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Verso sud



Regia: Laurent Cantet
Lettura del film di: Franco Sestini
Edav N: 333 - 2005
Titolo del film: VERSO SUD
Titolo originale: VERS LE SUD
Cast: Regia: Laurent Cantet – scenegg.: Laurent Cantet e Robin Campillo – fotogr.: Pierre Milon – mont.: Robin Campillo – mus.: Valérie Deloof e Agnès Ravez – scenogr.: Franckie Diago – costumi: Denis Sperdouklis – interpr.: Charlotte Rampling (Ellen), Karen Young (Brenda), Louise Portal (Sue) Ménothy Cesar (Legba), Lys Ambroise (Albert), Jackenson Pierre Olmo Diaz (Eddy) – durata 105’ – colore – produtt.: Carole Scotta - produz.: Haute et Court - origine: Francia - Canada, 2005 – distrib.: MIKADO
Sceneggiatura: Laurent Cantet e Robin Campillo
Nazione: FRANCIA, CANADA
Anno: 2005
Presentato: 62. Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia - 2005 - In Concorso - Premio MARCELLO MASTROIANNI (Ménothy Cesar)

È la storia di Brenda, una cinquantenne signora americana, che si reca nell’Isola di Haiti durante gli anni ’80 per trascorrere una vacanza nell’ozio piú totale; nel lussuoso albergo dove alloggia, conosce altre due connazionali – Ellen e Sue – anch’esse dedite allo sport piú in voga: farsi coccolare – e qualcos’altro – da nerboruti haitiani di colore che cosí facendo sbarcano il lunario.     
Brenda era già stata a Port-au-Prince tre anni prima con il marito, aveva conosciuto un affascinante uomo di colore, Legba, e con lui aveva avuto una sorta di trance sessuale, raggiungendo – per la prima e unica volta della sua vita – un bellissimo orgasmo.    
Ovviamente Legba è ancora lí ed è vezzeggiato da tutte le signore presenti; dice di ricordarsi di Brenda – ma in un modo che starebbe a indicare il contrario – e sembra dare alla donna una certa preferenza nell’ordine di intervento; c’è però un problema: mentre le altre signore lo prendono come uno svago e basta, Brenda si innamora veramente e – avendo tra l’altro divorziato dal marito – costruisce tutta una serie di castelli in aria su un futuro con Legba.    
Nel frattempo, le signore hanno modo di conoscere anche una realtà ben diversa: la violenza e l’assenza di legge che vige in quegli anni che segnano la fine del regime di Baby Doc Duvalier, il sanguinario dittatore dell’isola.    
Ed è proprio per un atto di violenza di un colonnello del regime che Legba e una sua fidanzata del posto vengono trovati uccisi sulla spiag¬gia: è come se fosse scoppiata una bomba, le signore sono tutte sconvolte, Ellen decide di partire immediatamente, seguita a breve distanza da Sue, mentre Brenda – ormai priva di legami in America – decide di restare e di visitare in successione tutta una serie di isole caraibiche.    
Il film inizia con una visione dell’aeroporto e il Direttore dell’Albergo che è lí ad aspettare l’arrivo di Brenda; in quella occasione viene avvicinato da una madre che gli racconta come il marito – già funzionario statale – sia stato imprigionato e ucciso dalle guardie del dittatore e lo prega di «prendere con sé» la propria figlia sedicenne per metterla cosí al riparo da violenze di qualche colonnello in vena di portarsi in casa una ragazzina.
Il Direttore rifiuta mostrando addirittura di non avvertire il problema nella sua gravità; questo dà una sorta di chiave tematica: siamo in un paradiso turistico;  ma, se ci allontaniamo dagli alberghi sulla spiaggia, l’isola è piena di violenza e di sopraffazioni.      
E la fine – con l’uccisione di Legba e della ragazza – è la dimostrazione di quanto presentato in apertura; peccato però che durante tutto il resto del film, la narrazione abbia fatto perno quasi unicamente sulle fregole delle tardone americane e sulle loro smanie nei confronti dei nerboruti giovanottoni dell’isola     
In pratica viene mostrata tutta una serie di persone, da una parte, che con la loro ricchezza possono averere tutto quello che vogliono – o comunque pensano  di poterlo fare - e dall’altra ci sono gli indigeni, pronti a vendere la sola cosa che possiedono, il loro corpo e la loro giovinezza.
 Purtroppo il legame tra questo filone narrativo e quello della situazione sociale dell’isola non viene sviluppato, anche perché forse di non facile attuazione.   
Tuttavia, se fallisce questo aggancio di carattere espressivo, del film rimane ben poca cosa; se poi escludiamo la buona interpretazione di Charlotte Rampling, appare di scarso rilievo anche la recitazione delle altre signore e dei loro nerboruti accompagnatori. (Franco Sestini)
 

 


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