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IL FESTIVAL DI VENEZIA E BIN LADEN


di NAZARENO TADDEI
Edav N: 311 - 2003

Nel «numero speciale» 303 di «Edav» dedicato alla 59ª Mostra Internazionale d’Arte cinematografica di Venezia, nella lettura del film MAGDALENE, vero libello contro la Chiesa Cattolica, che ha vinto il Leone d’Oro, scrivevo (pag. 10): «Questo riferimento all’Islam non è dettato dall’eventualità che Bin Laden, come accennato, sia arrivato anche in Italia e magari alla Mostra di Venezia. E chi vuol ridere, rida pure…».

Non so se qualcuno ha riso o se ne è ben guardato; il fatto è che a distanza di pochi mesi quei miei accenni sembrano dimostrarsi veritieri. Merito mio? No, della «lettura strutturale» fatta con un po’ di serietà.

«Credo — scrive Veneziani nel suo ultimo libro La sconfitta delle idee (Laterza) — che si debba ridefinire l’espressione cultura. Per esempio, i modelli prevalenti che sono diffusi dalla società dei consumi non sono modelli culturali, non producono idee. Penso invece che il termine cultura sottenda un significato preciso: coltivazione, cioè capacità di coltivare un uomo, una società, un insieme di individui.» Che è appunto quello che noi ci proponiamo con detta «lettura».

Ma veniamo piú direttamente a noi: in «Panorama» del 17 aprile us., troviamo un servizio (v. foto ) illuminante, soprattutto per quanto colto dalle mi­cro­spie nelle camere di sicurezza.

Parla, tra l’altro di «Daki Mohamed, marocchino, nato a Casablanca 38 anni fa,arrivato all’inizio dell’anno da Am­bur­go in Italia, appartamento nella defilata Reggio Emilia, chiamato dai complici “lo specialista”», che se ne è accorto. Da altre fonti sappiamo che dopo il riaccendersi dell’attenzione per i recenti atti terroristici è stato inviato — pare — in Francia. Cose interessanti.

Si citano poi buone informazioni sull’organizzazione e sulla strategia di Al Qaeda, offerte dagli indagati ignari. Tra il resto, si dice di Al Zarqawi, direttore d’un campo d’addestramento con specia­liz­zazione in attacchi chimici in Kurdistan, che sta progettando azioni per il dopoguerra iracheno.

Ma l’interessante è p.e. che un indiziato dichiara: «Il nostro progetto ha bisogno di gente intelligente e molto colta…»; un altro, accanto a dettagli organizzativi, conclude: «L’importante è usare l’intelligenza.» Un altro ancora: «…Questo progetto ha bisogno di lezioni. (…) L’importante è che que­ste persone siano allo stesso livello degli altri. Gli sceic­chi insistono sul fatto di avere gente molto colta, molto intellettuale.»

Se mettiamo insieme tutti i bocconi di notizie di vario genere e li raccordiamo, non c’è proprio da ridere se si pensa che Bin Laden sta conquistando L’Europa e particolarmente l’Italia anche grazie a qualche italiano, sine baculo.

 


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