre protettiva e quel tale che non vuole chiamare ‘padre’ «perché tu non sei mio papà!». Il fratello Arturo: oh. che rottura quell’Arturo! È lui che le rovina la vita; dover sempre badare a lui, sentirsi sempre responsabile se lui sta male, se sviene per strada, e le fa fare anche brutta figura presso le compagne di scuola. Già, perché frequenta la scuola superiore e sembra che faccia di tutto per farsi bocciare a causa delle intemperanze che le procurano rimproveri e sospensioni. Reagisce violentemente con l’amica che tenta di ‘rubarle’ il fidanzato. Macché fidanzato! Quel ‘ciccione’, come lo chiama suo ‘padre’ offendendola, non è per lei! Infatti, qualche settimana dopo, la prima fiamma esaurisce il carburante ed un’altra, ‘migliore’!, la sostituisce, tant’è vero che con lei, cioè con lui, il ‘compagno’ più influente tra gli altri ‘compagni’, Luciana decide di fare la prima esperienza d’amore. Il fratello, offeso e allontanato bruscamente dalla sorella come causa delle sue disgrazie, sparisce nel nulla. Ricerche affannate dei genitori, preghiere scolastiche indette dal professore di religione per il suo ritrovamento non incrinano la ‘fredda’ convinzione della sorella’: «Tornerà, vedrete che tornerà, come ha fatto altre volte!». Ma il sangue non è acqua: spaventata per la sua assenza prolungata, si rifugia singhiozzando in braccio alla madre. Hanno ritrovato un cadavere ed invitano i genitori al riconoscimento: «No, non è lui!». Una telefonata anonima la mette sulle tracce di Arturo… e, tranquilla come se nulla fosse successo, gli si siede accanto. Finirà abbracciandolo in casa, ricambiata di sincero affetto fraterno.

LA SECONDA PARTE, che ho anticipata nella prima, inscindibile da essa, sotto il profilo musicale è una specie di ‘concerto grosso’, che alterna il suo frequente intervento con il ‘concertino’ del ‘quartetto’ mediante manifestazioni pubbliche di congressi e cortei di protesta verso ‘le ingiustizie sociali e politiche’.

Ma sono DUE LE STORIE DEL FILM: a quella che vede Luciana protagonista, la quale manterrà il suo ruolo anche nella seconda, s’intreccia convenientemente il documentario dell’impresa spaziale sopra ricordata, conclusa e coronata da quella americana della conquista della Luna. Ci chiediamo che c’entra con la prima. Ho detto che ad essa s’intreccia ‘convenientemente’. Nel film, infatti, lontanissimo nel tempo dalla memorabile impresa, essa ha l’evidente scopo di oggettivizzare l’evoluzione psicologica della protagonista. La sua storia è quella dei giovani di quell’epoca, rivoluzionaria come tutte le epoche giovanili: ci ricorda che i giovani di allora, e cioè di sempre, esigono ascolto e rispetto dei loro diritti in famiglia e in società, hanno bisogno di coltivare i loro sogni, di scegliersi i modelli di comportamento, gli idoli del momento, la moda imperante, di esaltarsi per spontanei entusiasmi…spaziali, di fare le loro esperienze esistenziali, di essere ‘capiti’ e non tollerati, di vivere insomma in pieno la loro adolescenza ‘rivoluzionaria’ e intollerante d’un sistema di vita instaurato dai ‘vecchi’ e che essi rifiutano sognandone uno migliore. Ecco allora i gruppi di quartiere, i programmi, le lotte continue e quant’altro ‘i vecchi non capiscono’ e soprattutto non tollerano. Chi non la pensa come noi e non è con noi, è un “traditore” (danno fuoco alla sede socialista! ). Chi non si rende conto del tempo in cui vive e non s’impegna nella lotta di ‘liberazione’, è un malato (il fratello epilettico!). È però, la loro, anche se non se ne rendono conto a quell’età, la richiesta di comprensione e di aiuto a chi della vita ha già fatto esperienza, purché disponibili alla cooperazione.

La colonna sonora del film è scelta con molta intelligenza, i testi delle canzoni sono anch’esse ‘convenientemente’ appropriate alla tematica del film. Psicologico /di formazione, dunque, quest’ultimo e non politico-partitico e, tanto meno, osannante, come sembrerebbe ‘in superficie’, al vecchio comunismo.  

La fotografia è volutamente ‘povera’, senza fronzoli ‘patinati’, e ricorda da non molto lontano la stagione neorealista.

I personaggi, soprattutto i giovani parlano e agiscono con grande naturalezza: veramente bravi! L’applauso finale degli spettatori ve lo siete meritato.

Alla giovane regista, alla quale va il merito del successo, si potrebbe chiedere il motivo dell’interesse e della preferenza per quell’epoca storica ‘ricca’ di sogni e di fermenti, nella quale ha ambientato il suo film. Ma la domanda sarebbe ugualmente lecita, qualsiasi altra scelta avesse fatto.            (Adelio Cola)

 


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