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ALESSANDRO BLASETTI: FILMOGRAFIA RAGIONATA


di UFFICIO STAMPA CISCS
Edav N: 146 - 1987

(Ricostruita e riassunta dalla voce «Blasetti Alessandro» dello «Schedario Cinematografico» del CiSCS)

  

 «La poliedrica attività di Blasetti è difficile da sottoporsi ad un solo sguardo panoramico. Emergono alcune punte, tra le quali certamente è prima la sua costante dirittura morale al di là di schemi o di formalizzazioni. E infatti su questo piano di profondità che va giudicato l 'uomo sotto il profilo sia umano sia ideologico, religioso, politico. Segue immedlatamente il contributo multiforme dato al rinema italiano e forse al cinema universale. Se si pensa anche solo alla sùa prima attività critica che maturò quasi immediatamente in un'attività produttiva e realizzativa in forme che prescindevano dalla normale organizzazione industriale, giú giú fino alla sua collaborazione al nuovo mezzo televisivo, ci troviamo di fronte a quarant 'anni di attività che ha saputo tenere la testa fuori dell 'acqua—e, ciò che è notevole, senza servilismi, nonostante i gravi sommovimenti intercorsi. Attorno a Blasetti hanno cominciato a radunarsi o a muoversi persone di cultura o di cinema, ma soprattutto giovani che intendevano dedicarvisi; e si sono formati uomini come A. Vergano, del cui film QUELLI DELLA MONTAGNA è stato nel '43 supervisore oltre che coll~or~tore alla sceneg8iatura; come P. Germi, alla cui opera prima IL TESTIMONE (1945-46) egli ha dato la propria supervisione; come R. Castellani, piú volte collaboratore per i soggetti, per le sceneggiature e per la regia; uomini della cultura o della letteratura sono potuti entrare in contatto con la settimana arte che era piú o meno ristretta agli spettacoli da baraccone; schiere di attori, anche celeberrimi, hanno sentito nella sua mano di regista la vibrazione che fa nascere i personaggi (ne potrebbe essere riprova il solo, per certi aspetti modesto, esempio della G. Granata che in LA RAGAZZA DEL BERSAGLIERE ha dato, pressoché nuova nel cinema, una interpretazione mirabile non piú ripetuta, in altri film); nuovi filoni nel genere cinematografico si sono aperti, dal film «a episodi» al film «inchiesta», dal film «sociale» al film «conferenza», ma soprattutto si può rilevare una sensibilità al mutare dei gusti e delle esigenze che ci fa trovare Blasetti sulla breccia ogni gualvolta si preparino grandi mutamenti. E il caso di SOLE o di TERRA MADRE che avvertivano l'aprirsi della coscienza sociale popolare, pur sotto il totalitarismo fascista; di 1860 o di UN GIORNO NELLA VITA, i quali benché distanziati tra loro di tredici anni e da un'apparente diversità di contenuto e di stile, mostrano un'unica materia legata a quelle che sarebbero state le risultanze psicologiche della gente di fronte alla maturazione dei tempi e al cataclisma della guerra; dei già citati IO, IO, IO... E GLI ALTRI o LA RAGAZZA DEL BERSAGLIERE che fanno risentire il bisogno comune di meditare, sorridendo, sull'uomo guardato dal di dentro; del lavoro televisivo «Napoli 1860: la fine dei Borboni», che risponde a un'altra esigenza comune contemporanea, quale è quella di ridimensionare in franchezza e verità avvenimenti e personaggi proposti finora in luce di strumentalizzazione. Né si può tacere SIMONBOLIVAR che, per quanto non perfettamente riuscito nella sua struttura d'insieme, rivela la mirabile forza narrativa di un autore adusto e soprattutto l'attenzione di Blasetti a scoprire nella storia le profonde correnti umane che la determinano o la spiegano.

Ed è forse proprio in questa chiave che bisogna vedere il proclamato e discusso «neorealismo di B. ». Per chi considera il neorealismo quale un genere o una categoria stilistica fissata ad alcuni canoni piú o meno precisi e ad alcuni film piú o meno interpretati in tale chiave, forse Blasetti non è un neorealista, perché il suo stile è troppo personale, per essere costretto entro formule. Ma per chi considera il neorealismo quale un nuovo modo di concepire il cinema, modo legato a precisi cambiamenti storici, sociali e antropologici, Blasetti è tra i padri del neorealismo, con i film che di lui si citano a questo scopo, ma soprattutto con un'apertura di sensibilità che il rigido cuoio dei suoi classici stivali non riesce a soffocare. Ovviamente il neorealismo, quale frutto dell'accennata realtà storica e umana, si presenta anche con caratteristiche che toccano la tecnica stilistica forse piú che lo stile; ma anche a volerlo considerare sotto questo aspetto, Blasetti trasuda dalla sua pur definita personalità momenti di quelle tecniche stilistiche. Allora non è pú 1860, ma è AMORE E CHlACCHlERE, è EUROPA DI NOTTE, è lO, IO, IO.... E GLI ALTRI, è persino la fiabesca LA RA GA ZZA DEL BERSA GLIERE.

Piuttosto c'è da chiedersi se il neorealismo si caratterizzi per la tecnica stilistica o per lo stile. Come sempre, non è possibile costringere in schemi le forme espressive e quindi non è possibile farlo nemmeno per il neorealismo. Ma non appena si superi il positivismo delle collocazioni e il servilismo dei richiami ad autori, opere e modi, ci si accorge appunto che il neorealismo è frutto di un'epoca meno legata alla fantasia e piú alla realtà, meno attenta alle forme e piú alla sincerità di espressione, meno spettacolo e maggior respiro umano. E Blasetti appartiene a questa epoca.

Se Blasetti non ha toccato forse nessun vertice di poesia cinematografica, raggiunto da qualche altro autore contemporaneo, egli però si differenzia da tutti per la costanza e la molteplicità dei suoi apporti al cinema quale mezzo non solo di divertimento, bensí di educazione umana, attraverso il sorriso o la spettacolarità che fanno riflettere, oltre che per un senso profondo di umanità, che—tradotto in immagini—a suo modo diviene poesia.

E c'è un altro rapporto di Blasetti col cinema che non sempre si riscontra negli altri autori: il rapporto di spettatore.

Egli non guarda in faccia ai nomi e alla loro celebrità; non teme le avanguardie piú ar'dfte, non dtsprezza i postumi romantici: la sincerità dell'opera lo avvince; la presunzione e la vacuità lo fanno recalcitare; e, come per i film, cosí per i saggi critici. L 'antico saggista sente dietro le parole ricercate e incomprensibili il vuoto ed esplode come un neofita; mentre con l 'entusiasmo giovanile plaude al critico che ha accolto il valore dell 'opera. Sono aspetti questi che servirebbero da soli a dimostrare quanto piú sopra abbiamo cercato di vedere in questo pioniere del cinemato italiano». (Nazareno Taddei, in Schedario-base, pubblicato alla voce BLASETTI, 1971). 

1928 — SOLE

Reg.: A. Blasetti - Aiuto reg.: Goffredo Alessandrini - Sogg.: Aldo Vergano (e A. Blasetti) - Scenegg.: Aldo Vergano e A. Blasetti - Scenogr.: Gastone Medin - Fotogr.: Giuseppe Caracciolo, Giorgio Orsini e Carlo Montuori - Mont.: A. Blasetti - Interpr.: Dria Paola, Lia Bosco, Anna Vinci, Marcello Spada, Rolando Costantino, Vasco Creti, Vittorio Vaser, Rinaldo Rinaldi, Igino Nunzio, Vittorio Gonzi, Arnaldo Baldaccini, Sante Bernardo, Arcangelo Aversa - Prod.: augustus.

Gli abitanti della palude sono in fermento perché si sentono minacciati dalla bonifica che sta per arrivare. In questo contesto, una storia d'amore e di gelosia, da risicata tragedia si risolve nel sole della bonifica che trionfa.

Nonostante alcune esuberanze retoriche e bozzettistiche, il film (muto, ma con commento musicale appositamente composto) è ricco di sensibilità per gli aspetti umani e — cosa allora nuova — ambientali della terra e dei campi; e presenta ricerche espressive d'avanguardia, sintomatiche del gusto cinematografico che stava nascendo grazie anche agli sviluppi della tecnica. 

1930 — RESURRECTIO

Reg.: A. Blasetti - Aiuto reg.: Eugenio De Liguoro - Sogg.: e scenegg.: A. Blasetti - Scenogr.: Gastone Medin - Fotogr.: Carlo Montuori e Giulio De Luca - Mont.: Ignazio Ferronetti e A. Blasetti - Mus.: Amedeo Escobar, adattata da Piero Sassoli - Fonico: Giuseppe Caracciolo (e Blomberg) - interpr.: Lia Franca, Daniele Crespi, Venera Alexandrescu, Olga Capri, Giacomo Moschini - Prod.: Cines-Pittaluga.

Storia romantica d'un direttore d'orchestra deluso in amore che pensa al suicidio quando una fortuita circostanza lo fa risorgere all'arte e all'amore.

A parte il valore artistico, il film pone l'autore a livello europeo per la ricerca sull'uso del sonoro e delle nuove risorse tecnologie. 

1930 — NERONE

Reg.: A. Blasetti - Sogg. e scenegg.: Ettore Petrolini - Scenogr.: Mario Pompei - Fotogr.: Carlo Montuori - Mont.: Ignazio Ferronetti e A. Blasetti - Mus.: Piero Sassoli - Fonico: Giovanni Paris e Pietro Cavazzati - Interpr.: Ettore Petrolini, Grazia Del Rio, Mercedes Brignone, Alfredo Martinelli, Elda Krimer, Augusto Contardi, la Signora Petrolini - Prod.: Cines-Pittaluga - Distr.: Pittaluga.

Impostato tutto sulle capacità espressive del grande Petrolini in una satira sul mito della Roma dei Cesari, piú teatro filmato che opera di creazione, il film presenta un certo interesse per la sottile parodia dell'oratoria mussoliniana e del suo cesarismo. 

1930-1931 — TERRA MADRE

Reg.: A. Blasetti - Aiuto reg.: Goffredo Alessandrini - Sogg. da un'idea di Camillo Apolloni - Scenegg.: Gian Bistolfi e A. Blasetti - Scenogr.: Domenico M. Sansone e Vinicio Paladini - Fotogr.: Carlo Montuori e Giulio De Luca - Mont.: Ignazio Ferronetti e A. Blasetti - Mus.: Felice Montagnini e Pietro Sassoli (Francesco Balilla Pratelli) - Fonico: Pietro Cavazzuti e Giovanni Paris - Interpr.: Leda Gloria, Sandro Salvini, Giorgio Bianchi, Isa Pola, Carlo Ninchi, Olga Capri, Franco Coop, Vasco Creti, Umberto Sacripante, Augusta Bandini, Ugo Gracci, Franz Sala, Raimondo Van Kiel, Umberto Cocchi, Arcangelo Aversa - Prod.: Cines-Pittaluga.

Un signore di campagna, integrato nella vita oziosa di città, ritrova quasi a caso il fascino della vita e degli uomini della terra.

Ottimamente fotografato da Carlo Montuori, il film si ispira stilisticamente e contenutisticamente a SOLE, pur senza forse raggiungerne l'intensità espressiva. 

1932 (1931) — PALIO

Reg.: A. Blasetti - Aiuto reg.: Ferdinando Maria Poggioli - Sogg.: da racconti di Luigi Bonelli - Scenegg.: Gian Bistolfi, Luigi Bonelli e A. Blasetti - Scenogr.: A. Busiri Vici, Tullio Rossi e Roberto Rustichelli - Fotogr.: Anchise Brizzi e Gioacchino Gennaro Gengarelli - Mont.: Ignazio Ferronetti e A. Blasetti - Mus.: Felice Lattuada e Pietro Sassoli - Fonico: Giovanni Paris - Interpr.: Leda Gloria, Guido Celano, Ugo Cesari, Mario Bizzolari, Mario Ferrari, Olga Capri, Laura Nucci, Umberto Sacripante, Arcangelo Aversa, Mara Dussia, Vasto Creti, Gino Viotti, Eugenio De Liguoro, Ugo Gracci - Dirett. di prod.: Baldassare Negroni - Prod. Cines-Pittaluga.

Storia d'amore e d'intrighi nel contesto del Palio di Siena, vede il fantino Zarre ripresentarsi alla gara, e vincerla, benché pestato dai concorrenti, e riconquistare l'amore compromesso.

Nonostante i difetti di ridondanza narrativa, il film è interessante perché esempio di come il cinema possa rendere la plasticità e l'atmosfera corale delle cose (le architetture senesi, la magnificenza degli stendardi, il fascino della manifestazione). 

1932 — ASSISI (documentario) 
1932 — LA TAVOLA DEI POVERI

Reg.: A. Blasetti - Sogg.: Raffaele Viviani - Scenegg.: Raffaele Viviani, A. Blasetti, Emilio Cecchi e Mario Soldati - Scenogr.: Gastone Medin - Fotogr.: Carlo Montuori e Giulio De Luca - Mont.: Ignazio Ferronetti e A. Blasetti - Mus.: Roberto Caggiano - Fonico: Pietro Cavazzuti - Interpr.: Raffaele Viviani, Leda Gloria, Salvatore Costa, Marcello Spada, Renato Navarrini, Lina Bacci, Mario Ferrari, Armida Cozzalino e Gennaro Pisani - Produtt.: Emilio Cecchi - Prod.: Cines-Pittaluga.

Un nobile napoletano, il marchese Fusaro, malgrado versi in condizioni economiche ormai rovinose, continua nella sua opera di beneficenza fino a vedere anche i due ultimi quadri che gli erano rimasti.

Benché risenta del determinante apporto del Viviani, come coautore e interprete, il film è uno sguardo corale su un certo ambiente napoletano dove domina la fame (cui si accosterà anche il De Sica de l'ORO DI NAPOLI), condotto con un'attenzione particolare per i risultati figurativi dell'espressione cinematografica.   

1933 — IL CASO HALLER

Reg.: A. Blasetti - Aiuto reg.: Giacinto Solito - Sogg.: Libera riduzione del film tedesco DIE ANDERE (1930, regia di R. Wiene) da un dramma di Paul Lindan - Scenegg.: Leo Menardi - Scenogr.: Arnaldo Foresti - Fotogr.: Anchise Brizzi - Mont.: Ignazio Ferronetti e A. Blasetti - Mus.: Cesare Andrea Bixio e Armando Fragna - Fonico: Vittorio Trentino - Interpr.: Marta Abba, Memo Benassi, Camillo Pilotto, Vittorio Vaser, Ugo Cesari, Egisto Oliveri, Cele Abba, Vasco Creti, Umberto Sacripante, Isa Miranda, Natalia Murray Danesi - Produtt.: Liborio Capitani - Prod.: Cines.

Determinato in certo senso dalla moda, allora corrente, di tradurre in cinema opere letterarie straniere, ripropone in qualche modo il caso di sdoppiamento di personalità de IL DR. JEKYLL (1932). Ma solo le storie possono accostarsi, poiché Blasetti ne dà una visione personale, puntando sulla descrizione della anomalia, senza forzature spettacolaristiche.

1933 — 1860 (I Mille di Garbaldi)

Reg.: A. Blasetti - Aiuto reg.: Giordano Solito - Sogg.: dal racconto «La processione incontro a Garibaldi» di Gino Mazzucchi, riveduto da Emilio Cecchi - Scenegg.: Gino Mazzucchi e A. Blasetti - Scenogr.: Vittorio Cafiero e Angelo Canevari - Fotogr.: (b. e n.) Anchise Brizzi e Giulio De Luca - Cost.: Vittorio Nino Noverese - Mont.: Ignazio Ferronetti e A. Blasetti - Mus.: Nino Medin - Fonico: Vittorio Trentino - Interpr.: Giuseppe Gulino (Carmine), Aida Bellia (Gesuzza), Gianfranco Giacchetti (padre Costanzo), Otello Toso, Maria Denis, Andrea Checchi, Laura Nucci, Mario Ferrari, Totò Maiorana, Cesare Zoppetti, Vasco Creti, Ugo Gracci, Amedeo Trilli, Arcangelo Aversa, Arnaldo Baldaccini, Aldo Frosi, Nais Lago, Umberto Sacripante, Franco Brambilla, Raffaello Carotenuto, Amedeo Vecci, Pietro De Maria, il piccolo Traú - Dirett. di prod.: Bladassare Negroni - Produtt.: Emilio Cecchi - Prod.: Cines-Pittaluga.

La vicenda di Carmeliddu (che attraversa tutta l'Italia per cercare rassicurazioni circa l'intervento in aiuto agli insorti di Sicilia e che ritornerà con i Mille di Garibaldi) e della sua giovane sposa Gesuzza è tenue e quasi annegata nella composizione corale — la Sicilia e il resto d'Italia — costituita dal film. La tematica è fare l'epopea di un fatto della nostra storia: l'unità nazionale sentita come bene comune.

Il film, oltre che per il fatto di rompere la routine del film storico tradizionale, entra vistosamente nella storia del cinema quale antesignano del Neorealismo: penetrare la realtà e scoprirla nel suo interno, grande o minuta che sia. 

1933 — L'IMPIEGATA DI papà

Reg.: A. Blasetti - Aiuto reg.: Giacinto Solito - Sogg.: libera riduzione da un omonimo film tedesco di Carl Boese - Scenegg.: A. Blasetti - Scenogr.: Gastone Medin - Fotogr.: Carlo Montuori - Mont.: Ignazio Ferronetti e A. Blasetti - Mus.: Robert Stolz e Cesare A. Bixio - Fonico: Vittorio Trentino - Interpr.: Elsa De Giorgi, Maria Denis, Memo Benassi, Renato Cialente, Enrico Viarisio, Cesare Zoppetà, Laura Nacci, Mario Ferrari, Janna Farini - Dirett. di prod.: Angelo Besozzi - Prod.: S.A.P.F.

Ispirato, come IL CASO HALLER, a un'opera letteraria straniera, è una storiellina d'amore sulla base degli equivoci che nascono dal fatto che lei è figlia del direttore di banca dov'è impiegata, ma nessuno lo sa.

Commedia fresca e piacevole, senza forzature, gustosamente intonata con gli intenti di spettacolarità e di divertimento che l'hanno determinata. 

1934 — VECCHIA GUARDIA

Reg.: A. Blasetti - Aiuto reg.: Flavio Calzavara - Sogg.: Giuseppe Zucca - Scenegg.: Leo Bomba, Giuseppe Zucca e A. Blasetti - Scenogr.: Leo Bomba - Arredam.: Primo Zeglio - Fotogr.: Otello Martelli - Mont.: Ignazio Ferronetti e A. Blasetti - Fonico: Giuseppe Caracciolo - Interpr.: Gianfranco Giachetti (il dottore), Mino Doro (Roberto), Franco Brambilla (Mario), Barbara Monis, Ugo Cesari, Umberto Sacripante, Maria Puccini, Graziella Betti, Cesare Zoppetti, Gino Viotti, Vasco Creti, Giovanni Grasso, Aristide Garbini, Ugo Gracci, Andrea Checchi, Amina Pirani-Maggi, Aldo Frosi, Arnaldo Baldaccini, Fernando De Crucciati, Leo Bomba, Mamma Romano, Sergio Carmignani, Ugo Sasso, Alfredo Varelli, Walter Lazzaro - Produttore: Alfredo Viglietti - Prod.: Fauno Film.

Negli scontri tra fascisti e loro oppositori, muore l'innocente fratellino del caposquadra, determinando una generale e spontanea riappacificazione degli animi; oltre che l'avvicinamento sentimentale del caposquadra alla maestrina del luogo. Quella morte aleggia anche sui camion che s'avviano alla marcia su Roma.

Film fascista... antifascista (v. in proposito l'intervista di Bicocchi), stilisticamente è punto di convergenza delle precedenti esperienze, soprattutto per la ricerca della resa fotografica e dei risultati formati dall'inquadratura in funzione espressiva. 

1935 — ALDEBARAN

Reg.: A. Blasetti - Aiuto reg.: Flavio Calzavara - Sogg.: Corrado d'Errico, Leo Bomba, Giuseppe Zucca - Scenegg.: Leo Bomba, Giuseppe Zucca e A. Blasetti - Scenogr.: Guido Fiorini - Fotogr.: Ubaldo Arata e Massimo Terzano - Mus.: Umberto Mancini - Interpr.: Gino Cervi, Evi Maltagliati, Gianfranco Giachetti, Elisa Cegani, Vittorio Vaser, Ugo Ceseri, Gian Paolo Rosmino, Franco Coop, Gemma Bolognesi, Mario Steni, Umberto Sacripante, Egisto Olivieri, Rosina Anselmi, Ermanno Roveri, Pietro Pastore, Vasco Creti, Franco Brambilla, Graziella Betti, Luigi Pavese, Tatiana Pavoni, Doris Duranti, Silvia Melandri, Aristide Garbini, Aldo Frosi, Vittorio Carpi, Giotto Tempestini, Dino Cardinali, Umberto Bompiani, Olga Sandri, Alessandro Blasetti (nella parte di telegrafista della nave) - Dirett. di produz.: M. Sciulghin - Prod.: Manenti film.

Ambientato in Marina, è la storia d'un ufficiale che dopo le nozze perde il senso del dovere. Ma in seguito al tragico incidente occorso a un sommergibile in manovra su cui si trova un suo carissimo amico, prende coscienza e parte per la missione alla quale aveva inteso sottrarsi con le dimissioni.

Il film dà l'impressione di «ibrido» a detta dello stesso Blasetti, perché il dramma intimistico dell'ufficiale si sovrappone all'analisi dell'ambiente e la dimensione sentimentalistica all'ampiezza corale dello spettacolo del mare e dei suoi uomini. 

1937 — LA CONTESSA DI PARMA

Reg.: A. Blasetti - Aiuto reg.: Mario Soldati - Sogg.: Gherardo Gherardi - Scenegg.: Gherardo Gherardi, A. Blasetti, Libero Solaroli, Mario Soldati e Aldo De Benedetti - Scenogr.: Giovanni Paolucci - Cost.: Casa Mary Matté, Torino - Fotogr.: Otello Martelli - Mont.: Ignazio Ferronetti e A. Blasetti - Mus.: Amedeo Escobar, Giovanni Fusco e Felice Montagnini, Dirett. d'Orch.: Felice Montagnini - Fonico: Giovanni Canavero - Interpr.: Elisa Cegani (la contessa di Parma), Antonio Centa, Maria Denis, Pina Gallini, Ugo Cesari, Umberto Melnati, Osvaldo Valenti, Marichetta Stoppa, Giannina Chiantoni, Nunzio Filogamo - Produtt.: Roberto Dandi - Prod.: ICI - Industrie Cinematografiche Italiane.

Commedia d'amore inserita in ambiente di moda e di sport, n prova d'una certa dignità, dal ritmo agile, con attenzione agli aspetti scenografici degli interni e degli esterni piemontesi. 

1938 — CACCIA ALLA VOLPE NELLA CAMPAGNA ROMANA (documentario; in technicolor)

Vi si nota la ricerca sull'utilizzazione del colore. 

1938 — ETTORE FIERAMOSCA

Reg.: A. Blasetti - Aiuto reg.: Augusto Mazzetti e Vittorio Nino Novarese - Sogg.: Dal romanzo omonimo di Massimo d'Azeglio - Scenegg.: Paolo Zeglio, Gian Caspare Napolitano, A. Blasetti, Cesare Vico Ludovici, Augusto Mazzetti, Vittorio Nino Novarese - Scenogr.: Giuseppe Porcheddu, Ottavio Scotti, Mirko Vucetich - Cost.: Vittorio Nino Novarese e Marina Arcangeli - Fotogr.: Vaclav Vich e Mario Albertarelli - Mont.: Ignazio Ferronetti e A. Blasetti - Mus.: Alessandro Cicognini - Fonico: Giuseppe Caracciolo - Interpr.: Gino Cervi (Ettore Fieramosca), Elisa Cegani, Mario Ferrari, Osvaldo Valenti, Clara Calamai, Lamberto Picasso, Umberto Sacripante, Corrado Racca, Andrea Checchi, Carlo Duse, Mario Mazza, Gemma Bolognesi, Dianna Lante, Tao Ferrari, Nicola Maldacea, Oscar Andriani, Jole Tinta, Silvio Bagalini, Antonio Petroni, Luigi Zerbinati, Guglielmo Morresi, Antonio Porrazzi, Virgilio Gottardi, Renato Chiantoni, Vasco Cataldo, Puccio Gamma, Diana Floriani, Arnoldo Foà, Beatrice Mancini, Oretta Fiume, Loretta Vinvi, Mara Danieli, Paolo Ferrara, Lily Schiavon, Gino Gazzabini, Ubaldo Noris, Lorenzo Scategni, Otello Pollini, Guglielmo Longo, Stefano Sciaccaluga, Emily Kathrin Hovert, Ugo Sasso, Otello Toso, Alberto Minoprio, Laura Esperto - Produtt.: Vincenzo Genesi - Prod.: Nembo Film.

Vicenda d'ambiente storico del 1500 tra Francesi e Spagnoli, attorno al castello di Monreale, il cui clou è costituito dalla tenzone tra 13 cavalieri italiani e altrettanti francesi che li avevano offesi. La vittoria arride naturalmente agli italiani e la castellana, rimasta vedova nella tenzone, impalmerà il coraggioso e ormai non piú mercenario Fieramosca.

Attraverso gli avvenimenti di Monreale e di Barletta, trattati in maniera antiretorica (e, per questo aspetto, richiama 1860), il film mostra come per reazione alla superbia straniera sia sorta negli italiani una coscienza di unità che li guida a un'azione comune. 

1939 — RETROSCENA

Reg.: A. Blasetti - Aiuto reg.: Pietro Germi - Sogg.: da una racconto di Carlo Duse - Scenegg.: E.M. Margadonna, A. Blasetti e Pietro Germi - Scenogr.: Gastone Medin - Cost.: Marina Arcangeli - Fotogr.: Vaclav Vich - Mont.: Ignazio Ferronetti e A. Blasetti - Mus.: Giovanni Danzi e Alessandro Cicognini - Fonico: Giovanni Paris - Interpr.: Filippo Romito, Elisa Cegani, Camillo Pilotto, Oretta Fiume, Lia Orlandini, Enzo Biliotti, Giovanni Grasso, Ugo Ceseri, Romolo Costa, Fausto Guerzoni, Ermanno Roveri, Mario Pucci, Federico Collino, Cesare Zoppetti, Nino Eller, Achille Majeroni, Nino Crisman, Sandro Dani, Luigi Erminio D'Olivo, Giuseppe Ricagno, Armando Migliari, Michele Riccardini, Mary Dumont, Gondrano Trucchi, Carlo Duse - Dirett. di prod.: Antonio Rossi - Prod.: Continentalcine.

Fragile vicenda d'amore e di gelosia dietro le quinte del teatro lirico, l'opera resta su un piano di dignitoso divertimento, grazie al ritmo narrativo e alla pulizia formale imposti dalla regia alla piatta sceneggiatura. 

1939 — un'avventura di salvator rosa

Reg.: A. Blasetti - Aiuto reg.: Renato Castellani e Lionello De Felice - Sogg.: Da uno spunto di Ugo Scotti Berni elaborato da Corrado Pavolini, A. Blasetti e Renato Castellani - Dialoghi: Giuseppe Zucca - Scenogr.: Virgilio Marchi - Cost.: Gino C. Sensani - Fotogr.: Vaclav Vich - Mont.: Mario Serandrei e A. Blasetti - Mus.: Alessandro Cicognini - Dirett. d'Orch.: Pietro Sassoli - Maestro d'Armi: Enzo Musumeci - Fonico: Giovanni Paris - Interpr.: Gino Cervi, Rina Morelli, Osvaldo Valenti, Ugo Ceseri, Umberto Sacripante, Carlo Duse, Mario Mazza, Paolo Stoppa, Enzo Bigliotti, Piero Pastore, Jone Salinas, Mario Pucci, Leone Papa, Giorgio Gentile, Rudi Dal Prà, Gino Massi, Nino Eller, Ada Colangeli, Giuseppe Bordanaro, Enzo Musumesi Greco - Dirett. di prod.: Leo Menardi - Prod.: Stella film.

Le avventure secentesche di Salvator Rosa come pittore e Formica come avventuriero riescono a salvare i contadini che, privati delle acque dal signorotto del ducato, sarebbero stati severamente puniti per aver cercato di riaverle e a battere in breccia il pretendente alla mano della duchessa.

Tra i migliori film di Blasetti, dall'atmosfera fantastica ed esplosiva, si svolge in azioni strabilianti e beffarde di un'inventiva ricca e felice, senza battute d'arresto o momenti incerti, ma raggiunge anche toni pittorici tanto per il riferimento a opere d'arte, quanto soprattutto per l'impiego funzionale del linguaggio cinematografico (inquadratura, illuminazione, composizione), giungendo perfino a far «sentire» il colore come nell'apparizione del famoso vassoio di frutta. Notevole trasfigurazione della cosa rappresentata. 

1940 — napoli e le terre d'oltremare

(documentario)

Interrotto per la guerra, non piú ripreso. 

1940 — LA CORONA DI FERRO

Reg.: A. Blasetti - Aiuto reg.: Renato Castellani e Mario Chiari - Sogg.: A. Blasetti e Renato Castellani - Scenegg.: Corrado Pavolini, Renato Castellani, A. Blasetti e Guglielmo Zorzi - Dialoghi: Giuseppe Zucca - Scenogr.: Virgilio Marchi - Costumi: Gino C. Sensani e Casa Caramba - Fotogr.: Vaclav Vich e Mario Craveri - Mont.: Mario Serandrei - Mus.: Alessandro Cicognini - Fonico: Giovanni Paris - Interpr.: Gino Cervi, Luisa Ferida, Massimo Girotti, Elisa Cegani, Osvaldo Valenti, Rina Morelli, Dina Perbellini, Paolo Stoppa, Ugo Sasso, Piero Pastore, Satia Benni, Umberto Silvestri, Primo Carnera, Stelio Carnabuci, Renato Navarrini, Amedeo Trilli, Adele Garavaglia, Giorgio Gentile, Mario Mazza, Mario Ersanili, Antonio Marietti, Umberto Sacripante, Vittorio Carpi, Romano Karniki - Dirett. di Prod.: Leo Menardi - Prod.: E.N.I.C.-Lux.

Vicenda tra la leggenda e la storia, tra il mito e la tradizione, alcuni secoli dopo Cristo, nell'immaginario reame di Kindor: Arminio, buttato bambino dallo zio nella valle dei leoni (dalla quale nessuno è mai riemerso) perché non s'avveri una cupa profezia, riuscirà invece ad emergere e a prenderne il trono, impalmando Tundra, la figlia del re del popolo sconfitto.

Questa «allegoria del trionfo delle forze del bene su quelle del male» (G.C. Castello) è un po' soffocata dalla volontà di comporre un'opera gigantesca per fantasia creativa e per dovizia di mezzi, di azioni e di fatti magici e mirabolanti.

Un'opera dai molti riferimenti narrativi e stilistici e quindi complessa e non sempre sufficientemente compatta e unitaria. 

1941 — LA CENA DELLE BEFFE

Reg.: A. Blasetti - Sogg.: Dal dramma omonimo di Sem Benelli - Scenegg.: A. Blasetti, Renato Castellani e Sem Benelli - Scenogr.: Virgilio Marchi - Costumi: Gino C. Sensani - Fotogr.: Mario Craveri - Mont.: Mario Serandrei - Mus.: Giuseppe Becce - Fonico: Vittorio Trentino - Interpr.: Amedeo Nazzari, Clara Calamai, Osvaldo Valenti, Memo Benassi, Piero Carnabuci, Luisa Ferida, Valentina Cortese, Lauro Gazzolo, Elisa Cegani, Alberto Capozzi, Alfredo Varelli, Nietta Zocchi, Antonio Acqua, Umberto Sacripante, Aldo Silvani, Silvio Bagolini, Anna Carena, Gildo Bocci, Adele Garavaglia - Dirett. di Prod.: Jacopo Comin - Prod.: Amato-Cines.

Tratto dalla tragedia di Sem Benelli, è la conclusione di una storia di feroci scherzi e atroci beffe tra Giannetto e Neri.

Il film è decisamente impostato su toni cupi e sulle tinte forti, si da soffocare alquanto lo studio dei personaggi, interessantissimi, l'ambientazione scenografica e la resa dei costumi suggestivi di Gino Sensani. 

1942 — QUATTRO PASSI TRA LE NUVOLE

Reg.: A. Blasetti - Aiuto reg.: Lionello De Felice - Sogg.: Cesare Zavattini e Piero Tellini - Scenegg.: Aldo De Benedetti, A. Blasetti, Cesare Zavattini e Piero Tellini - Scenogr.: Virgilio Marchi - Fotogr.: Vaclav Vich - Mont.: Mario Serandrei - Mus.: Alessandro Cicognini - Fonico: Umberto Picistrelli - Interpr.: Gino Cervi, Adriana Benetti, Enrico Viarisio, Carlo Romano, Giuditta Rissone, Lauro Gazzolo, Umberto Sacripante, Giacinto Molteni, Silvio Bagolini, Anna Carena, Ada Colangeli, Armando Migliari, Aldo Silvani, Guidi Celano, Pina Gallini, Arturo Bragaglia, Margherita Seglin, Gildo Bocci, Oreste Bilancia, Mario Siletti, Luciano Manara - Dirett. di Prod.: Jacopo Comin - Prod.: Cines-Amato - Distr.: ENIC.

Nella sua vita opaca, a un commesso viaggiatore di dolciumi, capita di fare «quattro passi tra le nuvole» quando accetta di ricondurre a casa una ragazza rimasta incinta per essersi avventurata nella città, presentandosene come legittimo marito. L'artificio è subito scoperto, ma serve almeno a far capire ai contadini il problema della figlia.

Il film ha due punti di forza: uno contenutistico (trattazione minuta dell'ambiente piccolo-borghese da una parte e di quello contadino dall'altra: il primo meglio riuscito del secondo) e uno stilistico (spirito di freschezza, quasi favola). 

1943 — nessuno torna indietro (istituto grimaldi)

Reg.: A. Blasetti - Aiuto reg.: Vittorio Nino Novarese e Pietro Germi - Sogg.: Dal romanzo omonimo di Alba De Céspedes - Scenegg.: Alba De Céspedes, Diego Calcagno, A. Blasetti e Paola Ojetti - Scenogr.: Guido Fiorini - Fotogr.: Vaclav Vich - Interpr.: Mariella Lotti, Maria Mercader, Maria Denis, Diana Sassoli, Elisa Cegani, Valentina Cortese, Doris Duranti, Vittorio De Sica, Claudio Gora, Roldano Lupi, Mino Doro, Enzo Fieramonte, Filippo Scelzo, Alberto Capozzi, Giuditta Rissone, Ada Dondini, Anna Capodaglio, Bella Storace Sainati, Giovanna Scotto, Virgilio Riento, Lamberto Picasso, Elvira Betrone, Ernesto Sabbatini, Edda Soligo, Checco Rissone, Nicola Maldacea, Alberto Tavazzi, Gilda Marchiò, Adele Garavaglia, Giuseppina Fiore, Maria Malvia, Adriana Siveri, Ori Monteverdi - Dirett. di prod.: Attilio Fattori - Prod.: Artisti Associati-Quarta Film.

Narra le vicende sentimentali di alcune signorine ospitate in un collegio diretto da suore, ciascuna con un proprio caso generalmente amaro e doloroso.

Privo di unità narrativa, nonostante alcune accortezze per evitare il frammentarismo, il film è caratterizzato da un certo pessimismo che sfiora il fatalismo. 

1946 — UN GIORNO NELLA VITA

Reg.: A. Blasetti - Aiuto reg.: Mario Chiari - Sogg.: A. Blasetti e Cesare Zavattini - Scenegg.: A. Blasetti, Cesare Zavattini, Mario Chiari, Anton Giulio Majano e Diego Fabbri - Scenogr.: Salvo d'Angelo - Fotogr.: Mario Craveri - Mont.: Mario Serandrei - Mus.: Enzo Masetti - Interpr.: Amedeo Nazzari, Massimo Girotti, Mariella Lotti, Elisa Cegani, Dina Sassoli, Ave Ninchi, Ada Dondini, Arnoldo Foà, Marcella Melnati, Amalia Pellegrini, Flavia Grande, Goliarda Sapienza, Dante Maggio, Ada Colangeli, Enzo Biliotti, Antonio Pierfederici, Luciano Mondolfo, Carlo Maronetto, Rino Purgatori - Dirett. di prod.: Paolo Moffa - Prod.: Orbis Film - m. 2617.

Le suore di un convento di clausura vengono uccise dai tedeschi per aver dato ospitalità a un gruppo di partigiani, braccati e con un ferito. Ma l'unica superstite riuscirà a impedire la rappresaglia degli stessi partigiani contro alcuni prigionieri nazisti. Le suore, quindi, rompono col loro sacrificio la spirale apparentemente senza fine della risposta violenta alla violenza. Il bene dunque è una forza sempre vincente, nonostante tutto.

Opera praticamente neorealistica, pluripremiata, presenta notevoli aspetti di composizione figurativa, di conduzione ritmica, di trattazione degli eventi nel chiostro. Disturba un po' qualche cenno spettacolarità tradizionale, come p.e. il fatto che la superiorità riconosca nel ferito, che pur ospita, l'assassino di suo marito. 

1947 — LA GEMMA ORIENTALE DEI PAPI
(documentario)

Il fascino e le bellezze, la storia e la vita dell'Abbazia di Grottaferrata. 

1947 — IL DUOMO DI MILANO (documentario) 
1947 — CASTEL S. ANGELO (documentario)

Come il presidente, tende a cogliere e a valorizzare aspetti importanti sotto il profilo artistico di alcune opere e località italiane. 

1949 — FABIOLA

Reg.: A. Blasetti - Aiuto reg.: Lionello De Felice - Consulente alla reg.: Mario Chiari - Sogg.: liberamente tratto dal romanzo omonimo del Cardinale Wiseman - Scenogr.: A. Blasetti, Jean George Auriol, Antonio Petrangeli, Diego Fabbri, Cesare Zavattini, Emilio Cecchi, Vitaliano Brancati, Corrado Pavolini e molti altri - Scenogr.: Arnaldo Foschini, Aldo Tommassini e Franco Lolli - Costumi: Veniero Colasanti - Fotogr.: Mario Craveri e Ubaldo Marelli - Mont.: Mario Serandrei - Consul. Artist. e Letter.: Giuseppe Della Torre - Mus.: Mario Masetti - Dirett. d'Orch.: Willy Ferrero - Fonico: Giovanni Paris e Ovidio Del Grande - Interpr.: Michele Morgan (Fabiola), Henry Vidal (Rhual), Elisa Cegani (Sira), Michel Simon (Fabio), Gino Cervi (Torquato), Massimo Girotti (Sebastiano), Louis Salou (Fulvio), Carlo Ninchi (Sulpicio Galba), Paolo Stoppa (Manlio Valerio), Sergio Tofano (Fausto), Aldo Silvani (Cassiano), Rina Morelli (Faustina), Guglielmo Barnabò (Antonio Leto), Silvana Jachino (Lucilla), Umberto Sacripante (Un funzionario dell'Annona), Franco Interlenghi (Corvino), Goliarda Sapienza (Cecilia), Giovanni Heinrich (L'inquisitore dell'Imperatore), Virgilio Riento (Pietro), Nerio Bernardi, Maurizio Di Nardo, Bella Starace Sainati, Lorena Berg, Flavia Grande, Luciana Danieli, Annibale Betrone, Ludmilla Pudarova, Olga Vittoria Gentili, Luca Cortese, Giovanna Caporilli, Laura Gore, Pasquale Ferzetti, Walter Lazzaro, Elena Makowska, Egidio Olivieri, Ugo Sasso, Amedeo Trilli - Durett. di Prod.: Silvio D'Angelo - Prod.: Universalia.

Dall'omonimo romanzo del card. Wiseman, è una storia allegorica e apologetica del cristianesimo, con Fabiola che finisce per passare da questa parte, pronta ad affrontare il martirio, sullo sfondo di Costantino che arriva a salvare i cristiani: la tolleranza, la non-violenza, la bontà, la solidarietà riescono a sconfiggere il potere corrotto e la violenza.

Stilisticamente, c'è qualcosa che manca e qualcosa di troppo: il film doveva essere un esempio di innesto del Neorealismo sul film storico; ma le esigenze della produzione lo hanno fatto andare per la strada degli elementi di richiamo. 

1950 — ippodromi all'alba (documentario)

Sul cavallo emarginato dalla società delle macchine, eppure imponente per bellezza e per eleganza. 

1950 — PRIMA COMUNIONE

Reg.: A. Blasetti - Aiuto reg.: Filippo Mercati - Sogg.: Cesare Zavattini - Scenegg.: Cesare Zavattini, A. Blasetti e Suso Cecchi D'Amico - Scenogr.: Veniero Colasanti - Fotogr.: Mario Craveri - Mont.: Mario Serandrei - Mus.: Alessandro Cicognini - Interpr.: Aldo Fabrizi, Gaby Morlay, Ludmilla Pudarova, Lucien Baroux, Enrico Viarisio, Andreina Mazzotti, Ernesto Almirante, Aldo Silvani, Lauro Gazzolo, Louis Jourdan, Max Elloy, Jean Tissier, Dante Maggio - Dirett. di Prod.: Salvo D'Angelo - Prod.: Universalia-Franco-London Film.

La storia esilarante del comm. Carloni alla ricerca del vestitino per la Prima Comunione della figlia, al quale attribuisce eccessiva importanza, che si scontra con tutti e che vorrebbe tutti fossero ai suoi piedi, finisce bene anche perché egli si rende conto d'essere fuori posto.

Opera di serio e appassionato tessuto tematico, per quanto inserita in un ambito realistico, procede con la levità di un balletto quasi clairiano, grazie anche alle varie collaborazioni, dagli attori alla musica. 

1951 — QUELLI CHE SOFFRONO PER NOI
(documentario)

Dedicato agli animali cavia, sottoposti a esperimenti biologici e di vivisezione. 

1952 — ALTRI TEMPI (Zibaldone n. 1)

Reg.: A. Blasetti - Sogg.: Da un'idea di A. Blasetti, testi scelti dalla novettistica dell'800 da A. Blasetti e Suso Cecchi D'Amico - Scenegg.: Oreste Biancoli, A. Blasetti, Vitaliano Brancati, Gaetano Carancini, Suso Cecchi D'Amico, Alessaandro Continenza, Italo Dragosei, Brunello Rondi, Vinicio Marinucci, Augusto Mazzetti, Filippo Mercati, Turi Vasile e Giuseppe Zucca - Scenogr.: Dario Cecchi e Venerio Colasanti - Archit.: Franco Lolli - Fotogr.: Carlo Montuori e Gabor Pogany - Mont.: Mario Serandrei - Mus.: Alessandro Cicognini - Interpr.: Il carrettino dei libri vecchi (episodio di collegamento fra i vari racconti): Aldo Fabrizi, Pina Renzi, Enzo Stajola, Mario Riva, Luigi Cimara, Marisa Merlini, Galeazzo Benti, Ballo Excelsior: Alba Arnova, Carlo Mazzone e il Balletto del Teatro dell'Opera di Roma diretto da Attilia Radice. Meno di un giorno: Andrea Checchi, Alba Arnova, Silvio Bagolini, Bruno Corelli. Il tamburino sardo: Vittorio Vaser, Guido Celano, Enzo Cerusico, Attilio Tosato. Questioni d'interessi: Arnoldo Foà, Folco Lulli, Mario Mazza. L'idillio: Rina Morelli, Paolo Stoppa, Sergio Tofano, Maurizio Di Nardo, Geraldina Parrinello. La morsa: Amedeo Nazzari, Elisa Cegani, Rolando Lupi, Goliarda Sapienza. Pout-pourri di canzoni: Barbara Florian, Elio Pandolfi, Dina Perbellini, Oscar Andrini, Clelia Fiamma, Pietro di Falco. Il processo di Frine: Vittorio De Sica, Gina Lollobrigida, Giovanni Grasso, Dante Maggio, Vittorio Caprioli, Arturo Bragaglia - Organizz. Gener.: Carla Civallero - Dirett. di prod.: Vittorio Forges Davanzati - Prod.: Cines.

Apre il genere del film a episodi.

Qui, gli episodi sono costruiti su altrettanti testi della novellistica dell'Ottocento; e con esso Blasetti ha inteso dimostrare che il regista non è l'unico autore del film.

Attraverso il tenue filo narrativo del libraio di una bancarella che espone solo opere dell'Ottocento, gli episodi si trovano cosí raccolti col criterio dello zibaldone e non con quello dell'antologia, cioè dell'accostamento e non della connessione, per cui ogni episodio non è né necessario, né superfluo.

Tra gli episodi migliori, si possono ricordare «L'idillio», «Il tamburino sardo», «Il processo a Frine», «Il pout-pourri di canzoni». 

1953 — MIRACOLO A FERRARA (documentario)

Sui problemi del sottosuolo che servono per le materie plastiche. 

1953 — LA FIAMMATA

Reg.: A. Blasetti - Aiuto reg.: Filippo Mercati - Sogg.: Dal dramma omonimo di Henry Kistemaekers - Scenegg.: Vitaliano Brancati, Leonardo Benvenuti, Filippo Mercati, A. Blasetti - Cost.: Maria De Matteis - Fotogr.: Carlo Montuori - Interpr.: Eleonora Rossi Drago, Amedeo Nazzari, Elisa Cegani, Carlo Ninchi - Dirett. di prod.: Vittorio Forges Davanzati - Prod.: Cines.

Costruito sulla debole storia di un lavoro teatrale straniero, non riesce a superarne i limiti, presentando scompensi di struttura e macchinosità dell'azione. Buona la cura dei costumi e della scenografia. 

1953 — TEMPI NOSTRI     

Reg.: A. Blasetti - Sogg.: Testi scelti dalla novellistica del '900 - Scenegg.: (rispettivamente secondo l'ordine degli episodi piú sotto riportati): Alessandro Continenza, A. Blasetti, Vasco Pratolini e A. Blasetti, Suso Cecchi D'Amico, Ennio Flaiano, Giuseppe Marotta, Alessandro Continenza e Eduardo De Filippo (per i dialoghi); Age, Furio Scarpelli e Alessandro Continenza - Scenogr.: Guido Fiorini - Fotogr.: Gabor Pogany - Mus.: Alessandro Cicognini - Interpr.: Il bacio: Dany Robin, François Perier. Gli innamorati: Alba Arnova, Andrea Checchi. Scusi, ma...: Alberto Sordi, Marta Denis, Enrico Viarisio, Adriana Danieli, Mara, Yves Montand, Daniele Delorme. Il pupo: Lea Padovani, Marcello Mastroianni. Scena all'aperto: Vittorio De Sica, Eduardo De Filippo, Maria Fiore, Vittorio Caprioli. La macchina fotografica: Totò, Sophia Loren, Silvio Bagolini - Prod.: Cines.

In tutto analogo ad ALTRI TEMPI, ma con l'ispirazione a testi della prima metà di questo secolo.

Si distacca sugli altri l'episodio de «Il pupo» da un racconto «romano» di Moravia. 

1955 — PECCATO CHE SIA UNA CANAGLIA

Reg.: A. Blasetti - Sogg.: Dal primo racconto del volume «Il fanatico» di Alberto Moravia - Scenegg.: Suso Cecchi D'Amico, Sandro Continenza e Ennio Flajano - Scenogr.: Mario Chiari - Cost.: Maria De Matteis - Fotogr.: Aldo Giordani - Mus.: Alessandro Cicognini - Interpr.: Vittorio De Sica, Marcello Mastroianni, Sophia Loren, Marcella Melnati, Michel Simon, Umberto Melnati - Prod.: Documento Film.

Tratto da una novella di Moravia, è la storia di un taxista al quale una famigliola di ladri voleva rubare il taxi e che finisce per sposarne la figlia, benché ladra anch'essa.

Film pieno di brio, con note felici nei risvolti dei personaggi, ma che forse «trova nella sua superficiale perfezione i suoi difetti» (N. Ghelli). 

1955 — LA FORTUNA DI ESSERE DONNA

Reg.: A. Blasetti - Sogg.: Suso Cecchi D'Amico, Ennio Flajano e Alessandro Continenza - Scenegg.: Suso Cecchi D'Amico, Ennio Flajano, Alessandro Continenza e A. Blasetti - Cost.: Vestiti di Sophia Loren: Ditta Schubert - Fotogr.: Otello Martelli (A.I.C.) - Mont.: Mario Serandrei - Mus.: Alessandro Cicognini - Dirett. d'Orch.: Carlo Savina - Interpr.: Sophia Loren (Antonietta), Marcello Mastroianni (Corrado), Elisa Cegani (la moglie del Conte), Charles Boyer (Conte Senetti), Titina De Filippo (la madre di Antonietta), Nino Besozzi, Margherita Bagni, Pietro Carnabucci, Memmo Carotenuto (il macellaio), Lino Dal Fabbro, Giustino Durano, Salvo Libassi, Mauro Sacripante, Mario Scaccia - Dirett. di prod.: Orazio Tessera - Prod.: Documento Film-Le Louvre Film (Paris) - Durata: 90'.

Una ragazza entra nel mondo dello spettacolo grazie a un fotografo squattrinato, che si innamora di lei ma che non osa decidersi, e cerca di accattivarselo. Finirà che, nei suoi giochi, la ragazza avrà una grossa delusione del mondo del successo e si accorgerà di amare profondamente il suo fotografo, col quale ovviamente convolerà.

Film vivace, divertente, narrativamente scorrevole, assai ben curato nella fotografia, nella musica e nella recitazione. 

1958 — AMORE E CHIACCHIERE (Salviamo il panorama)

Reg.: A. Blasetti - Sogg.: Cesare Zavattini - Scenogr.: Cesare Zavattini, A. Blasetti e Isa Bartalini - Scenogr.: Veniero Colasanti - Fotogr. (b. e n.) Gabor Pogany - Mont.: Mario Serandrei - Mus.: Mario Nascimbene - Interpr.: Vittorio De Sica (l'avv. Bonelli), Elisa Cegani (signora Bonelli), Geronimo Meynier (Paolo Bonelli), Alessandra Pamaro (Doddy Paseroni), Gino Cervi (Paseroni), Carla Gravina (Maria Furlani), Isa Pola (signora Paseroni, Mario Meniconi (lo spazzino Furlani), Nicolas Perchicot (Borghi), Renato Malavasi (Ripandelli), Felix Fernandez (Salviari), Mario Passante (consigliere comunale), Paolo Ferrara (id.), Oscar Adriani (id.), Lina Furia (Crimilde), Amelia Pellegrini (la vecchia tifosa), Arturo Bragaglia (vecchietto dell'ospizio), Antonio Annuale (id.), Mario Moneta (id.) - Prod.: Attilio Riccio per la Electra Compagnia Cinematografica Ariel Film - Orig.: Italia-Spagna - Distr.: Cei-Incom.

Due ragazzi innamorati, che non si possono sposare per i pregiudizi di casta del papà di lui (vanesio e conformista assessore comunale con ostentate idee progressiste), finiranno per superare la difficoltà dopo una drammatica fuga da casa.

Satira del costume politico e parapolitico e fiducia negli aspetti di bontà e di spontaneità della vita, realizzata in modo scorrevole e garbato, con felici annotazioni e gustosi momenti, sorretti da una appropriata interpretazione. 

1958 — EUROPA DI NOTTE

Reg.: A. Blasetti - Sogg.: Ennio De Concini - Testo: Gualtiero Jacopetti - Scenegg.: Ennio De Concini - Scenogr.: Flavio Mogherini - Fotogr.: (Eastimancolor stampato in Technicolor): Gabor Pogany - Mont.: Mario Serandrei - Mus.: Carlo Savina - Interpr.: Domenico Modugno, Carmen Sevilla, Henry Salvador, Alba Arnova, The Platters, i clowns Rastelli, il prestigiatore Channing Pollack, Robert Lamouret e il suo Paperino, The King of Rock and Roll, Colin Hicks and his Band, «La Nouvelle Eve» Charley Ballet, i trapezisti Condoras, Gli Archie Savage Dancers, Coccinelle, il Coro d'Ucraina e il gruppo di danze Orlyc, il «Crazy Horse» con Dally Bell, Lady Phu-Qui-Cho, Lilly Niagara e i Croq Messieurs, «El Corral de La Moreria» con i ballerini Sandoval, Alba Quintero, Carmen Casaburrios, Maria Marquez, La principessa Badia, Roland D'Avell, Mac Ronay l'illusionista, Stanley Watson, The Three Monarchs, Eddie Gray, Chu Fu e May - Prod.: Fabio Jegher per la Aversa Film (Roma) e la Aversa Film (Paris) - Orig.: Italia-Francia.

Apre il genere inchiesta-documento.

Il film mostra una serie di numeri di varietà in locali notturni delle principali città europee.

Intendeva trovare ciò che nello spettacolo notturno resta nascosto dietro le apparenze (problemi e drammi personali), «con un continuo rispondersi tra palcoscenico e platea (...); purtroppo di tutto questo è rimasta solo qualche traccia (...) per la mole di riprovazioni e di allarmi» (A. Blasetti) 

1961 — IO AMI, TU AMI...

Reg.: A. Blasetti - Sogg. e scenegg.: Da un'idea di A. Blasetti, elaborata con Luigi Chiarini, Carlo Romano e Antonio Savignano - Scenogr.: Dario Cecchi e Mario Garbuglia - Fotogr.: Aldo Tonti - Mont.: Tatiana Morigi - Mus.: Carlo Savina - Interpr.: Trio Marny, Fattini, Cairoli, La Revue Japonaise di Don Jada del Moulin Rouge di Parigi, Las hermanas Benitez, Obraszov e il suo teatro, George Lafaye in John and Marsha, Balletto Moisseiev, Chaz Chase, Sophisticated Ballet, Veronique, Coro dell'Armata Sovietica - Ispett. di prod.: Mara Blasetti - Prod.: Dino De Laurentis-Orsay Film (Paris) - Orig.: Italia-Francia.

Film-inchiesta sulle concezioni e sulle abitudini circa l'amore nel mondo.

Vorrebbe essere un'esaltazione dell'amore, una rivalutazione dei valori piú genuini e umani, contro l'abbassamento morale, l'inerzia dello spirito e l'incapacità a provare grandi sentimenti. Ma spesso il materiale plastico prende la mano agli autori, velando l'intero tematico. 

1962 — LA LUNGA STRADA DEL RITORNO
(Televisione: opera di montaggio di pezzi di repertorio)

Reg.: A. Blasetti - Coll. alla regia: Sergio Giordani - Testo: Alfonso Gatto - Consulenza: Corrado Pavolini - Inchieste preparatorie: Alfredo Ferruzza, Rina Macrelli e Alberto Pacifici - Fotogr.: Massimo Sallustri - Mus.: Daniele Paris - Mont.: Luciana Bartolini - Prod.: RAI-Radiotelevisione Italiana.

Splendido tributo agli italiani che, durante l'ultimo conflitto, vissero al fronte affrontando terribili drammi e disagi inenarrabili. 

1963 — «LA LEPRE E LA TARTARUGA» (Episodio de le quattro verità)

Reg.: A. Blasetti - Sogg.: «La liévre et la tortue» di Jean De La Fontaine, libro VI, favola X, su un'idea originale di Frédéric Grendel e Hervé Bromberger - Scenegg.: A. Blasetti e Suso Cecchi D'Amico - Scenogr.: Pier Luigi Pizzi - Fotogr.: Carlo Di Palma - Mont.: Giuliana Tauger - Mus.: Carlo Savina - Interpr.: Monica Vitti (Maddalena), Sylva Koscina (Mia), Rossano Brazzi (Leo), Gianrico Tedeschi (Valerio), Mario Passante (proprietario ristorante) - Prod.: Gilbert De Goldschmidt per la Madeleine Films-Franco London Films, Ajace Produzione Cinematografica-Euro Internazional Film, Hispaner Film.

Ispirato all'omonima favola di La Fontaine, tratta di una moglie che, pur svantaggiata di fronte alla fascinosa amante del marito, riesce a riconquistarlo con intelligente saggezza.

Commedia di costume che parte da un piccolo spunto per dipanare con scioltezza una storia ironica e festosa. 

1964 — liolà

Reg.: A. Blasetti - Sogg.: tratto dalla commedia omonima di Luigi Pirandello - Scenegg.: Sergio Amidei, Elio Bartolini, Adriano Bolzoni, Carlo Romano e A. Blasetti - Scenogr.: Gianni Polidori - Fotogr.: Leonida Barboni, Tonino Delli Colli e Carlo Di Palma - Mus.: Carlo Savina - Interpr.: Ugo Tognazzi (Liolà), Giovanni Ralli (Tuzza), Anouk Ainée (Mida), Pierre Brasseur (Simone Palumbo), Elisa Cegani (Cesa), Dolores Palumbo, Rocco D'Assunta, Solveig D'Assunta, Umberto Spadaro, Massimo Giuliani, Nini Musco, Graziella Granata - Prod.: Nino Krisman per la Film Napoleon-Federiz-Cinecittà-France Cinema-Francinex - Distrib.: Cineriz.

Da una commedia (peraltro non molto rispettata) di Pirandello, è una storia intrigo dove Tuzza — sesta donna messa incinta da Liolà, il quale però questa volta sarebbe finalmente disposto a sposarla — lo trascura per approfittare egoisticamente della circostanza che il ricco zio Simone non riesce ad avere figli dalla bella moglie Mida. Liolà, riuscendo a mettere incinta quest'ultima, rende superfluo il piano di Tuzza col ricco Simone e la tratterà come ha trattato tutte le altre donne dalle quali ha avuto figli.

Non privo di dignitosa esposizione narrativa e di efficace scansione ritmica, il film procede per le strade dello spettacolo, limitandosi a una generica tematica di «volemose bene». 

1964 — GLI ITALIANI DEL CINEMA ITALIANO
(televisione: opera di montaggio di pezzi di repertorio)

Ricostruzione degli eventi piú drammatici della recente storia italiana, attraverso brani di film quali ROMA CITTÀ APERTA, LE QUATTRO GIORNATE DI NAPOLI, PAISÀ, IL SOLE SORGE ANCORA e altri. 

1966 — IO, IO, IO... E GLI ALTRI

Reg.: A. Blasetti - Aiuto reg.: Isa Bartalini - Assist. alla reg.: Andrea Borghesio - Sogg.: A. Blasetti e Carlo Romano - Collab. alla scenegg.: Age, Furio Scarpelli, Adriano Barocco, Leo Benvenuti, Pietro De Bernardi, Lianella Carrel, Suso Cecchi D'Amico, Ennio Flaiano, Giorgio Rossi, Libero Salaroli e Vincenzo Talarico - Fotogr. (b. e n.): Aldo Giordani - Scenogr.: Ottavio Scotti - Aiuto scenogr.: Carlo Agata - Arredamento: Dario Cecchi e Renato Beer - Cost.: Milena Bonomo - Mont.: Tatiana Morigi - Aiuto mont.: Valentina Guerra - Mus.: Carlo Rustichelli, diretta da Bruno Nicolai (ed. musicali CAMI) - Fonico: Pietro Vesperini - Missaggio: Mario Morigi - Interpr.: Walter Chiari (Sandro), Gina Lollobrigida (Titta, sua moglie), Vittorio De Sica (il comm. Trepossi), Marcello Mastroianni (Peppino Marassi), Silvana Mangano (Silvia), Nino Manfredi (l'addetto al vagone letto), Elisa Cegani (governante in casa Marassi), Caterina Boratto (Luigia, cognata di Peppino), Grazia Maria Spina (nipote di Peppino), Vittorio Caprioli (il deputato), Franca Valeri (la segretaria di redazione), Mario Pisu (il vincitore del Capranica), Paolo Panelli (un fotoreporter), Lelio Luttazzi (un regista), Elio Pandolfi (un telecronista), Mario Valdemarin (cameriere del vagone-restaurant), Fanfulla (un portiere), Giustino Durano (un vigile urbano), Sylva Koscina (una diva), Mario Scaccia (un giornalista), Andrea Checchi (un uomo che prega), Saro Urzi (id.), Umberto D'Orsi (un viaggiatore in treno), Carlo Croccolo (id.), Graziella Granata (una ragazza in treno), Salvo Randone (il viaggiatore col menù), Marisa Merlini (una signora al telefono), Elsa Vazzoler (una signora col ventaglio) - Dirett. di prod.: Renato Panetuzzi e Piero Ghione - Prod.: Luigi Rovere per Cineluxor e Rizzoli Film - Orig.: Italia - Distr.: Cineriz - 116', 2900 m.

«È ls storia di Sandro, giornalista e scrittore, il quale, impegnato in un'inchiesta sull'egoismo — nel corso della quale ne rivela acutamente la presenza in ogni aspetto della vita (...), mentre egli stesso non comprende il pratico insegnamento antiegoista dell'amico Peppino (i due vecchietti) — constatando, in un casuale incontro, come Silvia (celebre diva che egli aveva avviato alla brillantissima ma deludente carriera cinematografica, sciupando cosí per leggerezza ed egoismo il profondo slancio affettivo di lei, e che aveva in effetti reso vuota di ogni soddisfazione interiore) sia umiliata dal fanatismo dei suoi ammiratori, prende coscienza dei valori rappresentati dai due vecchietti di Peppino». (Schedario Cinematografico alla voce). L'idea centrale del film si potrebbe cosí definire: «l'egoismo è qualcosa che invade e penetra tutti, in ogni circostanza, al punto da farci perfino considerare bene il male che facciamo (per il fatto che lo facciamo noi) e da impedirci di cogliere, quand'esso è in gioco, i veri valori della vita». (ivi)

Considerato dall'allora 66enne regista come il suo film d'addio, con un formidabile cast di attori che si sono prestati gratuitamente per questa impresa, il film si presenta come film-conferenza e statisticamente mostra una struttura solida e interessante che ha ben poco da invidiare alle piú azzardate esperienze linguistiche e di montaggio recenti. 

1967 — LA RAGAZZA DEL BERSAGLIERE

Reg.: A. Blasetti - Sogg.: libera riduzione della commedia «La fidanzata del bersagliere» di Edoardo Anton, rivista ed approvata dall'autore stesso - Scenogr.: Leo Benvenuti, Piero De Bernardi, Carlo Romano e A. Blasetti - Scenogr.: Luigi Scaccianoce - Fotogr. (colore Tecnostampa) Armando Nannuzzi - Mus.: Riz Ortolani - Interpr.: Graziella Granata (Anita), Antonio Casagrande (Salvatore), Vittorio Caprioli (Settimo), Rossano Brazzi (ing. Fernando), Leopoldo Trieste (il sergente), Ettore Geri (don Lorenzo), Tony Renis (Carletto), Renato Salvatori (Antonio), Franca Valeri (Bice) - Prod.: Rizzoli Film - Distr.: Cineriz.

Da una commedia di E. Anton, è la favola garbata e divertente di Anita, bella e ardente ragazza emiliana, oggetto di desiderio di tutti i giovanotti del paese, che si innamora di un bersagliere e progetta con lui l'avvenire. Senonché il bersagliere muore per un incidente, ma le si presenta continuamente come un fantasma a impedirle che accondiscenda ad altro amore. Ma Anita non può accontentarsi del solo soffio di lui e decide di convolare a nozze con uno degli spasimanti. Ma all'altare il fanyasma la raggiunge ancora una volta e lei fugge nel bosco vestita da sposa. Qui è colpita casualmente da una fucilata e, mentre sta per salire in paradiso, il suo bersagliere l'avverte di trovarsi solo in purgatorio. Cosí Anita fa un piccolo peccato di desiderio, tanto per poter raggiungere il suo bersagliere.

Primo film a colori di Blasetti, il reale e il surreale vi giocano in perfetta sintonia. Una precisa struttura narrativa riesce a mostrare lo spiritualizzarsi dell'amore in una ragazza calorosa ma veramente innamorata, poiché l'amore non è solo rapporto fisico e sa far rinunciare anche al godimento personale. Il tutto con un linguaggio cinematografico che in piú d'un momento tocca le soglie della poesia. 

1967 — MELOCOTON EN ALMIBAR (= pesca allo sciroppo) (regia televisiva)

Reg.: A. Blasetti - Tratta dalla commedia di Miguel Mihura. Con Elisa Cegani nella parte principale femminile di Suor Maria degli Angeli.

Satira televisiva — tratta dalla commedia di Miguel Mihura — su un certo mondo della malavita dilettante: ingenui uomini che nei grandi sogni esauriscono la loro piccola quotidiana realtà, per i quali non occorre un detective specializzato, bensí una candida suora che ti capisca. 

1969 — SIMON BOLIVAR

Reg.: A. Blasetti - Sogg.: J.L. Dibildos - Scenegg.: J.L. Dibildos, E. Llovet e R. Mateos - Rielab.: A. Blasetti - Scenogr.: E. Torre de la Fuente - Fotogr.: Manuel Berenguer - Mont.: A. Ramirez e T. Casini Morigi - Mus.: Carlo Savina - Interpr.: Maximilian Schell (Bolivar), Rosanna Schiaffino (Consuelo), Francisco Rabal (Del Llano), Manuel Otero, Elisa Cegani, Fernando Sancho - Prod.: Alfredo Bini per la Juìppiter Generale Cinematografica Finarco (Roma) e Productores Exibidores Films S.A. Pefsa (Madrid) - Distr.: I.F.C. - m. 2.100.

Il film piú che una rievocazione storica delle gesta e della vita di Bolivar, il «liberatore» dell'America Latina (1830), vuole essere una presentazione della figura che valga come proposta attuale. Bolivar viene proposto infatti nella sua abilità politica, nel campo affettivo personale, nell'ardimento militare e nel coraggio civile.

Ancora una volta, Blasetti è pioniere di nuovi filoni cinematografici, in questo caso, del film «cantata popolare»: a differenza di chi «traspone» la cantata (altro genere espressivo) nel film, Blasetti «traduce» con l'immagine cinematografica il canto popolare dopo aver colto lo spirito (in questo caso, la successione dei nuclei strofici), per quanto talvolta la levigatezza stilistica del narrare filmico non rispetti esattamente l'ingenuità espressiva del canto. 

1970 — NAPOLI 1860: LA FINE DEI BORBONI
(regia televisiva in due episodi)

Reg.: A. Blasetti - Due puntate di Lucio Mandarà per la serie «I giorni della storia». Scene di Pino Valenti - Costumi: Piero Colasanti - Comm. mus.: Aurelio Arcidiacono - Per le riprese filmate dirett. della fotogr.: Mario Capriotti - Consul. storica: Gaetano Arfé - Interpr.: Bruno Cirino (il re Francesco II), Rosita Torosh (la regina Maria Sofia), Regina Bianchi (la regina madre), Ugo D'Alessio (il generale Filangieri), Antonio La Rajna (don Liborio Romano), Gennaro Di Napoli (il Presidente Spinelli), Aldo Bufi Landi (il cavaliere maniscalco), Gino Maringola (il generale Nunziante), Franco Agrisano (Ajossa), Giuseppe Porelli (il generale Winspeare), Edoardo Toniolo (il marchese di Villamarina), Gigi Reder (il capitano), Pinuccio Ardia (Agostino), Giacomo Furia (il conte di Siracusa), Nino Veglia (il conte D'Aquila), Enzo Turco (il generale Carrascosa), Francesco Sormano (il principe Cassaro), Mario Laurentino (il generale Pianell), Mario Frera (1° telegrafista), Ezio Busso (il segretario), Davide Maria Avecone (Mezzacapo), Ferdinando Conturso (il conte di Trapani), Benito Artesi (il conte Trani), Amedeo Girard (il principe di Castelcicala), Armando Brancia (l'ispettore), Lino Mattera (2° telegrafista), Vittorio Bottone (De Balesteros), Ettore Carloni (il ministro De Martino), Bruno Marinelli (il maggiore De Marco), Nello Ascoli (il sindaco), Roberto Bisacco (il conte Visconti Venosta), Nino Musco (Ribotty). Nello Rivie e inoltre i tre cantastorie Graziella Di Prospero, Eugenio Bennato e Giuseppe Barra - Giancarlo Sbragia (presentazione e voce fuori campo).

Rievocazione degli ultimi anni del Regno Borbonico dallo sbarco di Garibaldi in Sicilia all'assedio di Gaeta, sulla base di documenti e giornali dell'epoca e autorevoli opere storiche. Il lavoro ridimensiona molte inesattezze storiche. 

1970 — 10 GIUGNO 1940 (regia televisiva; episodio «Dov'era»)

Servizio televisivo sul 30.mo anniversario dell'inizio del secondo conflitto mondiale: reazioni, illusioni, sogni, timori e presentimenti. 

1970 — ANNI 60: UNA NOTTE IN EUROPA (opera di montaggio dai film EUROPA DI NOTTE e IO AMO TU AMI) 

1972 — STORIE DELL'IMMIGRAZIONE (regia televisiva in cinque puntate) 

1973 — I MERCOLEDÍ DEL PAPA (regia televisiva)
1974 — L'ARTE DI FAR RIDERE (nuova edizione televisiva) 
1978 — STORIE DI FANTASCIENZA
(regia televisiva in tre puntate)
1980 — L'ARTE DI FAR RIDERE (nuova edizione televisiva) 

1980 — IL MIO AMICO PIETRO GERMI (regia televisiva e di montaggio)

1981 — VENEZIA: UNA MOSTRA PER IL CINEMA (regia televisiva)
 


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"La poltrona di Fellini"

   
   
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